Terry Gilliam, celebre regista di film fantastici e visionari come Brazil (idem, 1985) e L'esercito delle dodici scimmie (Twelve Monkeys, 1995) ha dato voce al suo dissenso e a quello che lui ha chiamato "videoizzazione", rispetto ai cosiddetti film "evento" e in particolare a Tomb Raider, che puntano tutto sulla pura realizzazione visuale, alla stregua di videoclip in grande stile, a discapito del messaggio. Il sito Cinescape On Line ha riportato un'intervista in cui l'ex Monty Python si è scagliato contro un certo tipo di cinema divenuto di gran moda negli ultimi anni. "I tizi che girano quelle pellicole sono tecnicamente brillanti," ha ammesso. "Ma non c'è contenuto nei loro film." Gilliam ha anche aggiunto di meravigliarsi delle sequenze ardite che sono in grado di realizzare. "'Dio, quanto vorrei aver fatto un inquadratura come quella!', mi dico", ha affermato. "Ma le inquadrature sono secondarie per i miei film, e alcune di queste pellicole sono fatte solo di inquadrature. Ho visto Tomb Raider l'altra sera. Tecnicamente è brillante, ma non c'è altro. Ogni inquadratura è meravigliosamente composta, la luce è grande e i set sono perfetti. Ma cos'è che conta? Non sono sicuro che la gente si renda conto di che cosa conta." Gilliam è attualmente impegnato nella preproduzione di Good Omens, film basato sull'omonimo romanzo di Terry Pratchett e Neil Gaiman che racconta, in un modo molto ironico e dissacrante, dell'Armageddon finale.