Delos 24: Ivan Reitman di

Marco Spagnoli

intervista con

ivan reitman

Dopo "Indipendence Day", dopo "Primo Contatto", dopo "Mars attacks" la Terra è di nuovo in pericolo. Tutta? No, solo alcuni suoi famosi abitanti come Bugs Bunny, Gatto Silvestro e Duffy Duck. Per salvarli i più grandi giocatori della pallacanestro NBA sfideranno gli alieni in una partita di basket all'ultima risata. Tutto questo nel nuovo film firmato da Ivan Reitman.

Alto, dinoccolato, faccia vagamente assomigliante a quella di Bugs Bunny, Ivan Reitman è, senza dubbio, uno dei registi più importanti ed affermati ad Hollywood.

Da Pericolosamente insieme a Gemelli (prima commedia ironica di Arnold Schwarzenegger), dai due Ghostbusters a Un poliziotto alle elementari, Reitman è un regista che ama sfidarsi continuamente e puntare sempre più a raffinare il suo umorismo e la sua capacità di dirigere commedie gustose, eleganti, intersecate da frammenti di cultura americana anni Novanta. Così, da uno spot della Nike ecco nascere Space Jam, film e progetto di cui Reitman è il vero fulcro, come produttore e come "regista in seconda" alle spalle del quasi esordiente Joe Pytka.

Delos: Mr.Reitman, da dove nasce l'idea di Space Jam?

Ivan Reitman: La Warner Bros aveva pensato di dare come un seguito ideale al successo degli spot che vedevano Micheal Jordan insieme ai Toons. Così sono venuti da me degli uomini di punta della casa di produzione e mi hanno chiesto se io avessi per caso qualche idea su come mettere insieme in un film giocatori di pallacanestro e personaggi dei cartoni animati. Solo due anni fa non saremmo stati in grado di girare questo film, perché non avevamo la tecnologia così sofisticata per farlo. Chi ha incastrato Roger Rabbit? era stato un esempio quasi dieci anni fa su come potere realizzare un film del genere, ma Space Jam è assai più accurato. Di fatto noi abbiamo lavorato su tre set diversi. Il primo è quello "classico" con le persone e gli oggetti, il secondo è fatto di cartoni animati ed il terzo era dato dagli effetti speciali generati dal computer. Coordinare le tre cose non è stato davvero facile e noi stessi, in fase di montaggio, siamo rimasti vagamente sorpresi da quello che riuscivamo a vedere "tutto insieme".

Delos: E'stato difficile girare con campioni del basket NBA?

Ivan Reitman: Sebbene io sia un pessimo giocatore, adoro lo sport ed in particolare la pallacanestro e questo ha reso tutto molto più facile.

Delos: In tutti i suoi film si trova un aspetto quasi "fanciullesco". Che cosa la affascina, personalmente, dei toons come Bugs Bunny, Gatto Silvestro, Titti, Duffy?

Ivan Reitman: Ho sempre pensato che fossero i cartoni animati con il maggiore senso dell'umorismo. Credo che siano cartoni animati "da adulti" e non da bambini. Quando ero piccolo, non li capivo così tanto come oggi. Sono originali, ironici, pieni di senso dell'umorismo e, soprattutto, sono molto attuali. Questi toons non faranno mai il loro tempo.

Delos: Qual è la differenza principale tra l'umorismo del suo film e quello di Chi ha incastrato Roger Rabbit?

Ivan Reitman: Ci sono molte differenze "meccaniche" tra le tecniche e le storie dei due film. Generalmente non mi piace fare paragoni e del resto in film del genere è diverso sezionare la decostruzione dello humour.

Delos: E'vero, però, che Robert Zemeckis, il regista di Chi ha incastrato Roger Rabbit?, l'aveva fortemente sconsigliata di girare questo film?

Ivan Reitman: Sì, assolutamente. Un giorno mi ha telefonato e mi ha detto: "Ivan, lascia stare, odierai ogni minuto del tuo lavoro". Per persone come noi abituate a girare commedie, con tempi tecnici e battute veloci, i film d'animazione sono lenti e di una noia mortale.

Delos: Lei ama molto le sfide: girare Ghostbusters è stato difficile. Nei due Beethoven si è trovato alle prese con un set pieno di cani. In Un poliziotto alle elementari ha diretto i bambini di un' intera classe dell'asilo. Adesso Space Jam pieno di alieni cartoni animati. Perché ama tanto complicarsi la vita?

Ivan Reitman: Sono un masochista. Mi piace fare le scelte riguardo al mio lavoro pensando a cose che amo fare e non mi importa quanto sarà difficile realizzarle. L'essenziale è volerle fare. Io desidero lavorare solo a cose che mi interesserebbero se fossi uno spettatore qualsiasi.

Delos: Cosa pensa di Micheal Jordan come attore?

Ivan Reitman: Ha un talento naturale, è un bell'uomo, con occhi espressivi e grandi capacità di mimica. Credo che potrebbe pensare seriamente di lavorare nel mondo del cinema, è davvero molto bravo.

Delos: Bill Murray è un attore che lei utilizza spesso. Che cosa le piace del suo modo di recitare?

Ivan Reitman: Bill è una sorta di "filosofo visionario" che commenta con grande umorismo le cose della vita. Ha una bella voce e mi ricorda molto Bugs Bunny e il suo modo di stare in disparte sereno e rilassato facendo battute irresistibili.

Delos: Cosa deve un attore per lavorare con lei?

Ivan Reitman: Mi piace trovare nelle star hollywoodiane chi ha dentro di sé un "nocciolo duro" di comprensione e sensibilità umane, capaci di "toccare", commuovere e divertire il pubblico di un cinematografo.

Delos: Negli ultimi mesi Internet è stata al centro di alcune polemiche perfino per quanto riguarda il cinema. Per esempio, la sceneggiatura di Star Trek 8: Primo Contatto è stata stampata su carta rossa per evitare la possibilità che venissero fatte delle fotocopie illegali e che lo stesso soggetto del film finisse sulla rete, come il precedente Generazioni, cosa che poi è puntualmente accaduta. Del resto Space Jam ha uno dei siti più divertenti e meglio realizzati tra quelli riguardanti i film. La rete ha cambiato in qualche maniera l'approccio del movie businness alla produzione di un film, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di avere un riscontro immediato e on line del gradimento degli spettatori riguardo gli sviluppi di una determinata pellicola?

Ivan Reitman: Ho sentito anch'io e sono rimasto molto impressionato dalla storia delle "pagine rosse" di Primo Contatto. Devo dire, però, che non ci sono state modifiche alle nostre modalità di lavoro che dipendano da Internet. Certo a Hollywood c'è una paura diffusa che la gente possa avere accesso troppo presto a del materiale "rubato" e farsi così un'idea del film quando questo è ancora in produzione. E' anche vero, però, che sono principalmente film come quelli di Star Trek ad attirare la gente che ha dimestichezza con Internet e con i computer, quindi la maggior parte delle pellicole sono "al sicuro". Per quanto riguarda il mio lavoro, io non sono interessato a quello che la gente potrebbe dire tramite sondaggi di opinione on line. La chiave del mio successo e la mia modalità di lavoro si basa sulla messa a fuoco di quello che voglio e che in nessuna maniera potrebbe venire modificato dai capricci e dai gusti "momentanei" del pubblico. Nel nostro lavoro è molto difficile non rimanere confusi da idee del tipo: "ehi questa scena funziona in Germania, ma in Italia non piace...", si tratta, però, di un equivoco. E' meglio, infatti, avere una linea di lavoro che viene fuori dalla propria anima, evitando di fare troppo caso alle indagini di mercato effettuate con qualsiasi strumento.

Il famoso tema dei Looney Tunes, copyright Warner Bros.