Apple TV+ ha lanciato il suo guanto di sfida a Netflix con See, Dickinson e For All Mankind (tra le altre) tutte arrivate in streaming a partire dal primo novembre, i primi tre episodi per la prima e la terza, tutti e dieci insieme per la seconda (nel caso vi interessi).

In una intervista con Variety, il celebrato creatore di Battlestar Galactica (e Outlander) Ronald D. Moore ha svelato come la serie abbia preso vita.

1969

È il 26 giugno 1969, circa un mese prima della partenza di Neil Armstrong e Buzz Aldrin per posare il piede sulla Luna. Ma in questa versione della realtà, il mondo è attaccato ai teleschermi per osservare sì un allunaggio, ma quello sovietico, con tanto di variante delle famose parole "È un piccolo passo per me…" trasformate nella classica propaganda sovietica.

I russi non solo vincono, ma stravincono, il che spinge il presidente Nixon a dare una nuova spinta alla corsa allo spazio, con progetti molto ambiziosi, come la creazione di un team di astronaute, cosa impensabile all'epoca.

Come è iniziato

Moore ha raccontato di essere stato contattato dal co-presidente di Apple TV+ Zack Van Amburg per realizzare una serie che raccontasse del programma spaziale della NASA negli anni settanta. Lo showrunner però gli fece notare che quello fu un periodo triste per la NASA, colpita da una serie di tagli al budget e affondata da aspettative diminuite e ambizioni abbassate:

Così ho detto a Zack, perché non facciamo una serie che parli del programma spaziale come tu e io lo immaginavamo all'epoca?

E così nacque una realtà alternativa con un programma spaziale più grande, più ambizioso ed espanso oltre i limiti dell'epoca.

Sarebbe stato possibile?

Avrebbero potuto arrivare primi sulla Luna i Russi? In realtà sì. Nella corsa allo spazio i russi erano stati in netto vantaggio sugli americani finché non morì il loro "Capo progettista", Sergej Pavlovič Korolev, il personaggio storico ripreso da Paolo Aresi in due fortunati romanzi. La sua fine nel 1966 fece stagnare i progetti spaziali sovietici e perdere tutto il vantaggio accumulato.

Personaggi reali

La serie vede la presenza di persone realmente esistite, come Armstrong (Jeff Branson, Supergirl, Supernatural), Aldrin (Chris Agos, House of Cards), Mike Collins (Ryan Kennedy, Caprica), oltre al capo degli astronauti Deke Slayton (Chris Bauer, The Deuce) e il direttore del centro spaziale Wernher Von Braun (Colm Feore, The Umbrella Academy) insieme a una serie di personaggi di finzione.

Moore ammette che sarebbe stato impossibile evitare di inserirli, ma ci teneva a rappresentarli nel modo più realistico possibile e non nel tono da biografia glorificata con cui vengono usualmente dipinti:

Possono sempre essere eroi, ma non sono scolpiti nel marmo.

I primi tre episodi di For All Mankind sono già disponibili su Apple TV+, che anche da noi è attiva ed è gratuita per una settimana e per un anno per chi acquista un dispositivo Apple, altrimenti i costi sono di 4,99 euro al mese (dopo la settimana di prova) o di 49,99 all'anno, vi lasciamo con il trailer ufficiale più recente.