È iniziato il periodo vacanziero, quello in cui ci si rilassa al mare o in montagna ma anche quello in cui ci si rende conto che non si ha niente da leggere.

A me perlomeno in agosto capitava quasi sempre, fortunatamente non è difficile trovare un'edicola salvatrice che permetta di risolvere il problema.

Quest'anno il numero agostano di Urania contiene il romanzo d'esordio di Will McIntosh, un autore pressoché sconosciuto in Italia, nonostante abbia vinto un premio Hugo con il racconto Bridesicle, del 2010.

Potremmo considerare Soft Apocalypse una storia figlia dei nostri tempi, il tema della fine del mondo è un classico ma il modo in cui la fine arriva è sempre diverso.

Ai primordi della fantascienza si pensava a fenomeni naturali, poi si è passati alle invasioni aliene e nel secondo dopoguerra alla guerra, atomica o biologica poco importa, alle apocalissi zombie, alle malattie (nostre e dell'erba) e all'inquinamento.

La minaccia presente in Soft Apocalypse è il declino, un collasso al rallentatore che poco a poco lascia sempre meno possibilità e peggiora la vita sino a renderla impossibile.

E sei puoi sperare di sconfiggere gli alieni o di trovare un vaccino per un virus fermare il declino è davvero difficile.

Il libro

E se la discesa verso un futuro distopico fosse lenta e graduale, come per la rana bollita di Chomsky?

Parafrasando il poeta Robert Frost, non è detto che la fine del mondo venga in un’apocalisse nucleare, nel fuoco; può arrivare tramite una gelida, inesorabile deriva, tra una penuria di risorse sempre più grave, in un andirivieni di elettricità sempre più instabile, con una lenta, orribile agonia.

Tanto che Jasper, protagonista di questa storia, non si rende davvero conto di ciò che sta accadendo al mondo.

Lui e la sua tribù sono persone come noi, con i loro lavori, le loro lauree, le loro vite, ma da un giorno all’altro perdono tutto. Oggi ci sono, domani ciascuno di loro potrebbe finire tra le pile di corpi ammassati per le strade.

Reduci di un passato felice e sicuro che sembra destinato a non tornare mai più, il gruppo di neo profughi di Jack attraversa il sudest degli Stati Uniti alla ricerca di un luogo in cui ricominciare, o dove per lo meno sopravvivere.

Niente zombie, niente olocausto nucleare. Certo, pazzoidi armati e politici che minacciano di sganciare qualche bomba atomica a caso non mancano, ma quando la Distopia si mescola con il Realismo, l’orrore si fa terribilmente concreto.

Quella di Soft Apocalypse, romanzo finalista ai premi Locus e John W. Campbell Memorial, è una fine del mondo graduale e proprio per questo, se possibile, ancor più inquietante di altri incubi post-apocalittici.

L'autore

Will McIntosh, Nato a New York nel 1962, ha conseguito un dottorato in Psicologia sociale e ha insegnato per vent’anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Ha pubblicato su riviste e antologie numerosi racconti, che gli hanno permesso di vincere premi e riconoscimenti. Il suo romanzo Defenders è stato opzionato dalla Warner Brothers per un film.

Will McIntosh, Soft Apocalypse, Mondadori, collana Urania n. 1705, Euro 6,99, ebook euro 4,99.