Delos 29: Pensiero Stocastico Pensiero Stocastico

di Roberto Quaglia

quaglia@fantascienza.com

il mito di diana,

nel trentennale della

morte della principessa triste

Secondo Robert Sheckley, per troppo tempo ormai Roberto Quaglia non è stato famoso. Secondo Ugo Malaguti, è un genio. Roberto Quaglia, ovvero il rappresentante della fantascienza del nostro Paese più famoso all'estero e più sconosciuto in Italia, continua a fare tante domande e a rifiutare tutte le risposte.

Soprattutto, la redazione ci tiene a specificare che la responsabilità di ciò che segue è tutta esclusivamente dell'autore...

Sono ormai passati trent'anni dalla gloriosa morte della principessa Diana e non è davvero azzardato sostenere che, un po' come Gesù Cristo e Marilyn Monroe, Lady Diana abbia causato più effetti nella società umana da morta rispetto a quando era viva. Gli scienziati moderni hanno il loro bel daffare a spiegarci, con l'ausilio di incomprensibili equazioni matematiche e para-matematiche, che non è assurdo - come a prima vista sembrerebbe - che una persona possa risultare più efficace a causare effetti da morta che da viva. Siamo per antica educazione portati a credere che convenga essere vivi rispetto ad essere morti, più che altro perché quando sei morto nessuno si accorge di te. E se nessuno si accorge di te la tua esistenza non serve a un bel niente, tanto è vero che di solito si ritiene che i morti non esistano, perché se esistessero sarebbero vivi, o al limite moribondi.

Ebbene oggi queste antiche saggezze popolari non valgono più. Gli scienziati hanno dimostrato matematicamente e para-matematicamente che il passato e il futuro sono un po' la stessa roba e che anche il presente non è poi quello che sembra. E noi classifichiamo le fasi della nostra vita dividendo ciò che ricordiamo da ciò che non ricordiamo - e inventiamo a tal fine un immaginario passato e un immaginario futuro - e inoltre decidiamo che la nostra sensazione di percepire qualcosa è il presente. Tutte balle, dicono gli scienziati. Il passato, il presente e il futuro sono la stessa cosa ed è la nostra deficienza che se li immagina separati per capirci qualcosa. Ed è per questo, dicono gli scienziati (anche se noi persone normali proprio non vediamo il nesso), che ci possono essere individui morti che nondimeno esistano, nonché persone vive che invece non esistono o quasi. Ciò che causa effetti esiste, mentre ciò che non ne causa non esiste. E, da quando è morta, lady Diana si è messa a causare molti più effetti di quando era viva, e quindi esiste molto di più, anche se lei magari non se ne accorge. Ma noi sì, ce ne accorgiamo, e se ne accorgeranno anche i nostri discendenti.

Si schiantò in auto a duecento all'ora senza cinture di sicurezza nella spietata notte parigina, un atto che obnubilò il mito di James Dean anche se oggi ci pare ridicolo. Le auto moderne, infatti, sono guidate dal computer di bordo con l'ausilio del controllo satellitare, e nessuno può più morire per un incidente d'auto, tranne che a causa dei frequenti guasti del computer o in conseguenza di deliberati sabotaggi informatici. Si schiantò spericolatamente in auto come James Dean e ciò valse da conio per il mito delle principesse bruciate. Già Grace di Monaco, anni prima, era incorsa in un tale destino, ma per innescare il mito delle principesse bruciate una sola principessa schiantata non basta. Ce ne vollero due.

Perché Diana, quella notte si schiantò contro il pilone di cemento nel famoso tunnel parigino? Per molti anni illustri opinionisti cianciarono nel merito a vanvera bisticciandosi nella contrapposizione di argomenti idioti che avevano l'unica funzione di garantire il guadagno della pagnotta da parte degli opinionisti e di chi aveva il proprio daffare a smerciare le loro ciance. Oggi sappiamo, a detta dei dottissimi luminari delle Scienze Complesse, che c'è ben poco di casuale nei grandi eventi che scuotono e modificano le società. La società umana si comporta in un certo senso come un formicaio. Un formicaio ha necessità e regole assai complesse, le quali trascendono la volontà e sfuggono alla comprensione delle singole formiche che lo compongono. Se al formicaio è utile che gruppi di formiche periscano, essi periranno senza che alcuna formica possa ciò prevedere, né spiegare. E se il paragone fra il formicaio e la società umana è inappropriato, lo è solo per difetto. L'umanità è un sistema straordinariamente più complesso di un formicaio e, come tale, proporzionalmente inesplicabile. Quello su cui oggi gli studiosi convengono, è che Diana Spencer morì perché all'umanità era più utile da morta che da viva. Una cosa che probabilmente già accadde a Gesù Cristo, Marilyn Monroe, Moana Pozzi e chissà quanti altri. Non a caso Madre Teresa di Calcutta morì subito dopo, con quasi perfetta sincronia. I maligni dissero che Madre Teresa morì d'invidia. I banali dissero che morì di dolore. Noi sappiamo che ella morì assieme a Diana perché evidentemente all'umanità conveniva così.

L'utilità di Lady Diana Morta è testimoniata da tutta la storia dei trent'anni che seguirono il suo fatale sacrificio.

Pochi oggi lo ricorderanno, ma nei giorni che seguirono l'evento ci fu chi invocò la distruzione delle celebri immagini della Diana morente. Un nonsenso che fu bollato d'ipocrisia da parte dei pochi savi di allora, ma in realtà la parola ipocrisia definisce lo stato delle cose in modo incompleto. Le schiere dei censori erano vittime dei tipici deliri nei quali incorrono coloro che interpretano la realtà in modo opaco e distorto, storture di pensiero che la storia inevitabilmente punisce cancellando. L'oblio è calato sui futili argomenti di tali censori falliti, e oggi la distruzione di tali storiche immagini sarebbe da chiunque considerato un crimine equiparabile alla distruzione della Sacra Sindone - ovvero quanto di più vicino vi sia alla fotografia del Cristo morente.

Ai funerali di Diana parteciparono infinitamente più persone di quelle che, anni dopo, avrebbero preso parte ai funerali della regina Elisabetta. Un evento che segnò il principio della fine della monarchia nel Regno Britannico.

Nei paesi dove Diana era popolare, per alcuni anni il numero dei morti in incidenti automobilistici s'impennò sensibilmente. Diana era morta per lo spiaccicamento della Mercedes sulla quale viaggiava. Contrariamente ai timori della casa automobilistica tedesca, le vendite di Mercedes aumentarono. Soprattutto, però, aumentarono la quantità percentuale di incidenti mortali su Mercedes o contro Mercerdes. Anche l'industria cinematografica si mostrò sensibile al nuovo trend, scegliendo sempre più spesso delle Mercedes per inscenare i propri tradizionali autoscontri. L'immagine della casa automobilistica tedesca si velò di una luce tetra, mentre i fatturati aziendali si coloravano di una dorata luminescenza. Crebbe, negli Stati Uniti, anche la richiesta di autisti alcolizzati. Gli americani sono sempre stati un popolo più suggestionabile degli altri.

Nacque una nuova classe di professionisti: i Dianologi.

C'erano due tipi principali di Dianologi: quelli che animavano i salotti televisivi nelle liturgiche disquisizioni sul mito di Diana e quelli che, dietro le quinte della grande industria, escogitavano nuovi artifizi per convertire in denaro il mito di Diana.

Dopo qualche tempo la gioventù alla moda si divideva in due: quelli che indossavano T-shirt, mutandoni e berrettini con l'immagine di Diana viva e sorridente e quelli che indossavano T-shirt, mutandoni e berrettini con l'immagine di Diana morente. L'antico dualismo fra istinto di vita e istinto di morte prese la forma di questa originale manifestazione, con tutte le commistioni del caso. Esibire in pubblico una maglietta con Diana sorridente e scoprire in privato mutandoni con Diana agonizzante comunicava una personalità ben distinta da chi optava per una scelta inversa o diversa. Anche gli uomini dediti all'eleganza formale della giacca e cravatta potevano indulgere a cravatte alla moda con le varie versioni di Diana stilizzate ogni anno in modo diverso. Chi titubava di fronte alla troppa evidenza di Diana sulla cravatta spesso allora indossava i calzini di Diana. Nella versione Yin e Yang un calzino mostrava la Diana ridente e l'altro la Diana morente. I calzini Yin e Yang di Diana furono di moda per ben due anni.

I Dianologi non si limitavano a concepire capi d'abbigliamento nel segno di Diana.

Grandissimo scandalo e ancor più grande successo commerciale conobbe il Dianagochi, la versione del Tamagochi con Lady Diana. Milioni e milioni di persone in tutto il mondo si affezionarono al Dianagochi, contraendone assuefazione. Il Dianagochi era più complesso del Tamagochi. Bisognava allevare ed accudire la giovane principessa virtuale, che però non si accontentava delle semplici cure che bastavano al pulcino o al cagnolino delle precedenti versioni. Quando lady Diana aveva fame, bisognava azzeccare le raffinate pietanze di cui ella necessitava per non deperire. Somministrandole per sbaglio cibi volgari, la principessa virtuale si ammalava di anoressia e se non si correva ai ripari moriva. Anche farle fare i suoi bisognini non era cosa del tutto semplice. Il suo aristocratico pudore imponeva un complesso rito di atti necessari a tutelare la sua privacy durante l'operazione. Non parliamo poi dei problemi connessi al vestirla. Ma l'autentico tormentone tipico del Dianagochi erano le intrusioni nell'intimità di Diana da parte dei fotografi mentre lei prendeva il sole in topless, o era nella vasca da bagno, o usciva da un ristorante. Bisognava allora proteggerla dai flash dei fotografi, altrimenti lei saliva in auto con un autista ubriaco e si andava a schiantare contro un pilone e il Dianagochi era da buttare via. Nella versione per adulti del Dianagochi bisognava provvedere anche ai bisogni affettivi della bella principessa virtuale, fornendole gli amanti di cui ella aveva periodicamente bisogno, facendo molta attenzione a non sbagliare amante. Quando Diana s'invaghiva dello sceicco non le si doveva procurare lo stalliere, né viceversa. Se si errava a fornirle l'amante Diana finiva a cena con l'uomo sbagliato e con lui poi si stampava in auto contro un pilone e il Dianagochi era da buttare via.

Più prevedibili del Dianagochi furono le centinaia di versioni di videogame che tramite Internet invasero i computer di mezzo mondo, giochi incentrati sulla vicenda di Diana. I primi ad apparire, ovviamente, furono i giochi che ricostruivano il contesto della morte della bella principessa triste. C'erano giochi dove tu eri l'autista Henry Paul e dovevi seminare i paparazzi nello scenario perfettamente ricostruito delle strade parigine, combattendo contro uno spiritello alcolico che ogni tanto ti faceva perdere il controllo della vettura. Altri videogame ti ponevano nel ruolo dei paparazzi all'inseguimento, sfidandoti a fotografare Diana e Dodi senza costringerli a schiantarsi - evento che ti faceva perdere la partita perché finivi in prigione e ti strappavano il rullino delle foto. Ma c'erano naturalmente anche i giochi dove la sfida era proprio quella di riuscire ad abbagliare l'autista Henry Paul con i flash per costringerlo a uscire di strada, dopo avere logicamente provveduto, in una fase precedente del gioco, a farlo ubriacare al bar dell'Hotel Ritz dopo essersi assicurati la complicità del barista.

Giochi e giochini furono però solo un infinitesimale dettaglio dell'ammasso di effetti che l'esistenza di Diana Morta ha inferto alla società umana.

Quando infatti, pochi anni dopo il tragico evento, iniziarono a circolare foto di Diana intenta in una prestazione di coito orale nei confronti del suo fidanzato sul sedile posteriore dell'auto pochi istanti prima della tragedia, il mondo si trovò alle prese con un vero e proprio salto di paradigma. Gli storici oggi concordano sul fatto che si trattarono di abili fotomontaggi o, più precisamente, di una sofisticatissima costruzione al computer di immagini mai verificatesi nella realtà. Sul momento, però, lo sconcerto nel mondo fu immenso. I Dianologi più pruriginosi avanzarono la tesi che la principessa e il suo amante avessero inteso concedersi un istante di trasgressiva ebbrezza, inebriati dal rischio di poter essere raggiunti, pur sul filo dei duecento all'ora, da qualche fotografo che avrebbe potuto documentare tale loro improbabile intimità. Furono anche avanzate oscene illazioni su cosa potesse quindi essere esattamente accaduto nel momento dell'impatto. Quasi tutta l'umanità, comunque, non credette alla veridicità delle immagini che furono ad essa mostrate, e fece bene. La conseguenza fu che, da allora, la documentazione visiva di un evento smise di valere da dimostrazione della veridicità dell'evento stesso. L'umanità imparò a non credere più a ciò che vedeva. Oggi, a trent'anni dalla morte di Lady Diana, è per tutti noi normale guardarci una bella commedia nella Internettivù appesa in salotto, interpretata da Marilyn Monroe, Stanlio e Ollio, Jack Nicholson, Gorbaciov e Lady Diana tutti insieme. Come sappiamo, non servono quasi più gli attori in carne ed ossa per confezionare i film. I grandi computer di Hollywood dispongono oggi di favolose librerie di personaggi dalle quali attingere - perfette rappresentazioni analogiche di individui effettivamente esistiti o interamente creati - così come librerie di scenari, paesaggi e algoritmi di mobilità. Un film oggi viene partorito da un computer bello e pronto secondo una magia analoga a quella con la quale una donna partorisce un perfetto bambino dopo nove mesi di gestazione. Anche la trama dei film, solitamente, è organizzata dal computer. Tutto questo è normale e oggi ci siamo abituati a considerare illusoria ogni immagine o sequenza di immagini che ci venga mostrata. Ai tempi di Lady Diana non era ancora così. L'improbabile coito orale in punto di morte della Principessa Triste fu la chiave di volta in cui le persone iniziarono a comprendere che le immagini che venivano loro mostrate non erano necessariamente vere.

Se ciò che si vedeva poteva non essere vero, logica consentiva che si potesse iniziare a vedere qualcosa che non ci fosse anche se nessuno te la mostrava. Così, d'un tratto, migliaia di persone nel mondo iniziarono a testimoniare sul fatto che la principessa Diana fosse loro apparsa. Gli avvistamenti di Diana si propagarono e moltiplicarono con incredibile velocità, surclassando per quantità e qualità delle manifestazioni le tradizionali apparizioni della Madonna e degli UFO. Ci fu chi vide Lady Diana e guarì da un tumore. La Principessa Triste diventò la prima fonte di miracoli del mondo e il Vaticano non rimase insensibile.

Pochi anni fa Lady Diana Spencer fu beatificata dalle autorità Vaticane, che oggi hanno finalmente riunito tutte le Chiese Cristiane nel mondo in un culto unitario. Vicino all'immagine della Madonna, sulle pareti di moltissimi devoti del mondo cristiano, pende oggi anche l'immagine di Diana, protettrice della gente qualunque. La ragazza qualunque che divenne principessa d'Inghilterra, per un amore e un tradimento qualunque perse il suo regno e lasciò la vita in un incidente d'auto qualunque. Ora è la principessa dei santi. La Santa della Gente Qualunque. Ed esiste molto di più di quando era viva anche se lei non se ne accorge. Ce ne accorgiamo noi e sempre se ne accorgeranno i nostri discendenti che crederanno in lei e nel suo formidabile mito qualunque.