Una Buick finisce in modo piuttosto inusuale nel deposito giudiziario della contea di Statler. In realtà il conducente è semplicemente sparito mentre il benzinaio faceva il pieno alla sua macchina. La squadra di polizia della zona ritiene di doverla togliere dalla strada, dal momento che essa in primo luogo non potrebbe neanche circolare. Il suo motore è strano, sembra un giocattolo, gli agenti della squadra scientifica, amichevolmente convocati, restano perplessi, pensano ad uno scherzo.

La macchina assume via via un'aria minacciosa agli occhi della squadra D. Il capannone che la ospita subisce strani sbalzi di temperatura, e luci pirotecniche sembrano ogni tanto scaturire dall'auto. Per non parlare del fatto che i copertoni non trattengono neanche un sassolino, lo sputano via letteralmente, e poi c'è la faccenda della carrozzeria, che sembra auto ripararsi, finchè un giorno la macchina partorisce qualcosa...

A volte una Buick è una macchina, soltanto quello... altre volte no.

E naturalmente è di una di queste volte che King si accinge a narrare, con la solita maestria lasciando molte domande e quasi nessuna risposta.

I protagonisti del nuovo romanzo di King sono una squadra di poliziotti, come ce ne sono tanti. Solo che questi a tempo perso fanno gli osservatori, occasionalmente gli scienziati e sicuramente i testimoni. E le cose di cui ci raccontano non sembrano essere possibili, persino ad una squadra di poliziotti che di cose strane ne ha viste.

Durante tutto il racconto, King mantiene un tono lento e leggermente nostalgico, ma alcuni passaggi della trama restano impressi nella mente con una forza inaudita, il messaggio non è affatto rassicurante. La macchina è un'occasione di riflessione sui misteri della vita, a volte è una porta, ma di quelle che non vorremmo mai aprire...peccato che di queste porte il mondo è pieno. Ci sono Buick dappertutto.