Delos 32: Thread , Thread

di Luigi Pachì
e Silvio Sosio

il dente del giudizio

del mostro

Il mese di novembre ha visto l'orticello della fantascienza in Italia sconvolto da una bufera. Dopo anni di assenza, è tornata alla ribalta la grande protagonista che aveva dominato gli anni Sessanta, Settanta, Ottanta: la polemica!

Quasi ci mancava, dobbiamo dire. In qualche modo essa potrebbe testimoniare la vitalità del settore, o almeno la passione con cui le persone che operano nella fantascienza difendono le proprie idee e il proprio operato. Certo, un osservatore esterno potrebbe trovare ridicolo che un ambiente composto da poche centinaia di addetti ai lavori (tra professionisti e fan) e da poche decine di migliaia di lettori si scatenino baraonde come quelle che hanno "insanguinato" la storia della fantascienza in Italia: una tempesta in un bicchiere.

All'inizio di questo decennio sembrava proprio che ci si stesse avviando con passiva rassegnazione verso un'inevitabile decandenza. Un mercato in lenta ma costante contrazione, un fandom in via di estinzione. Sempre meno "fanzine", sempre meno partecipanti ai convegni, sempre meno iniziative, sempre meno libri venduti.

Poi sono accadute un po' di cose. Urania è stata rilanciata. E' esplosa la fantascienza italiana, con i successi di Evangelisti e Masali. Il fandom è rifiorito grazie a Internet, dove si sono ritrovati quasi tutti i vecchi appassionati e migliaia di nuovi. Alla prossima Italcon, a maggio, le testate italiane di fantascienza pubblicate su Internet saranno almeno sei.

In questa ondata di rinnovamento, il mese scorso Urania ha festeggiato quarantacinque anni di vita. Per celebrare questo avvenimento (be', una volta si celebravano numeri più tondi, ma in tempi di crisi dell'editoria è meglio festeggiare finché si può) il numero di novembre è stato dedicato a Tutti i dentri del mostro sono perfetti, un'antologia di autori italiani curata da Valerio Evangelisti, ricca in particolare di contributi di autori affermatisi al di fuori del genere fantascientifico, come Silverio Novelli e Michele Mari. Anche se i racconti più apprezzati dai lettori sono stati, senza dubbio, quelli degli autori che sono venuti alla ribalta in questi ultimi anni proprio grazie a Urania: lo stesso Evangelisti, Luca Masali, Nicoletta Vallorani, o che comunque sono cresciuti nell'ambiente, come Franco Forte, Daniele Brolli, Sandrone Dazieri.

Il confronto fra autori di fantascienza e no sarebbe stato un interessante spunto di discussione, ma è passato del tutto in secondo piano a causa dell'inserimento nell'appendice di un articolo che avrebbe dovuto tracciare, a grandi linee, la storia della fantascienza in Italia. L'articolo, intitolato Quarantacinque anni di fantascienza in Italia, si presentava apparentemente come un'elencazione di dati e fatti che ripercorrevano le varie tappe dell'evoluzione del mercato e della letteratura di science fiction nel nostro paese.

L'autore dell'articolo, Gianfranco De Turris, è stato uno dei maggiori protagonisti di questa evoluzione. Brillante curatore delle collane della Fanucci negli Anni Settanta, studioso di H.P. Lovecraft, curatore di una rubrica sulla rivista L'Eternauta, "santo protettore" del Premio Tolkien e delle attività della Casa Editrice Solfanelli, De Turris è stato anche attivissimo nel portare avanti la polemica politica, che ha visto il mondo della fantascienza, fin dai movimentati anni Settanta, spaccarsi fra cultura di destra e cultura di sinistra.

Purtroppo, l'articolo uscito su Urania (per decisione della redazione, non del curatore dell'antologia Valerio Evangelisti, che sicuramente avrebbe scelto un altro testimonial) non rende affatto giustizia alla reputazione del suo autore. Un vero e proprio "dente del giudizio" dolente, per questa antologia che voleva essere così innovativa. Immediati sono scattati i controattacchi polemici su diverse testate: da Domenico Gallo su Pulp a Daniele Barbieri su Avvenimenti. Ma forse non ne valeva neppure la pena. Vediamo cos'è successo.

Sebbene molto interessante e zeppo di utili dati bibliografici (anche grazie al valido aiuto ricevuto da Ernesto Vegetti, il più affidabile bibliografo italiano), l'articolo avrebbe forse dovuto meglio intitolarsi Quarantacinque anni di fantascienza a casa De Turris.

Poche righe dedicate a iniziative editoriali che hanno avuto un'enorme rilevanza sia per la qualità sia per l'influenza, come Robot o la gestione Curtoni e Montanari di Galassia, che portò per la prima volta in Italia la grande fantascienza degli anni Settanta, Philip Dick, John Brunner, Brian Aldiss, Philip Farmer, Samuel Delany; anzi, il nome di Curtoni viene accuratamente evitato. Ampio spazio, invece, alle inziative che hanno visto coinvolto proprio De Turris: alla Fanucci degli anni Settanta (ma nulla sulla Fanucci attuale), ben due pagine alla Solfanelli, una piccolissima casa editrice che ha avuto qualche diffusione solo nel fandom, al Premio Tolkien e così via.

Insomma, la polemica innescata da De Turris questa volta non ha grandi ideali politici e culturali, ma di semplice parrocchietta, di autopromozione. L'articolo sembra voler dire guarda come sono stato bravo, ed è molto triste che un personaggio come De Turris mostri una simile piccolezza d'animo. Ed è molto triste che una rivista prestigiosa come Urania pubblichi un articolo del genere senza un minimo di intervento redazionale.

Ah, tra l'altro: parlavamo all'inizio del risveglio del fandom grazie a internet. De Turris chiude l'articolo parlando della scomparsa del fandom, additando fra le cause il fatto che i giovani d'oggi sono troppo "distratti" dai computer, dai videogames e da internet. Ci dispiace davvero: tutti gli altri ormai sono andati avanti, e De Turris è rimasto lì da solo a chiedersi cos'è successo.

Bene, ora che ci siamo tolti il dente, possiamo affrontare con più serenità questo numero 32. Delos due alla quinta, abbiamo scritto in copertina; infatti, come ben sa chi si occupa di informatica, due moltiplicato cinque volte per se stesso fa proprio trentadue. Se lo volete in forma binaria, "00100000". Insomma, trentadue per un informatico è proprio un bel numero tondo, e visto che Delos è una rivista elettronica ci sembra più coerente festeggiare un numero 32 che un numero 30. Anche perché proprio in dicembre, tre anni fa, usciva il primo numero di Delos Science Fiction. E ora possiamo appendere al muro anche il Premio Fantascienza Italia, bandito dal circolo culturale Settimo Inchiostro di Torino, che ha premiato Delos come migliore rivista di fantascienza italiana dell'anno.

Festeggiamo con un numero ricchissimo (più di centodieci file, era accaduto solo col numero 28) di testi e di immagini. Il clou, grazie a un mirabile filotto di interviste realizzate da Marco Spagnoli, è lo speciale dedicato a James Bond e al nuovo attesissimo film Il domani non muore mai (ma 007 è fantascienza? non proprio, ma leggete l'introduzione allo speciale per vedere come la pensiamo). Ma parliamo anche del Quinto Elemento, di Monica Bellucci, delle novità nei telefilm fantastici più famosi e di Robert Heinlein, uno dei più grandi autori della fantascienza classica. Vi segnalo anche una rubrica della posta con un ospite speciale, un reportage fotografico nella rubrica di Vittorio Curtoni Memories of green e due articoli "forti" sulla droga e sul sesso nelle columns di Farinella e di Quaglia.

Noi ci rivediamo a febbraio. Buone feste!

Votate per il Premio Italia! Supportate Delos!

Nel maggio 1998, nel corso dell'annuale Italcon, il Convegno Nazionale del Fantastico e della Fantascienza, verrà assegnato il premio Italia, il più prestigioso riconoscimento Italiano: una sorta di Premio Hugo nazionale. La votazione si articola in due parti: nella prima chiunque può segnalare, per posta, via mail o via web, le opere che verranno candidate alla fase finale. Nella seconda fase, una giuria (alla quale si può chiedere di essere ammessi) deciderà la classifica finale.

www.fantascienza.com e Delos Science Fiction anche quest'anno danno la possibilità di votare direttamente online. Esprimete le vostre preferenze, e, se volete, supportate Delos votando i nostri candidati!

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