Delos 31: Racconto: Ma come si puo' uccidere cosi' un amore? racconto di

Lanfranco Fabriani

ma come si può uccidere

così un amore?

Ogni tanto vale la pena fare un po' di revival, nel senso di andare a ripescare le buone cose che sono uscite nel tempo che fu. Roba italiana, certo, apparsa in riviste italiane. Come questo racconto di Lanfranco, che anche se è uscito nel 1982 su TTM, in realtà è di una attualità impressionante. Spero proprio che non ci si debba ridurre in questo modo. (Franco Forte)

- E si ricordi che se non paga, lunedì dovrà lasciare la stanza. - Mi rincorse per le scale la voce straziantemente arrogante dell'affittacamere.

Alle caselle delle lettere sbirciai per vedere se qualche anima pietosa aveva risposto ad almeno una delle mie innumerevoli lettere. Zero, assolutamente zero. Però lo sportellino era stato forzato, come tutte le mattine. C'era quindi il rischio che qualche anima non pietosa mi avesse fregato le buste per rispondere al mio posto. Avevo cinque o sei mezze idee su tipi capaci di una simile infamia. Ecco gli inconvenienti dell'abitare in un pensionato per disoccupati e ragazze abbandonate. Anzi che ancora non erano iniziati i furti in grande stile ed avevo alcune risposte di rifiuto da allegare alla mia domanda di sussidio mensile di disoccupazione. Probabilmente le mie lettere a quest'ora erano già state trattate con la scolorina e mutato il padrone erano state presentate all'Ufficio Pagamenti Assegni. Bisognerebbe montare la guardia alla posta.

Uscii ed andai ad appollaiarmi all'edicola, sbirciando tra i giornali appesi, cercando di farmi attraverso i titoli un'idea sullo stato del mondo e degli ultimi provvedimenti governativi in materia lavorativa. Ma gli unici provvedimenti sembravano in riferimento a nuove tasse e al servizio militare antidisoccupazione.

L'edicolante cercò di spaventarmi e scacciarmi con un urlaccio e per tenermelo buono comperai un quotidiano di annunci economici.

Me lo portai ai giardini pubblici, dove sbracato su una panchina me lo studiai attentamente. Visto che l'anziana signora accanto alla quale mi ero seduto non riusciva a non guardarmi diffidente, decisi di non deludere le sue aspettative ed iniziai a borbottare sottovoce oscure frasi dense di minaccia fino a che lei fuggì.

Stabilito con il mio occhio super allenato da anni d'addestramento che il giornale era desolatamente privo di inserzioni su cui sognare periodi di riscatto e magnificenza lo piegai e me lo misi in tasca.

Prolungai oltremodo la mia passeggiata mattutina, cercando di prendere una decisione, fino a che capitai nei pressi di un'edicola, e senza farmi vedere dal giornalaio rivendetti il mio quotidiano a metà prezzo al primo disoccupato che si presentò. Aveva la faccia più famelica della mia.

Entrai nel minuscolo bar, e superato il primo impatto con la spessa e cancerogena nebbia di nazionali senza filtro e mozziconi ripassati nelle pipe arrivai al bancone.

- Un espresso.

La barista mi studiò lungamente, e deciso che non avevo la faccia di quello che beve caffècaffè decise di farmelo di cicoria. Mi guardai intorno nel piccolo locale in cui poche lampadine da pochissimi watt cercavano disperatamente di sconfiggere il fumo. Presi la tazza che mi avevano messo davanti senza piattino.

- Guardi che al tavolo si paga il supplemento. - Mi gridò dietro la barista prima che si accorgesse che stavo andando a un tavolo già occupato. - Buon giorno.

Il vecchietto alzò gli occhi dalle sue parole crociate e mi fissò perplesso. - Pezzo d'artiglieria, cinque lettere.

- Obice?

Cercò dove infilarlo, poi lo inserì nello schema con una grande calligrafia tremolante. - Sì, grazie, s'accomodi, già ce conoscemo?

- No, è la prima volta che vengo.

- Ha fatto bbene, c'è sempre 'na prima vorta. - Mi fissò lungamente, cercando di etichettarmi. - Vedo che è bben vestito, non pe' impicciamme dell'affari sua.

- Ho finito la ferma quadriennale per disoccupati che non è molto, e ci tengo a conservare un certo stile, almeno finché posso.

- Fa bbene, lei sì che c'ha er sale 'n zucca. Quann'è che è stato congedato? - Chiese aprendo un grosso quaderno scolastico e sfogliandolo fino a trovare una pagina bianca.

- Cinque mesi e mezzo.

- Vedo che c'ha fretta, 'n genere l'artri fanno passà più tempo prima de rivorgese a noi.

- Era già il secondo periodo, vorrei evitare di non trovare niente in quest'anno e tornare in caserma per altri quattro. E mi sono rivolto ad un'agenzia di consulenze, ho una possibilità su un milione di trovare lavoro entro l'anno.

Annuisce scappucciando una biro. - Me piaceno st'aggenzie, 'n fanno artro che ditte quante possibbilità c'hai, e 'ntanto t'hanno bbello che scippato. Ce lo so che l'esercito è 'n sistema spiacevole, ma bisogna pure contené er numero dei disoccupati a spasso. Nome e cognome?

Lo accontentai.

- Naturalmente lei conosce le mie condizzioni, no?

- Il dieci per cento sul ricavato, sì.

Sorride scusandosi. - Ce lo so che è da strozzini, non è che me ce diverto, me serve pe arotondà la pensione. 'N so se capisce. -

Capivo, capivo, se arrotondava la pensione così, probailmente aveva la casa in campagna intestataa all moglie e qualche qadro d'autore in soggiorno

- Età?

- Ventinove.

- Titolo de studio?

- Durante il servizio militare ho preso la laurea in metallurgia delle basse temperature.

Le sue labbra mal rasate si atteggiarono ad una smorfia scetticheggiante. - Dice d'avé fatto due periodi de ferma pe' disoccupati, interamente? Nun è riuscito a trovà lavoro e a 'nterompeli?

- No, ho fatto prima i quattro anni, dopo l'anno di ricerca occupazione ho fatto il secondo periodo, anche questo di quattro anni, e non voglio tornarci più.

- 'N c'è gnente de strano. Che specializzazzione j avevano dato?

- Operatore radar.

Rise, questa volta di gusto. - Nun me stupisce che 'n abbia trovato lavoro, come radarista nu lo troverà mai. 'Ndo starebbero l'aerei da radarizzà? Perché 'nvece nun prepareno meccanici pe' biciclette? Sembra quasi che lo facciano apposta pe' nun fa trovà lavoro.

A lui sembrava, io invece ero praticamente certo, meglio un esercito molto efficiente e immenso per assorbire la produzione dei pochi occupati, no?

Segnò i miei dati sul foglio. - Che vole? 'N lavoro 'n lavoro fisso o 'na moje?

Lo guardai un po' stupito. - C'è la possibilità di trovare un lavoro fisso, subito?

- Certo che c'è, ma lei ce l'ha i sessanta mijoni?

Scossi la testa, abbondantemente sconsolato. Pensai per un attimo all'idea di una rapina, ma ci rinunciai. Non ero il tipo, troppo svagato.

- Allora gnente da fa. Comunque se lei 'n c'ha tante pretese e sa economizzà nun ce dovrebbe volè morto a mette da parte sessanta mijoni. Avendoce un lavoro, naturarmente.

- Allora mi serve sia un lavoro sia una moglie, ma prima il lavoro, sto finendo i soldi.

Scorse i suoi appunti. - M'ha detto d'ave' fatto otto anni de servizzio militare, ce lo sa tené 'n mano 'n fucile?

- Ci mancherebbe altro.

- Bene, allora c'ho quello che fa pe lei, l'ambiente nun è l'ideale, ma pagano bene. E' 'na sostituzione pe' malattia, ar comune. XXXXIX Ripartizzione. Guardia armata pe' 'n riciclatore de rifiuti urbani. 'Na settimana, se je sta bbene...

- E cosa se ne fanno di una guardia armata?

- C'è gente che va ar riciclatore a rubbà i rifiuti pe poi rivenneglieli 'n'artra vorta.

- Si, credo di capire.

Mi scrisse un indirizzo e una lettera di presentazione su un foglietto unto e bisunto. - Chieda der Rag. Guerini, co due ere, e glie dia anche er mio bijetto da visita. Se ricordi, Guerini, nun avvicini artri.

Presi anche il suo biglietto da visita, in contrasto con il foglietto di carta era notevolmente curato, a quanto pareva ' arrotondamento della pensione gli lasciava qualche spicciolo per simili finezze.

- C'ha preferenze pe la moje? - Chiese.

- I soldi sono una faccenda relativa, preferirei qualcuna con cui sia possibile vivere insieme, anche se non ha molte risorse. -

Rise, -romantico.

- Senta, ha detto che il lavoro è una sostituzione per malattia, c'è la speranza che duri più di una settimana? ~

- Assolutamente no, massimo 'na settimana. E' er loro stile, vonno evità che quarcuno s'affezzioni troppo ar posto e ar momento de lassallo faccia storie. E poi er Rag. Guerini nun c'ha la disponibbilità completa der posto, fa' co' li colleghi 'na settimana a testa, capisce? Oggi è lui che lo venne, la settimana prossima sarà n'artro.

Il lavoro era abbastanza buono, anche se ricordava un po' troppo l'esercito. E poi il vecchio non mi aveva detto che sarebbe stata una settimana di servizio notturno. Comunque, per essere solo una sostituzione non era affatto male, la paga poi era decisamente abbondante, capivo perfettamente che qualcuno potesse affezionarsi ad un lavoro del genere e volesse piantare grane al momento di lasciarlo. Il lavoro era decisamente un'idiozia, si trattava semplicemente di starsene in altana a far ruotare un riflettore e sparare un colpo ogni tanto, non troppo al di sopra dell'altezza d'uomo. Ma da quanto vedevo i ladri dovevano essere veramente affamati, oppure erano anche riusciti a fare l'abitudine ai colpi che fischiavano intorno alle orecchie. Faceva un po' di freddo, ma ancora non c'era la neve, a Roma non c'è mai, ed un po' di caffè bollente e il pensiero dei soldi risolvevano il problema.

I soldi mi fecero comodo, una parte la versai all'affittacamere per tacitarla per un paio di mesi almeno, alle donne non piace sapere che stanno per buttarti fuori, le rende diffidenti.

Tolti i soldi per la sopravvivenza, un'inezia, con l'ultima parte comperai alcune sciocchezze per arredare casa, roba facilmente impegnabile in caso di necessità. lle donne non piacciono le case non arredate, hanno un'aria di provvisorietà, come un accampamento militare o una nave da guerra in un porto, tu sai che lui è lì, poi una mattina vai al molo e scopri che la nave se n'è andata senza lasciare l'indirizzo a cui mandare due righe per avvisare che il pupo è in arrivo. E poi le case non arredate non dicono niente della personalità dei loro abitanti, e neanche questo piace alle donne, vogliono avere degli elementi di giudizio. Gli piace sedersi da qualche parte mentre tu versi da bere e guardarsi intorno cercando di classificarti dai tuoi oggetti. Consigli di un commilitone che a 38 anni ancora non era riuscito a lasciare l'esercito, né un lavoro né una moglie.

Passai davanti ad un'edicola e mi misi a sbirciare le ultime edizioni. Un titolo attirò il mio sguardo "Uccide il marito: "mi aveva sposato solo per i miei soldi"." Deglutii.

Dopo di ciò il vecchio riuscì a trovarmi alcuni lavori socialmente utili da poco, niente che avesse a che vedere con la sostanziosità del primo, ma almeno la pappa c'era, ad esempio l'andare in giro per i depositi di rottami a cercare pezzi per un rivenditore di biciclette usate, oppure raccogliere segatura e chiodi in un mobilificio o fare l'aiutolucida scarpe alla Scuola Superiore di Polizia.

Stavo uscendo da un colloquio in un edificio di periferia. Mi ero fermato un attimo per orizzontarmi, quando nella strada deserta sentii un grido, mi girai e vidi un ragazzo uscire da una traversa e cominciare a correre, con in mano una borsetta da donna.

Iniziai ad inseguirlo, forse potevo beccarmi il premio, uno scippatore doveva fare almeno 120.000, dopo otto anni di esercito non avevo certo paura di correre e l'idea dei soldi bastava a mettermi le ali ai piedi, metaforicamente e praticamente.

Stavo passando davanti alla traversa da cui era sbucato quando uscì una ragazza che mi si affiancò.

- L'ho visto prima io! - Sibilò ansimando, sull'orlo dell'attacco cardiaco.

- Non conta chi lo ha visto, ma chi lo prende. - Replicò, nonostante il fiatone, il mio innato senso di giustizia.

- E' mio!

Voltando l'angolo le lanciai un'occhiataccia. - Non sia assurda, l'ha comprato? -

Mi fermò con una strattonata che mi fece barcollare.

- Adesso il mio ragazzo dovrebbe farsi sei mesi per far vincere il premio a te? Mi piace come logica!

Avevo già sentito qualcosa di simile. La guardai in viso, aveva l'espressione denutrita della donna capace di tutto, anche di involare la posta ad altri disoccupati.

- Non ci credo, il trucco è vecchio.

- Be', cosa sta succedendo?

Vedendo che non lo inseguivamo più e che ci eravamo messi a discutere era tornato sui suoi passi, occhiali, voce ben educata, doveva essere anche laureato, aveva la faccia del fesso che si era lasciato convincere a fare una facoltà umanistica dalle chiacchiere dei docenti impauriti dalla possibilità di finire disoccupati.

- Carlo, diglielo tu, non vuol credere che sei mio.

Lui scosse la testa comprensivo. - Mi dispiace, ma come vede possiamo benissimo fare senza di lei.

- Va bene, va bene, buona fortuna.

Mentre me ne stavo andando sentii la ragazza inferocita.

- Ma di, eri impazzito a correre in quel modo? Volevi farmi crepare? -

Svoltato l'angolo mi ritrovai davanti alla sterminata tendopoli antistante l'Ufficio di Collocamento di quartiere. Ero lontano da casa, e decisi di sacrificare parte del mio capitale nell'acquisto di un biglietto orario dell'autobus. Sperai che il mezzo arrivasse subito, e non trovasse traffico. Se riuscivo a scendere in venti minuti avrei potuto rivendermi i restanti quaranta.

Il mezzo arrivò ed era incredibilmente vuoto, e ciò non mi lasciò scelta, dovetti pagare il biglietto. Lanciai un'occhiata circolare alla ricerca di giornali aperti, visto che avevo pagato era una buona cosa che sfruttassi il prezzo fino in fondo. Ma tutto quello che riuscii a trovare fu un "Corriere Militare", meglio di niente.

Compiuta un'impeccabile manovra di avvicinamento, mi immersi nella lettura, forse un po' troppo ravvicinata.

Dopo qualche minuto l'ufficiale si girò seccato per il mio fiato caldo sul collo, poi sorrise.

- Caporale Della Corte, che bella sorpresa, e sì che Roma è grande! -

Non abbastanza, a quanto pareva! Tra tutti proprio la mia ex comandante di batteria, dovetti anche stringerle la mano.

- Sentiamo molto la sua mancanza, sa? Ci siamo resi conto che non abbiamo mai avuto un radarista bravo come lei. Avrebbe dovuto vedere le ultime valutazioni, abbiamo fatto pena. Dovrei avercela con lei per la sua testardaggine sul voler usufruire dell'anno sabbatico.

Mi guardai intorno alla ricerca di un buco dove sparire.

- Sa, proprio non ho capito la sua impuntatura per l'anno sabbatico per trovare lavoro, poteva farlo tranquillamente sotto le armi, no? Come ha fatto domande a destra e manca per tutti i quattro anni di ferma poteva continuare a farle anche durante l'anno, perché congedarsi? E poi glie l'ho detto, dovrebbe fare domanda per l'inserimento nella carriera, è ancora in tempo sa? Dopotutto cosa c'è di strano nel fatto di fare tutta la vita nell'esercito? C'è chi lo fa perché non trova lavoro e viene riportato da noi, dopo che è renitente per la sesta o settima volta, perché non farlo da sottufficiale, no?

- La prossima fermata è la mia. - Cominciai amareggiato per i soldi del biglietto buttati al vento, mi accostai alla porta dopo averle stretto la mano, ma lei mi seguì come un piazzista.

- Non vediamo l'ora che lei torni con noi, sa?

- Non ci conterei troppo, dopotutto ho ancora sei mesi e mezzo per trovare qualcosa.

Rise allegra. - Ma dico, non crederà veramente di trovare lavoro. Piuttosto pensi a riguardarsi, per quando ritornerà. -

Scesi, e mentre l'autobus ripartiva si affacciò dal finestrino per salutarmi con un "le terremo libera la branda".

A terra respirai profondamente il biossido di carbonio arricchito da gasolio incombusto gentilmente donatomi dalla solerzia dell'Azienda Autonoma Trasporti. Certi incontri sembrano fatti apposta per guastare la tua armonia interiore, decisi di passare dal vecchio la sera stessa.

Guardai verso le persone radunate alla fermata, purtroppo erano solo tre, avrei dovuto pensarci prima di comprare il biglietto, non era un'ora di punta.

- Ho un biglietto, ancora quarantacinque minuti di validità, c'è nessuno che lo vuole? Cinquanta per cento del prezzo.

Due neanche mi guardarono, mentre il terzo era la persona che nessuno si augurerebbe di incontrare, tutto nel suo atteggiamento denunciava lo strozzino pronto a questionare sul prezzo.

- Quarantacinque minuti a metà prezzo? Ma mio caro ragazzo, Roma è grande, dove vuoi che si possa andare con quarantacinque minuti? Metà prezzo, mi sembra un po' troppo, tutt al più posso darti il trenta per cento, considera poi che più stiamo qui a discutere più il biglietto scadrebbe.

Mi piazzò davanti tre foto. - Me dispiace, ma nun c'è morto, questa è 'na stagione de punta. Nun je nisconno che ar giorno d'oggi è difficile. Troppi furbi, matrimonio, dopo qualche mese, alla prima scusa divorzzio co gl'alimenti. Cretini che rovineno er mercato, è ovvio che le donne diventeno diffidenti. E poi nun me piacciono 'sti sistemi, io ce credo ar matrimonio, ar fasse 'na famija.

Studiai le foto e presi quella della più carina. - Questa?

Storse il naso. - Nun so se je conviene, pe' un principiante come lei, è 'na caposquadra.

- Ed allora?

- Guadagna più dell'artre, e quindi tende a esse più guardinga, sa d'esse 'na preda ambita, 'n je nisconno che ce se so rotti le corna in morti, anche più esperti di lei.

Scartai la seconda e studiai la terza, il tutto era completamente assurdo, basarsi solo su una foto, senza conoscerla e senza poter dire niente. E se non funzionavamo come carattere? Avrei perso tempo e denaro, ma non c'erano altre possibilità.

Tutta la faccenda mi piaceva poco, ma di fronte all'alternativa di tornare in caserma...

- E questa?

- Co questa già annammo morto mejo. Ma consideri che nun c'ha 'n gran stipennio, ma se nun je 'nteresseno eccessive comodità basta pe' due persone, e poi quanno c'è l'amore c'è tutto.

Mi venne il sospetto che mi stesse prendendo in giro.

- E' solo 'na magazziniera dei Vigili der Foco, 'na gran brava ragazza, la conosco personalmente, e quarche possibbilità de cariera, soprattutto se deve comincià a badà a 'na famija, ce l'ha puro lei. Nun è 'n osso duro, c'ha solo bisogno de morta cura, nei limiti der possibbile, quarche sera a cena, anche solo pizze s'entende, 'n bravo ragazzo come lei, co la testa sulle spalle se la potrebbe cavà benissimo. E poi c'è 'n vantaggio. -

Chiesi quale.

'N genere lei paga e io fornisco 'n dossié morto completo, poi toccherebbe a lei, la mossa der primo 'ncontro, intendo, e me dia retta, c'è tanta povertà de fantasia che finischeno tutti collo scontro de biciclette, come se ar giorno d'oggi ce fosse ancora quarcuna tanto scema da credece. In genere su la prima mossa cascheno tutti come broccoli e riescheno solo ar seconno o terzo tentativo, e quinni e 'n sacco de tempo che se ne va sprecato. Mo, visto che lei c'ha 'na certa fretta der tutto comprensibbile, se da er caso che pe 'n piccolo sovrapprezzo potrei faje trovà un posto in quer magazzino come guardia armata. Solo pe 'na settimana, però sarebbe già quarche cosa. -

Non badai alle chiacchiere e mirai al sodo.

- Quanto?

Naturalmente la cifra che disse era tutt' altro che piccola.

- Naturalmente se po' fa 'na comodissima rateizzazzione, dopotutto che so i sordi rispetto a 'na moje, alla sicurezza der focolare domestico? - Scosse la testa. - E' tragico come voi gioveni moderni nun comprennete più 'ste cose.

- Suppongo che dovrei inventare una storia, un lavoro.

Scosse la testa. - Che javevo detto? Voi gioveni nun capite gnente, come crede che se senta 'na donna quanno vede l'omo che je se smonta davanti pezzo pe pezzo 'ntanto che le bugie se sveleno? Zip, sparisce er lavoro, zip sparisce la casa, pare no spojarello. No così, lo dica subito che è disoccupato, faccia er viso tirato, che nun c'ha amici, anzi, che nun conosce 'n cane, magara che ha appena finito 'na cura disintossicante e che c'ha paura de ricascacce, e che sa che se torna sotto le armi ce ricasca de sicuro...

Non lo lasciai finire. Tirai fuori il portafoglio e facemmo lo scambio, banconote da una parte e dossier dall'altra.

- Non è che magari è tutto un imbroglio?

- Sarebbe a di?

- Che magari lei è d'accordo con queste tre signorine, e che è tutto un trucco per spillare soldi, nel senso che vende sempre questi tre dossier anche se sà che nessuno concluderà mai.

Rise. - Me possino cecamme se c'er trucco. Ce lo sa quanti anni so che sto a fa 'sto lavoro? Dieci, quanto pensa che sarei durato a fa come dice lei? - Cominciò a ritirare fuori le parole crociate. - Se ricorda che j avevo detto quanno l'ho vista? "Lei si che c'ha sale 'n zucca". Je telefono stasera pe sistemà la faccenna der lavoro, ma se sbrighi, se prepari 'n piano d'azzione e nun sprechi tempo perché più de 'na settimana nun je posso dà. So' sicuro che nun je serve nessuno e che lo farebbero solo pe fa 'n piacere a me.

Sfogliai il dossier perplesso, non avevo mai visto un lavoro tanto accurato, c'era tutto, anche quello che pensava, che tipo di musica, di film e tutto il resto.

Sospirò. - Era bello quanno 'na vorta le donne se affidavano alle aggenzzie matrimoniali, e no come adesso, che noi omeni dovemo fa' tutto de nascosto, senza dije gnente, come se fosse da annà a caccia. -

Mi alzai.

Mi tese la mano. - Be', che je devo di, bbona fortuna, se nun ce dovesse riuscì me riporti er dossié che je lo ricompro a metà prezzo, ma nun se stia a preoccupà tanto, vedrà che è tanto 'na brava ragazza.

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