Sebastiano Vassalli è nato a Genova e attualmente vive in provincia di Novara. Con il romanzo La Chimera ha vinto il prestigioso Premio Strega e il Premio Selezione Campiello. Fra i suoi scritti: Tempo di massacro, Abitare il vento, Sangue e suolo, L'alcova elettrica, L'oro del mondo, Marco e Mattio, Il Cigno, Cuore di pietra, La notte della cometa (un romanzo verità su vita e morte del poeta Dino Campana), Un infinito numero, La notte del lupo, Archeologia del presente. Il nuovo romanzo (capitolo) di Vassalli, pubblicato da Einaudi, è Dux, un ritratto molto complesso dell'Italia a cui Vassalli lavora da anni. Dux non è una semplice divagazione fantastica sul tema "Casanova anziano": è la storia, autentica, dell'ultima battaglia che Giacomo Casanova combatté nel mondo dei vivi, così come la racconta lui stesso in ventuno lettere autografe (Lettere al signor Faulkircher) conservate nel castello dei conti Waldstein in Boemia, dove il veneziano trascorse i suoi ultimi giorni di vita. Dux è un nuovo capitolo del romanzo che Sebastiano Vassalli sta scrivendo da molti anni sul carattere nazionale degli italiani, un carattere nazionale che ha proprio in Giacomo Casanova uno dei suoi punti di riferimento imprescindibili.

Ma Sebastiano Vassalli ha anche scritto un romanzo di fantascienza: forse pochi lo sanno, ma vi assicuro che è la verità: 3012, L'anno del profeta (1995).

Marco Neirotti, su La Stampa, l'ha così recensito nel '95 quando uscì per la prima volta nella prestigiosa collana Supercoralli Einaudi: "3012 è uno straordinario, ironico, difficile viaggio in un mondo malamente sopravvissuto alla terza guerra mondiale... è la cronaca attualissima, terribilmente contemporanea dei vuoti di sentimento, così come di lungimiranza".

Per chi conosce Vassalli, mi sembra quasi inutile evidenziare che il suo stile è impeccabile. 3012 è un romanzo di fantascienza umanistica, un'opera straordinaria di raro pregio espositivo e per i temi trattati e per la fantasia in esso contenuta. La penna di Vassalli disegna inquietanti possibilità per il futuro dell'Italia e del mondo intero: ironico come Daniel Pennac, incisivo come Gesualdo Bufalino, profetico come Ursula K. Le Guin, fantasioso come Italo Calvino, politicamente corretto come Michele Serra, Sebastiano Vassalli con 3012 ha consegnato alla cultura italiana pagine memorabili di vera letteratura oltre i confini delle etichette di genere.

Einaudi ripropone il romanzo più controverso del grande autore nella collana tascabili.

Alle soglie del 3000 il mondo assomiglia a una specie di paradiso artificiale: è stata scoperta l'energia pulita, nei "centrivita" la realtà virtuale appaga tutti i desideri, i progressi nei trapianti di organi consentono di conservare indefinitamente la giovinezza e quindi conseguire l'immortalità. E soprattutto non c'è più guerra: l'ultima combattuta da Nuova Zelanda e Nuovo Cile per il possesso di alcune isole antartiche, si è conclusa nel 2510. Da allora cinque secoli di pace. Felici? Oscuri? Antalo, il protagonista, lo scoprirà a sue spese diventando, involontariamente, il profeta del futuro. Antalo nasce nel 2988, in anni di pieno benessere fittizio, ma la sua vita non è serena, infatti deve affrontare l'odio e la ferocia organizzata dei suoi coinquilini. Qualcuno lo insegue e lo vuole uccidere a tutti i costi senza un motivo apparente. La caccia all'uomo è una sorta di sport che le autorità giudicano innocuo. Dopo la morte, il suo pensiero e le sue profezie daranno vita a una nuova religione ma anche a una nuova era, l'era del ritorno alla guerra: corre l'anno 3012 della Nuova Era.

3012 racchiude almeno tre geniali provocazioni: la prima, ideologica, in quanto decanta i cattivi sentimenti legati all'operare umano e teorizza l'odio come energia vitale; la seconda, profetico-descrittiva, perché disegna un tetro quadro del futuro che è già assai riconoscibile nel mondo d'oggi; la terza, letteraria, perché in 3012 Vassalli esce dai generi narrativi frequentati in passato e conia una nuova, avvincente forma di romanzo che è al tempo stesso fiaba, parodia, invettiva, collage di aforismi, insomma fantascienza umanistica moderna a trecentosessanta gradi.

3012 è un romanzo di quelli che restano: una volta letto, ogni parola, ogni profezia, ogni invettiva, ogni balorda fantasia, rimane scolpita nella memoria del lettore, che non può fare a meno di interrogarsi su se stesso. Con 3012, Vassalli, scava nelle coscienze di tutti noi e ci dimostra con abile arte filosofica quanto siamo ridicoli, ipocriti e facili a cambiar bandiera. Se tutti scrivessero come Vassalli, la SF sarebbe il nostro pane quotidiano, la nostra droga, la nostra unica verità biblica e laica. Ma è impossibile imitare Sebastiano Vassalli. E' incredibile come sino ad oggi la critica fantascientifica sia stata capace di ignorare un'opera di tale valore. Ma si può ancora rimediare... 3012 è un capolavoro, non aggiungo altro.