Delos 26: L'ABC di Italcon '97 di Francesco Grasso

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l'abc di italcon '97

Com'è ormai tradizione, anche quest'anno il reportage del Convegno Nazionale del Fantastico, ve lo proponiamo nella versione scanzonata e brillante di Francesco Grasso. Il quale, questa volta, per far capire meglio cosa voglia dire Italcon, ha messo giù un vero e proprio piccolo glossario...

A come Arrivo. L'apertura della Italcon, quest'anno, coincide con la festività del Primo Maggio. Come spiacevole conseguenza, i congressisti vengono accolti alle porte di S.Marino da un carnaio di turisti e di festaioli da long-week-end. Quella che gremisce la Rocca e il Centro Storico è un'umanità calda e sudaticcia, dal cui abbraccio è immediato sentirsi soffocati. Unica oasi di quiete e frescura di tutto il principato, il Teatro Titano, sede della convention. Essendo affollato solo dei partecipanti alla manifestazione, difatti, secondo tradizione esso è pressoché deserto: un'isola di salvezza.

B come Biondone. Vedi polacche.

C come Chi sarà? Ovvero Che aspetto avrà? Sono questi gli interrogativi che rendono eccitante e al tempo stesso gravido di suspance il primo giorno di Italcon. Espletate le formalità di iscrizione, il tipico congressista si aggira nervosamente per le sale della conferenza, tentando subdolamente di carpire l'identità dei vicini. E' sempre un'emozione straordinaria, propria del primo giorno di convention, dare un volto a un nome conosciuto solo attraverso le opere lette o uno scambio epistolare, trovarsi finalmente di fronte una penna o una voce più volte ascoltata ma di cui ancora s'ignora il proprietario. Si va, ovviamente, incontro a sorprese e delusioni. Quasi sempre, difatti, l'aspetto fisico dei colleghi congressisti non è quello che ci si aspettava. Personaggi da sempre ammirati, che si immaginava d'aspetto brillante, che si pensava geniali, spavaldi, belli e tenebrosi, avranno invece una faccia da fesso. Al contrario, nomi noti e mal graditi, cui la nostra immaginazione malvagia assegnava volti lombrosianamente rivelatori, avranno invece una faccia da fesso.

D come Duellanti. La piazzetta antistante il Teatro Titano ospita, in occasione della convention, un gruppetto di enigmatici ragazzotti che, armati di lance, spade e grosse mazze di cartapesta, se le danno di santa ragione a beneficio degli spettatori. Uno di costoro è vestito da Mago Zurlì (con tanto di mantello), un altro da SuperPippo (inclusa la calzamaglia pigiamesca); un terzo sembra la controfigura di Johnny Dorelli nella mitica parte di "Dorellik". Forse è proprio lui.
Sotto un sole rabbioso, i suddetti ragazzotti, sudando come delle bestie, continuano a scambiarsi simpatiche mazzate per tutto il giorno. Ma il vero spettacolo non consiste nel loro combattimento, tuttalpiù interessante per gli studiosi della degenerazione e dell'abbrutimento umano. Al contrario, restano indimenticabili (veri istanti epifanici) le espressioni sul viso dei turisti stranieri che, tapini, giungono completamente ignari alla piazzetta del Teatro e si trovano di fronte questi figuri che duellano come invasati nel caldo belluino del Maggio sanmarinese. Sembra che una villeggiante tedesca, rivolta al marito pensionato, abbia commentato con disgusto: - A' Hermut, ma 'st'imbecilli je 'a fanno a entra' 'n Europa?
E sembra che il marito abbia risposto: - N'ja fanno!

E come Er catena. Quest'anno il giochino del "Chi sarà?" si accresce di nuovi e inquietanti significati. Due congressisti, Emiliano Farinella e Riccardo Saettone, giungono infatti alla convention reduci da un durissimo scontro "virtuale" (ovvero disputato sulla mailing-list dedicata alla fantascienza) con un terzo appassionato, tale Jacopo Toccaceli. Durante tale scontro, dopo un vivace scambio di insulti, costui si è definito "uno che non si tira indietro davanti allo scontro fisico". Per questo motivo Riccardo ed Emiliano (che fisicamente è un Woody Allen dopo l'influenza) si aggirano preoccupatissimi per le sale della Italcon: non hanno ancora visto in carne e ossa il loro acerrimo avversario, e temono di trovarsi di fronte uno Schwarzenegger che muoia dalla voglia di concludere manualmente il loro scontro verbale. Invano i compagni di mailing-list tentano di rincuorarli. - Non preoccupatevi. - li incoraggiano - Jacopo in realtà sarà un ragazzo tranquillo, mingherlino e timidissimo. Vedrete...
Ma ogni rassicurazione svanisce quando fa la sua comparsa lui in persona, Toccaceli detto Er catena, un energumeno dalle dimensioni di un Ducato Fiat, dai capelli pettinati col compact disc, con una mascella talmente quadrata da far sospettare un duro allenamento di panca alla faccia, e un ghigno a pile, a metà tra il grintoso e la paresi. Paralizzati dalla terrificante visione, Riccardo ed Emiliano optano per l'unica possibile strategia di sopravvivenza, il camuffamento mimetico (vedi targhette).

F come Foto, ovvero la più esasperante tra le attività predilette dai congressisti. Di profilo, di fronte, di nuca, capovolti, a candela... soli, in gruppo, in parata, in formazione, in piramide umana, in ammucchiata kamasutrica... I partecipanti alla Italcon spendono, secondo le statistiche, il 40% del loro tempo a fotografarsi a vicenda. Il restante 60%, recita ancora la statistica, viene speso a mettersi in posa e aspettare il "clic" del fotografo di turno. Quest'anno il record assoluto di esasperazione viene raggiunto dalla tradizionale foto di gruppo della redazione di Delos: 75 minuti, 28 secondi e tre decimi in posa prima che la sadica fotografa grazi i disperati redattori (prima fila in ginocchio sui ceci, seconda in equilibrio sugli alluci, terza appesa al soffitto, tutti in crisi respiratoria e ipoglicemica).

G come Ghetto, ovvero il ristorante di S.Marino il cui nome attrae irresistibilmente i congressisti. Da bravi appassionati di SF, infatti, i partecipanti alla convention si sentono veramente a casa solo in un ghetto.

H come Humour. Vedi ironia.

I come Ironia. Gli organizzatori e i "grandi vecchi" della Italcon dimostrano quest'anno un'ammirevole dose di autoironia decidendo di premiare il racconto satirico "L'ospite d'onore" in cui essi stessi vengono pesantemente (anche se bonariamente) sbeffeggiati. L'autoironia, si sa, è indice di intelligenza e di apertura mentale: trovare persone capaci di ridere di sé stessi è confortante, specie in ambienti ove non sono pochi i personaggi troppo pieni di autoconsiderazione per essere dotati anche di cortesia e di simpatia umana.
Completamente colto in contropiede dalla premiazione, l'autore del racconto (Francesco Grasso), che non sospettava minimamente il gradimento ottenuto dalla sua opera, e che sfiora una figura fantozziana inciampando sul gradino della scaletta mentre si accinge a salire sul palco, incredulo, a ritirare il suo premio.

L come La seconda che hai detto. Motto ufficiale della manifestazione, risposta valida per ogni domanda, tormentone che quest'anno raggiunge e supera nell'uso comune il classico "42" adamsiano. Esempi:
- La conferenza era interessante o noiosa? - La seconda che hai detto.
- Ma sbaglio o il pubblico sta dormendo? - La seconda che hai detto.
- Restiamo qui o andiamo a tacchinare le turiste? - La seconda che hai detto.

M come Mailing List. Dominatrice assoluta della convention, la lobby guidata dal "sommo moderatore" Riccardo Saettone. Vivace, chiassosa, forte della presenza, tra gli altri, di Silvio Sosio, Luigi Pachì, Anna Dal Dan, Ernesto Vegetti, Alessandro Vietti, Lanfranco Fabriani, Franco Clun, la mailing-list di fantascienza monopolizza le giornate Sanmarinesi, sino a formare una sorta di "convention nella convention".

N come Neanche gli albanesi. Unico commento possibile per le scene allucinanti di assalto all'arma bianca avvenute alla Cena di Gala. Sotto lo sguardo allibito dei camerieri e dei cuochi, il buffet del ristorante viene assaltato e sbranato in maniera furibonda da congressisti tramutati (grazie chissà a quale maligno influsso astrale) in uno sciame di locuste fameliche e insaziabili. Spicca tra tutti Franco Ricciardiello, autentica "belva umana", che si rivela in grado di inghiottire qualunque materiale (organico o meno) più velocemente di un buco nero di dimensioni planetarie.
Il padrone del ristorante, terrorizzato, decide di richiedere l'intervento di una forza militare dell'OCSE, ma prima di poter comporre il numero telefonico viene travolto dalla mandria di congressisti affamati e calpestato dai loro zoccoli. Una sorte peggiore tocca al povero Roberto Quaglia che, a causa del suo nome, per un tragico equivoco viene infilzato sullo spiedo, rosolato su due piedi e spolpato dalla redazione di Yorick (durante la notte, però, questi ultimi vengono colti da un'agghiacciante crisi di diarrea).

O come Odissea. Vedi viaggio.

P come Polacche. Sfortunate vittime di un'altra delle attività favorite dei congressisti, ovvero il tacchinaggio delle turiste. Indiscusso campione di tale specialità, Emiliano "Arrapaku" Farinella, singolare giovane in grado di rilevare la presenza di femmine appetibili già da distanze siderali, e capace di individuare luogo di provenienza, grado di disponibilità e misure fisiche delle possibili "prede" grazie a trascurabili indizi quali fruscii di tacchi o tracce di capelli biondi. Tacciato dai colleghi congressisti di un razzismo alla rovescia, in quanto attento soprattutto alle straniere (in special modo alle polacche), il buon Arrapaku rimedia impegnandosi in un martellante assedio ad Anna dal Dan. In due occasioni egli tenta di farla ubriacare, le versa del vino sul vestito (tecnica "Oh, mi dispiace, toglilo subito che dobbiamo lavarlo"), la circuisce in ogni maniera lecita e illecita. Dal canto suo, l'esuberante Anna sembra apprezzare gli assalti dell'infaticabile ammiratore, e non manca di incoraggiarlo. Il vertice di questo duetto erotico viene raggiunto durante la Cena di Gala. Arrapaku tenta un approccio galante. - Anna, scambiamoci di posto. Sei scomoda: la tua sedia è proprio davanti alle gambe del tavolo.
E Anna: - Non ti preoccupare, Emiliano. Sono abituata a sentire qualcosa tra le gambe.
Raccontare il finale non è da gentiluomini.

Q come Quarantaquattro. Anno della famosa convention di Bruxelles, come raccontata da Vegetti di fronte a un pubblico di affascinati ascoltatori. Riportando le parole dell'ineffabile Ernesto, la Eurocon del '44 fu organizzata da Himmler in persona (notoriamente grande appassionato di Fantasy a sfondo pangermanico), e aveva Goebbels come ToastMaster. I congressisti attraversarono l'intera Europa per giungere al luogo del raduno. Non essendo però garantito il servizio dei treni, e non essendo sicure le strade, Ernesto optò per un Panzer IV, a bordo del quale trovarono posto anche molti noti esponenti del Fandom italiano, che casualmente in quel periodo si trovavano tutti insieme a BudaPest. L'unico che si rifiutò categoricamente di salire a bordo del carro armato (adducendo motivi ideologici) fu Vittorio Curtoni: divenne necessario trovare un sidecar e agganciarlo al Panzer in modo da portarlo al traino. Altri tempi...

R come Riunione di classe. Vedi Mailing List.

S come Sfiga. L'inevitabile malasorte che affligge le Italcon quest'anno non si concretizza nel tradizionale acquazzone sui congressisti (al contrario, i giorni della manifestazione sono splendidi). In compenso, una serie di eventi al limite dell'impossibile si abbattono sui notoriamente più sfigati tra i partecipanti. Tino Mastroieni, in procinto di partire per S.Marino, riesce a fondere il motore dell'automobile per due volte nel giro di 24 ore. Costretto a ripiegare sul treno, egli viene raggiunto alla stazione di Rimini da Paolo Grasso il Cavernicolo. Appena saliti a bordo dell'auto (modello Flintstones) di quest'ultimo, i due vengono investiti da un ciclista di passaggio. Ma non è finita: pochi chilometri dopo, i due si imbattono in Francesco Grasso, alla guida della sua Punto nuova fiammante, appena uscita dal concessionario. Fanno appena in tempo a dirgli - Che bella macchina... - che un vaso precipita da un balcone direttamente sul cofano dell'automobile. I tre sciagurati, debitamente bestemmiando, concordano nel rimpiangere i buoni vecchi acquazzoni di una volta.

T come Targhette. Per vivacizzare l'ambiente, alcuni congressisti decidono di scambiare tra loro le rispettive targhette di identificazione. Per alcuni si tratta di una prassi già sperimentata: Silvio Sosio e Luigi Pachì lo fanno regolarmente, e dopo dieci anni ancora nessuno riesce a distinguerli.
Per altri si tratta di semplice sopravvivenza (vedi Er Catena). Per altri ancora, lo scambio raggiunge imprevisti vertici di comicità: sguardi perplessi rivolti ad Anna Dal Dan con la targhetta di Roberto Quaglia, sguardi ancora più perplessi verso Roberto Quaglia con la targhetta di Anna Dal Dan, sguardi terribilmente perplessi verso Roberto Quaglia non appena questi apre bocca (la targhetta, ovviamente, in questo caso non c'entra affatto).

U come Un'impresa fantascientifica. Non c'è altro modo di definire la straordinaria performance compiuta da un congressista, il quale intrepidamente scala il monte Titano in bicicletta, partendo da Rimini e giungendo a S.Marino circa tre ore dopo. L'ardimentoso ciclista, intervistato al termine dell'impresa, rilascia la seguente dichiarazione:

- E' stato uno scherzo rispetto a ciò che ho in mente. L'anno prossimo conto di tentare un'impresa ancora più fantascientifica: assistere almeno a metà delle conferenze della convention senza subire fenomeni drammaticamente esplosivi nei tessuti della zona inguinale.
Ce la farà? Ai posteri l'ardua sentenza.

V come Viaggio. Per alcuni l'arrivo alla convention è già il traguardo di un'odissea, di un viaggio allucinante attraverso mezza Italia: quest'anno, il trofeo "Ulisse-SF" tocca a Emiliano Arrapaku Farinella, giunto a S.Marino da Palermo via treno-nave-treno-pullman. Un applauso per l'abnegazione. Ci vuole davvero una grande passione per spingere a tali sacrifici... Assolutamente falso! Basta solo un grande masochismo, e in questo gli appassionati italiani di fantascienza non sono secondi a nessuno.

Z come Zibaldone. Un diario, un almanacco di piccoli momenti, di impressioni e fotogrammi sparsi, senza altro ordine che quello del ricordo. Ecco cosa rimane di Italcon '97, calato il sipario e spentesi le luci. Ma sono proprio questi momenti slegati, questi aneddoti, questi spunti scherzosi che vale la pena di riportare agli assenti, perché è in essi che si coglie in pieno il gusto di Italcon, assai più che in freddi resoconti, in schematici calendari, o peggio ancora in grigie liste di premiati. Italcon è la risata, è la battuta lanciata oltre l'orlo del bicchiere, è quel senso caloroso di trovarsi tra amici che, aldilà delle polemiche, degli scontri tra lobby, delle delusioni, a volte della noia, nonostante tutto, ti consente alla fine di dire orgoglioso: io c'ero.