Molti di voi forse ricorderanno la celebre trilogia di Helliconia, di Brian Aldiss, dove un pianeta, Helliconia appunto, compie una rivoluzione attorno a una stella doppia, Freyr, in poco meno di 2600 anni. Ciò significa non solo che, ovviamente, un anno di Helliconia dura 2600 dei nostri, ma anche che ciascuna delle stagioni del pianeta dura quasi 650 anni, con incredibili conseguenze a livello politico, sociale e biologico. Ebbene, quello che succede a Nettuno è qualcosa di molto simile, benché in maniera non così esasperata. Un anno nettuniano dura infatti circa 164.8 anni terrestri, così le sue stagioni durano poco più di 40 anni e proprio in questo periodo ci sono le prime conferme che il clima del pianeta sta cambiando. A dire la verità gli scienziati stanno osservando già dal 1980 una brillantezza sempre maggiore del pianeta, cosa che induce a pensare che sia stato quello l'inizio del periodo primaverile. Ma soltanto oggi, grazie alle numerose immagini scattate dal telescopio Hubble tra il 1996 e il 2002, il cambiamento climatico è stato confermato dalla manifestazione di bande nuvolose sempre più estese e brillanti. "Questo mutamento sembra proprio una risposta a delle variazioni stagionali nella luce del sole, come quelle che sperimentiamo sulla Terra", ha confermato Lawrence A. Sromovsky, che da anni studia l'atmosfera di Nettuno. Avendo un asse di rotazione inclinato di 29.6°, non molto dissimile da quello della Terra (23.5°), Nettuno dovrebbe avere comportamenti stagionali del tutto comparabili a quelli terrestri, con i due emisferi che presentano stagioni alternate e una fascia equatoriale sostanzialmente immune alle variazioni climatiche stagionali. Anche nel caso di Nettuno, sarebbe quindi la variazione di temperatura dei due emisferi a determinare la complessa dinamica dell'atmosfera del pianeta, nella quale sono stai osservati fortissimi venti ciclonici che soffiano fino a 1500 km/h. Resta però da verificare se questa variazione di temperatura è causata soltanto dall'irraggiamento del Sole che, non bisogna dimenticare, è 900 volte più debole che sulla Terra, oppure se esiste anche qualche fonte di calore endogena, responsabile della complessa dinamica atmosferica. Se ulteriori osservazioni del pianeta confermeranno ­come sembra- l'ipotesi stagionale, sarà ragionevole supporre la preponderanza degli effetti di irraggiamento dovuto al Sole rispetto a una qualsiasi sorgente di calore interna al pianeta. In questo caso, il pianeta dovrebbe continuare a diventare sempre più luminoso e nuvoloso per i prossimi vent'anni, ovvero fino all'inizio dell'estate nettuniana.