Qualche anno fa, i produttori esecutivi di M3gan, Michael Clear e Judson Scott, stavano chiacchierando negli uffici della Atomic Monster con il produttore James Wan e il collega Rob Hackett. “Siamo fanatici di film horror e discutevamo del fatto che non ci fossero abbastanza film con bambole assassine,” spiega James Wan. “E mi sono trovato a dire quanto fosse strano la convinzione diffusa che, invece, si tratti dell’esatta tipologia di film che realizzo, ma in realtà nessuna delle «mie bambole» ha mai ucciso nessuno. Per esempio, nel caso di Saw, Jigsaw ha un pupazzo tramite il quale si limita a comunicare con il resto del mondo. Con il proseguire della conversazione, ci siamo trovati tutti d’accordo su un’idea: «Non sarebbe figo se realizzassimo un film con una bambola killer che si divide fra Annabelle e Terminator?» Invece di dargli una dimensione soprannaturale, abbiamo pensato che potesse essere più interessante dargli una componente tecnologica”.

Il passo successivo è stato di trovare lo sceneggiatore ideale per buttare giù il plot, e a quel punto si sono rivolti a Akela Cooper, professionista che ha scritto tutti gli episodi di Luke Cage per Marvel, American Horror Story e collaborato a Star Trek: Strange New Worlds. Wan era convinto che fosse necessaria una forte prospettiva femminile su questa storia e Cooper aveva tutte le caratteristiche giuste. “Quello che ti rimane di Annabelle è quanto sia amata dalle bambine,” racconta Wan. “Eravamo consapevoli che questa parte del pubblico degli horror fosse molto importante per il nostro progetto, perciò abbiamo lavorato per coltivare le energie femminili di M3gan. Akela è intelligente, saggia e capace di lavorare sulla struttura del film: sapeva esattamente cosa volevo da questo film. Non ha paura di spingersi verso limiti che per altri appaiono ridicoli o irraggiungibili. Per lei è chiaro che devi lavorare su idee che possono anche sembrare fuori contesto, ma in realtà ti permettono di distinguerti nel grande mare dei film horror.”

M3gan è stata la prima sceneggiatura firmata da Cooper per la Atomic Monster di Wan, dopodiché si è trovata coinvolta anche nella scrittura di Malignant nel 2021 e di The Nun 2 l’anno successivo. Quel primo incontro è stato produttivo. “Partiamo dal fatto che anche io sono una fan del genere horror” spiega Cooper. “e quando hanno chiesto se ero interessata a sviluppare la loro idea e gli è subito piaciuta la mia prima ipotesi di sviluppo. Così sono arrivata sul progetto ed è nata un’importante collaborazione.” Da donna nera che scrive storie horror, Cooper è evidentemente una pioniera. “Poco tempo fa mi trovavo a un convegno dedicato al genere all’Austin Film Festival. C’erano diverse donne afro- americane in prima fila. Io ero stata presentata come la scrittrice di Malignant e Nun. Al termine del dibattito mi hanno avvicinato per confessare di essere rimaste sorprese dal fatto che una donna nera potesse scrivere questo genere di storie. Ho risposto loro che non ci sono limitazioni in quello che si può scrivere. Per M3gan ho lavorato sulle mie paure più recondite per riuscire a costruire le premesse del film: una donna, avviata sul proprio percorso professionale, si trova assolutamente impreparata nel prendersi cura della nipote, rimasta recentemente orfana. Io mi sono trovata spesso a fare da babysitter ai miei nipoti e ho sempre pensato con grande spavento all’ipotesi di dovermi improvvisamente fare carico di un bambino piccolo a tempo pieno,” spiega Cooper. “Era necessario spingere la nostra protagonista, Gemma, fuori dalla propria zona di comfort per costruire un arco narrativo pieno. Non sa come gestire questo ruolo in cui è stata catapultata e pensa di poter usare il lavoro come soluzione. Così arriva M3gan. L’illusione che prova Gemma è di potersi prendere cura della nipote senza effettivamente doverlo fare. E in pratica si dice: Io non ho idea di come dover gestire un trauma infantile così profondo, ma questo robot saprà farlo.”

Cooper ha lavorato non solo sul fatto che Gemma abbia voluto scansare le proprie responsabilità, ma anche sul rifiuto di poter dare un sostegno emotivo alla nipote Cady. “Una terapista arriva a fare presente a Gemma che la nipote finirà per costruire un legame profondo con la bambola e che questa prospettiva comporterà dei rischi. Ho voluto puntare su un percorso che conducesse Gemma dalla posizione più scomoda all’assumersi tutte le responsabilità della crescita di Cady. Il senso di colpa di Gemma sarà aumentato dal fatto che le terribili azioni di cui si macchia M3gan sono dovute a una scelta di programmazione di cui lei stessa è autrice. Questa è stata una precisa richiesta di James,” chiarisce Cooper. “Di fatto peggiora soltanto le cose, anche a livello emotivo, perché è lei stessa a dire a M3gan di proteggere Cady a tutti i costi e la bambola la ascolterà alla lettera.”

A un livello più generale, il film esplora la crescente dipendenza che abbiamo sviluppato con la tecnologia per la gestione delle nostre vite e la potenziale minaccia in cui incorriamo se decidiamo di delegare tutto il controllo. “La ricerca scientifica come l’intelligenza artificiale sono degli ambiti interessanti da approfondire, anche per la crescente rilevanza che hanno nelle nostre vite,” è la considerazione di Wan. “Ci affidiamo alla tecnologia in un modo quasi acritico. Se questi strumenti decidessero di ribaltare gli equilibri e attaccarci vivremmo una dimensione orribile. Questa è la prospettiva che abbiamo provato a catturare con M3gan.”

Il perno del film è M3gan, una bambola molto realistica, programmata per essere un’affidabile compagnia per i bambini e una sicurezza per i genitori. M3gan può ascoltare, guardare e imparare oltre che trasformarsi da amica a insegnante, da compagna di gioco a protettrice, per i bambini a cui si lega. Quando Gemma, brillante sviluppatrice di una compagnia di giocattoli deve improvvisamente prendersi cura della nipote di 8 anni divenuta orfana, Cady (Violet Mcgraw, già vista in The Haunting of Hill House), capisce di essere insicura e impreparata nel ruolo di genitrice. Ritrovatasi sotto un’intensa pressione a lavoro, Gemma stabilisce di affidare Cady al prototipo di M3gan a sua disposizione, nella speranza di risolvere il problema ma la sua scelta avrà conseguenze inimmaginabili. Con il passare del tempo M3gan e Cady sviluppano un legame indissolubile e Gemma matura il terrore che la sua invenzione stia apprendendo con una velocità impressionante, al punto tale da arrivare a percepire minacce per Cady che non esistono. Gemma è interpretata da Allison Williams. Da ingegnere meccanico nella divisione Purrpetual Pet di Funki, Gemma ha sviluppato grandi capacità di mettere alla prova la sua brillante intelligenza per il successo di una società globale che si occupa di produrre giocattoli. Il suo sogno è di valorizzare il suo talento per portare avanti ancora sviluppi tecnologici a fin di bene.

James Wan confessa che la sfida nella ricerca di un’attrice appropriata al ruolo è stata impegnativa. Alla fine, il personaggio è stato assegnato a Allison Williams, che si era già distinta brillantemente nel film Blumhouse di Jordan Peele. “Era fondamentale esprimere la credibilità di una persona guidata dalla carriera e che possa essere identificata con una scienziata esperta di robotica,” spiega Wan. “Gemma è un ingegnere, anche se lavora in una compagnia di giocattoli. A ciò si aggiunge una forte vulnerabilità, che la porta a combattere i propri demoni quando le arriva

Williams, che ha anche assunto la posizione di produttrice esecutiva del film, è rimasta colpita da come il film esaminasse il legame fra tecnologia e genere umano. “Quando cerchiamo di sostituire la componente umana con qualche tecnologia, si rischia sempre qualche intoppo,” spiega Wiliams. “Il film è una riflessione acuta di quanto gli esseri umani possano essere importanti l’uno per l’altro.”

Per il regista Gerard Johnstone, Williams si è dimostrata collaborativa e preziosa nello sviluppo del fil. “Abbiamo avuto lunghe conversazioni durante la preparazione, che hanno direttamente influenzato lo sviluppo della trama. Era chiaro che stavamo realizzando un film di genere, ma volevamo provare ad affrontare ogni aspetto della storia immergendoci nel tema dell’intelligenza artificiale, così da rendere il personaggio di Gemma il più autentico possibile.”

L’interprete di Cady è Violet McGraw. Dopo la morte dei suoi genitori in un incidente in macchina, Cady va a vivere con la zia Gemma. Quando Gemma le affianca il prototipo di M3gan, la bambina sviluppa velocemente un profondo legame con il robot, in una dinamica che la spingerà a dover scegliere fra questa nuova figura e quella di sua zia Gemma. Il ruolo richiedeva un’attrice capace, come Violet McGraw, che aveva già recitato in The Haunting of Hill House, Doctor Sleep e Black Widow. “Trovare una ragazzina di dieci anni che potesse rispondere a tutte le esigenze che avevamo è stato impegnativo,” afferma il regista Gerard Johnstone, “ma Violet ha reso la questione immediatamente semplice. È una professionista incredibile e non ha mai sbagliato neanche una battuta. È l’unica attrice che ho mai incontrato nella mia carriera che sa piangere e dormire contemporaneamente.”

Nessuno è stato più incoraggiante per la giovane attrice di Allison Williams. “Dove devo cominciare con miss Violet McGraw?” racconta Williams. “Violet ha un senso dell’umorismo che mi fa impazzire. Fa battute pungenti che non ti aspetti da una bambina della sua età. Ci ho messo del tempo a entrare nel ruolo, fino a quando non ho capito che questa giovane signorina mi stava portando dove voleva lei.”

La maggior parte del tempo in cui McGraw è in scena, ovviamente è al fianco di M3gan, una co-protagonista inusuale che ha evidenziato le qualità dell’attrice. “Credo sia stata la cosa più bella che potessi fare, perché sembra un essere umano ma è una bambola,” spiega McGraw. “È stata un’esperienza folle, non mi è mai capitata una cosa del genere. Ero senza parole, specialmente quando mi è stato spiegato come potevo controllare il suo movimento degli occhi. A volte, M3gan può essere un po’ inquietante. Ma quando mi cantava, mi sembrava una dolce e innocente nenia uscita dalle labbra di una ragazza e non di un robot assassino.”

Jason Blum di Blumhouse e James Wan di Atomic Monster sono da anni due dei più prolifici e creatori di pellicole horror. M3gan è la loro seconda collaborazione, dopo l’esperienza per la saga di Insidious. Per dirigere il film, Blum e Wan hanno coinvolto il neozelandese Gerard Johnstone, regista della commedia horror del 2014 Housebound. “M3gan ha un tono molto specifico, difficile da modulare,” spiega Blum. “Ho adorato il primo film firmato da Gerard, Housebound. È riuscito a ottenere un perfetto equilibrio fra una storia legata a una casa infestata e un umorismo eccentrico. Nel caso di M3gan, l’idea di un robot che si trasforma in una bambola assassina è terrificante, ma c’è un livello di humor che si affaccia durante il corso della pellicola. Se non hai il regista giusta a combinare questi elementi, il film non funzionerà mai e Gerard in questi termini ha una dimestichezza molto naturale.”

M3gan ha l’approccio classico e spaventoso che contraddistingue un horror, ma Wan e Blum sapevano già dall’inizio della produzione che questo film non avrebbe dovuto essere gestito in maniera eccessivamente seria. “Gerard ha saputo proporci un tono che si è perfettamente allineato alle nostre intenzioni,” spiega Wan. “Se non fosse riuscito a gestire questi equilibri, il film si sarebbe seriamente imploso. Sa quando farci urlare e quando è necessaria una risata, ogni volta usando gli strani comportamenti di M3gan.”

È stata un’idea di Johnstone, ad esempio, far danzare M3gan durante una scena molto violenta. “Alcuni momenti pensati da Gerard sono assurdi e sanno trasportarti in tutto un altro campo d’azione,” conferma Akela Cooper. “Io non ho scritto scene con M3gan che balla, mentre ho descritto la sua furia omicida. Quando l’ho vista, ho subito pensato che fosse molto strana ma che funzionava proprio per questo.”

Johnstone confessa che Housebound è stato influenzato dai classici più conosciuti di Wan e Blumhouse, per cui ha vissuto come un grande onore essere chiamato per la regia di M3gan. “Mi sono immediatamente sentito meno in colpa di aver rubato così tanto da Insidious per alcuni passaggi del mio film,” scherza Johnstone. “È stato un primo appuntamento molto interessante, perché nonostante James Wan sia il maestro incontrastato delle bambole inquietanti, in nessuno dei suoi film l’abbiamo vista muoversi e parlare. Per questo la scelta di portare alla vita M3gan è stata una scoperta per tutti noi.”

Dopo aver letto la sceneggiatura di Akela Cooper, il regista era entusiasta di potersi muovere fra tecnologia e genitorialità nel mondo moderno. “Ci sono degli evidenti parallelismi con La Bambola Assassina” spiega Johnstone, “ma ad attirarmi di questo progetto è stata l’opportunità di poter dare uno sguardo moderno sull’esperienza da genitore nel ventunesimo secolo. Sono diventato padre recentemente e già sono inquietato dalla presenza invasiva dei telefoni e dei tablet, e M3gan è stata una splendida opportunità per rifletterci.”

Tuttavia lo stesso Johnstone è parecchio a digiuno di tecnologia. “Gerard non è sui social media,” racconta Wan. “È la figura ideale perché non ha alcun rispettoso timore per il tema. È riuscito a fare un film sulla tecnologia andandoci giù duro perché ha una prospettiva completamente fuori dal coro.” Questo ha anche significato che Johnstone ha avuto molto da imparare in termini di intelligenza artificiale e delle sue potenzialità. “Ho avuto un grande aiuto da parte di mia moglie che si è dedicata a fare ricerche in rete e mi ha passato numerosi articoli sull’intelligenza artificiale e sulla cyber psicologia, arrivando a svegliarmi per farmi leggere le cose che aveva trovato,” ricorda Johnstone. “Siamo riusciti a coinvolgere alcune persone preziose nel sistemare la sceneggiatura, come Alex Kaufmann di Google. Attraverso questo processo di confronto, siamo stati messi nelle condizioni di poter comprendere come queste macchine lavorano e poter poi utilizzare un vocabolario appropriato all’interno delle diverse scene.”

A livello di narrazione, Johnstone ha tratto ispirazione da alcune commedie noir che vedono la costruzione di un anti-eroina femminile, come nel caso di Gone Girl e La Mano Sulla Culla come altre inattese influenze. “Per certi versi, sono stato anche influenzato da The Omen, perché M3gan è una sorta di anti Cristo in versione intelligenza artificiale,” spiega Johnstone. “Dal mio punto di vista c’è anche un po’ di Pinocchio nel DNA di M3gan con Gemma nelle vesti di moderno Geppetto.”

Dal punto di vista umano, Johnstone ha voluto esplorare il modo in cui i genitori gestiscono ambizioni e responsabilità ai giorni d’oggi. “Ci prendiamo continuamente in giro raccontandoci che saremo in grado di passare il giusto tempo con i nostri figli quando invece siamo travolti da tutto il resto, dal lavoro ai soldi,” pensa Johnstone. “Poi ci accorgiamo che non sono più i nostri figli. Posso confermare in prima persona che essere genitore è molto difficile. C’è un’idea di fondo in M3gan, che può fare tutte quelle cose che noi non vogliamo fare. Ma il rovescio della medaglia è che se affidi tuo figlio a una macchina come M3gan, sarà molto difficile tornare indietro, e magari quando potrai farlo scoprirai che è impossibile.”