Si può riscaldare la stessa minestra più e più volte? A Hollywood si può, George Lucas col suo cinemamburger stellare lo va dimostrando a tutti da anni, ma gli esempi sono innumerevoli (no, dico, lo avete visto l'ultimo Bond?). Star Trek - La Nemesi mancava quasi totalmente di sapore e anche Matrix Reloaded riutilizzava spudoratamente gli ingredienti del primo film. Tuttavia l'estate americana non può definirsi tale se non c'è almeno qualche seguito di film famoso in arrivo nei cinema e tra i più attesi quest'anno c'era sicuramente Terminator 3 - Rise of the machine. Orfano di James Cameron il franchise pare giunto al capolinea e di questo parere sembra essere anche la critica cinematografica specializzata, peraltro sempre dubbiosa (giustamente) quando si parla di numeri 2, 3, eccetera.

"Nonostante tutta la pubblicità e l'inevitabile (e probabilmente breve) primo posto in classifica" scrive A. O. Scoot sul New York Times "T3 è essenzialmente un film di Serie B, contento di essere rumoroso, sciocco, scontato e di lasciare il compito di affrontare le Grandi Idee a intellettuali come Keanu Reeves e Hulk." Tale conclusione pare condivisa anche da altri suoi illustri colleghi. R. Ebert sul Chicago Sun-Times la mette in questi termini: "Tra i recenti film di sci-fi Hulk rappresenta la tradizione della fantascienza riguardante idee e personalità e T3 invece quella scema per le orde che affollano le multisale." G. Whipp del Los Angeles Daily News descrive T3 come "il miglior B-movie da 175 milioni di dollari della storia, peculiarità che suona tanto vuota quanto potreste aspettarvi." L. Lumenick sul New York Post scrive che il film "è quello più immediatamente dimenticabile tra i blockbuster usa e getta da 200 M$ (o giù di lì) di questa estate." Dal Canada gli fa eco R. Groen che sul Toronto Globe and mail scrive che il film non sarebbe "terribilmente brutto, solo banale, semplice routine, più horror convenzionale che mito fantascientifico e comunque ben al di sotto di quanto è venuto prima", riferendoci chiaramente ai primi due film.

Anche sul fronte degli incassi i risultati sono stati buoni ma non certo eccezionali, nonostante l'uscita nell'ambitissimo week-end lungo dell'Indipendenza Americana. 44 milioni di dollari contro i 52 incassati lo scorso anno nello stesso fine settimana da Men in Black II. In tutto il periodo dei giorni festivi l'incasso totale di T3 è stato di 72 M$ contro i 90 di MiB II nel 2002.

La carriera di Arnold Schwarzenegger sembra davvero essere arrivata alla frutta. Il granitico bisteccone da tempo strizza l'occhiolino alla politica e già qualcuno lo vede perfetto Governatore della California. Del resto gli Stati Uniti ci hanno già regalato in passato sorprendenti carriere in politica per attori pronti per la disfattura. Ronald Reagan insegna che dalla mecca del cinema si può uscire dalla porta di servizio per poi arrivare la dove nessun attore era giunto prima. La differenza stavolta potrebbe consistere nel fatto che il candidato in questione è un immigrato austriaco.