Esce per Fanucci Rapporto di minoranza e altri racconti: l'antologia raccoglie cinque storie di Philip K. Dick, ovvero Rapporto di minoranza, Impostore, Modello due, Ricordiamo per voi, La formica elettrica. Steven Spielberg si è ispirato al racconto Rapporto di Minoranza per il suo ultimo film in programmazione nelle sale italiane in questi giorni. Ma l'antologia raccoglie altri tre importanti (classici) racconti: Ricordiamo per voi, Impostore e Modello due. Da queste storie sono stati tratti film di successo strettamente popolare, Totall Recall (film di Paul Verhoeven, 1990), Screamers (film di Christian Duguay, 1995) e il più recente Impostor (film di Gary Fleder, 2002). La formica elettrica è un classico della narrativa breve di P.K. Dick, che bene esprime tutte le paranoie del grande autore, quelle presenti in capolavori quali I simulacri e Blade Runner (tit. originale Do Androids Dream of Electric Sheep?).

L'editore Fanucci ha contribuito molto alla diffusione delle opere dickiane, ma anche il cinema ha aiutato non poco P.K. Dick a diventare da autore di culto, di nicchia, ad autore di massa. Le sue opere oggi sono molto apprezzate dagli amanti della sf ma anche da intellettuali come Fernanda Pivano e politici (?) come Sergio Cofferati. Proprio quest'ultimo ha firmato una bella postfazione per un capolavoro della fantascienza dickiana, Ubik e prossimamente uscirà sempre per Fanucci un altro capolavoro di P. K. Dick, I simulacri, con una nota critica firmata anche questa da Sergio Cofferati. Cofferati, in più di una occasione, attraverso interventi pubblici e alcune rinomate colonne di giornale, si è espresso con lodi forse un po' sperticate nei confronti di P. K. Dick.

L'antologia proposta da Fanucci per l'uscita del film spielberghiano, Minority Report, presso le sale italiane non riserva grosse sorprese per gli amanti di vecchia data di Dick, ma è comunque una valida introduzione per quanti ancora non conoscono la statura artistica ed umana di P. K. Dick. Interessante l'introduzione di Carlo Pagetti che bene tratteggia l'attualità sociale e politica presente nei lavori dickiani. Nota di pregio di questa raccolta di racconti di P.K. Dick è uno stralcio di una intervista inedita in Italia: l'autore sembra quasi che parli "a ruota libera" di Blade Runner, il film di R. Scott che è ormai entrato nella storia della cinematografica fantascientifica e non. Leggendo l'intervista, si ha quasi l'impressione che l'autore soffra molto, ma nel contempo sembra anche molto felice del fatto che finalmente gli sia stata riconosciuta quell'importanza che per troppo tempo gli era stata negata dai colleghi e dalla critica. Dick, una settimana prima di morire, spara grandi lodi al film di R. Scott come questo documento dimostra: l'artista, spesse volte, si contraddice, non poche volte dimostra una sana ingenuità e si perde nei meandri delle sue stesse parole, si dichiara entusiasta e parla, parla... e continua a parlare. Un documento che evidenzia la grandezza, la fragilità e la sensibilità di uno dei più grandi e controversi autori di fantascienza della storia.

La traduzione dei racconti affidata alle cure di Paolo Prezzavento non eccelle per brillantezza, ma non snatura il pensiero dickiano. Pregevole la veste grafica.

Quasi tutti i romanzi di P.K. Dick sono disponibili nel catalogo Fanucci: Rapporto di minoranza e altri racconti costituisce solo una introduzione alle opere dickiane. Per chi imparerà ad amare P.K. Dick grazie a questa antologia, consiglio caldamente di scoprire e leggere anche le sue altre opere, L'uomo nell'alto castello, Un oscuro scrutare, I simulacri, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, I giocatori di Titano, Mary e il gigante, Confessioni di un artista di merda, L'uomo dai denti tutti uguali, E Jones creò il mondo, Svegliatevi dormienti, Deus Irae (romanzo scritto a quattro mani insieme a Roger Zelazny), tutti titoli presenti nel catalogo Fanucci e corredati da ottime note critiche. Sarà impossibile non innamorarvi di P. K. Dick e delle sue allucinazioni sociali, politiche, fantastiche, che oggi sono la nostra realtà.