Messa da parte l’armatura del Gladiatore, Russell Crowe offre una notevole prova d’attore nei panni del matematico schizofrenico John Forbes Nash Jr., vincitore del premio Nobel grazie ad una rivoluzionaria teoria economica messa a punto durante il dottorato negli anni della Guerra Fredda e della minaccia comunista. Con uno stile elegante Ron Howard, reduce dal successo de Il Grinch segue lo scienziato dall’università all’insegnamento parallelamente alla sua collaborazione con il governo nella decriptazione dei codici segreti sovietici. Al tempo stesso, Nash si innamora di una sua studente, Alice, una donna che diventerà il pilastro fondante della sua esistenza nei lunghissimi anni bui della malattia che gli impedirà di lavorare, insegnare e perfino di vivere normalmente. Un film coinvolgente, essenziale e senza sbavature buoniste in cui Russell Crowe porta alle massime conseguenze il lavoro iniziato con The insider di Michael Mann. Dando così corpo e spazio alla follia di una malattia dolorosa e sofferta sul filo rosso della difficile distinzione tra allucinazione e realtà: Un labile equilibrio su cui passava il senso stesso di un’esistenza e di una vita normali. Un film premiato da una caterva di Oscar tra cui non c'è quello per il linguacciuto Crowe resosi antipatico a tutti.