In Ant-Man and The Wasp vedremo il ritorno nel Marvel Cinematic Universe del personaggio più piccolo, ma non per questo meno potente.

Se la curiosità dei fan è sapere come questo film s’incastra con gli eventi di Avengers: Infinity War, grande importanza sarà data prima al prosieguo delle vicende personali di Hank Pym (Michael Douglas), sua figlia Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) e, ovviamente, Scott Lang (Paul Rudd). Il trio dovrà affrontare, tra gli altri ostacoli, anche un misterioso nemico: Ghost, interpretato da Hannah John-Kamen.

Di seguito vi riportiamo alcune dichiarazioni degli attori sui percorsi dei loro personaggi, pubblicate negli scorsi mesi su Marvel.com.

Il grande momento di Hank Pym 

Michael Douglas torna a interpretare Hank Pym, il geniale scienziato che, grazie alla sue particelle Pym sia nei fumetti che al cinema ha per primo indossato la tuta di Ant-Man, per poi cederla a Scott Lang (Paul Rudd).

Nonostante la lunghissima carriera, Douglas non si era mai trovato a lavorare con un green screen, come è normale nei film con gli effetti speciali come Ant-Man and The Wasp.

Adoro tutto di questa esperienza. Non so se sia per il personaggio di Hank Pym, o per il green screen. Tutta l’idea di parlare con una formica sulla spalla e dei personaggi immaginari, e quello che si può fare adesso, fa girare la testa, ha affermato un appassionato Micheal Douglas.

Hank e Hope

Nel raccontare l’evoluzione del suo personaggio nel sequel di Ant-Man, Ant-Man and The Wasp Douglas spiega che:

quella che si è costituita alla fine del primo film con Lang e in particolare con la figlia Hope (Evangeline Lilly) È molto più di una squadra. Siamo oltre la catarsi. Lei (Hope) è cresciuta. È più sensato lavorare insieme come partner, come squadra.

Hank e Scott 

Per quanto riguarda i rapporti, Douglas riteneva che Pym fosse ancora cauto nei confronti di chiunque si stesse avvicinando a sua figlia.

Non crede che [Lang] sia cambiato molto, scherza Douglas. Non lo vede ancora come la scelta giusta per sua figlia Hope. Sembra ancora un po' critico. Pensa che lei possa trovare di meglio.

Nel film scopriremo che Pym non sembra aver gradito la partecipazione di Scott a Captain America: Civil War, dove si è anche trasformato in Giant-Man.

Sì, è piuttosto incazzato per quello. Questo in gran parte definisce il tono iniziale del rapporto tra Hank e Scott, che non ha condiviso molte informazioni con il Dr. Pym, spiega Douglas.

Hank e Janet

Una questione che verrà approfondita dal film riguarda la scomparsa nell'universo quantistico della moglie Janet van Dyne (Michelle Pfeiffer).

È ossessionato dall’aver perso l’amore della sua vita, sinceramente, ha spiegato Douglas. È arrabbiato; ha perso tutto, ma è molto ricco. E su questo si basano molte delle sue speranze. Pensa quindi con speranza al futuro. Tutto si basa sul suo amore profondo; non l’hai considerata morta. Anche se sono passati 30 anni.

La missione di Wasp: “Nata pronta” 

Lo scopo di Hank di cercare la moglie, non può non coinvolgere sua figlia Hope. Se già in Ant-Man Hope van Dyne, interpretata da Evangeline Lilly, era tutt’altro che il mero “interesse amoroso” del protagonista Scott Lang (Paul Rudd), nel seguito Ant-Man and Wasp si profila per lei sin dal titolo un ruolo da co-protagonista a tutti gli effetti.

Come visto nel finale del primo film, è pronta per lei la tuta di Wasp, ultima eroina degli originali Avengers ad approdare finalmente sullo schermo.

Per l’attrice Invece di vedere come si trasforma in una supereroina, ritengo che il patto che abbiamo stretto con gli spettatori sia che abbiamo tutti creduto che alla fine di Ant-Man lei fosse pronta per quel ruolo.

La storia di Hope è pertanto quella di una donna “nata pronta” per indossare la tuta di Wasp. La vedremo quindi subito all’opera, ricordando agli spettatori quanto sia una vera dura, e che durante il film verranno esplorati altri aspetti emozionali della sua vita e della sua storia, ribadisce Evangeline Lilly.

I legami familiari di Hope 

Nel film il rapporto di Hope con il padre Hank Pym si evolve. Come per Scott Lang, l’attrice si è resa conto che la famiglia era anche la chiave per costruire la fiducia di Hope.

È meraviglioso mostrare che le persone si evolvono e cambiano, e che qualcosa di così profondo come il tuo rapporto con tuo padre può avere un effetto – e un riverbero – in ogni aspetto della tua vita, ha continuato Evangeline Lilly.

La tuta di Wasp e la crescita di Hope 

Ma quello che penso sia eccitante nel interpretare Wasp è che c'è un'incredibile soddisfazione per Hope, qualcosa che lei ha aspettato per tutta la sua vita, che è essenzialmente una conferma da suo padre, è arrivata, con la forma di questa tuta, ha spiegato l’attrice.

Pertanto è proprio la tuta di Wasp che abbiamo visto alla fine di Ant-Man a essere stata fondamentale nello sviluppo di Hope. 

Adesso che la indossa e sta usando quei muscoli che voleva usare per tutta la vita, è emotivamente molto diversa all’inizio del film, prosegue la Lilly. Speriamo che possiate vederlo e percepirlo immediatamente.

Scott e Hope: due caratteri a confronto 

Un altro tratto interessante è il confronto caratteriale tra i due co-protagonisti.

Scott è semplicemente e incredibilmente amabile, accomodante e rilassato in ogni cosa, spiega l’attrice, Anche quando sembra che gli eventi siano terribili, hai la sensazione che lui stia bene interiormente. Hope in generale non si sente mai a posto.

Il rilassato Scott Lang e la fremente Hoper  

Paul Rudd torna al cinema per la terza volta nel ruolo di Scott Lang in Ant-Man and The Wasp, seguito di Ant-Man e dopo che il suo personaggio ha partecipato a Captain America: Civil War, evento scismatico del Marvel Cinematic Universe, le cui conseguenze lo hanno reso assente da Avengers: Infinity War.

Una parte importante di Ant-Man and The Wasp sarà indubbiamente focalizzata sul nuovo rapporto con Hope (Evangeline Lilly), partner supereroistica:

C’è un nuovo eroe sul quale abbiamo appreso alcune cose dal primo film e adesso ci divertiamo a vicende e vedrete sviluppata la partnership in modo grandioso, spiega Rudd.

Eroe o antieroe? 

In Ant-Man and The Wasp, continua Rudd, Scott cerca di essere il miglior padre possibile.

Il suo personaggio, nella migliore tradizione Marvel, ha più superproblemi derivati dai super poteri, derivanti dal gestire la sua nuova identità supereroistica, i suoi debiti con la legge e tutto quello che ne consegue, e i rapporti familiari.

Mi piace l'idea di interpretare un super eroe che non sia innatamente eroico o super in alcun modo, sai, una persona normale, ha spiegato Rudd. E mi piace l'idea di non voler abbracciare il ruolo a causa di tutte le difficoltà che derivano dal dover essere così tosto, e di come questo potrebbe influenzare la tua vita e le tue relazioni, e sicuramente l’essere un genitore responsabile.

Scott e la famiglia

Si tratta di affrontare questi problemi – come abbiamo visto un po' di più nel primo – ma ora in modo più pronunciato, ha continuato Rudd, che si è detto convinto che la famiglia di Scott guidi le scelte del personaggio: C'è molto in gioco nella sua vita e in particolare in quella privata. Si preoccupa di tutte le persone coinvolte, ma sta cercando di capire un po' cosa fare e anche chi è, che tipo di persona, che tipo di genitore e che tipo di eroe.

Rudd stesso è padre, ma parlando di sé come Scott spiega:

Ho una figlia ha 7 anni e non fa altro che disegnare Ant-Man. È la cosa più dolce al mondo e quindi ho molte immagini di Ant-Man da lei disegnate.

Il figlio reale di Rudd, una volta diffidente e forse un po’ geloso, adesso sembra gradire il personaggio anche se, spiega l’attore.

È più interessato a premere i miei pulsanti.

L’antagonista 

Sconfitto il Calabrone/Darren Cross, interpretato da Corey Stoll in Ant-Man, un nuovo avversario farà il suo esordio in Ant-Man and The Wasp: Ghost, interpretata da Hannah John-Kamen.

Il personaggio ha dei precedenti nell’universo fumettistico, ma tutto è stato rimescolato al cinema, a cominciare dal genere.

Infatti il personaggio al suo debutto fumettistico come nemico di Iron Man era maschile, presentato al pubblico in Iron Man 219 del 1987 ideato da David Michelinie e Bob Layton. Dall'epoca appare più o meno di frequente nei fumetti, affrontando vari eroi, militando in super gruppi di criminali, al servizio di boss come Justin Hammer, Kingpin o Norman Osborne. Usa una tuta da lui stesso progettata che lo rende invisibile e intangibile, occultando persino il suo battito cardiaco, dotata di varie armi letali, tra le quali un congegno capace di disabilitare i dispositivi elettronici

Per l’attrice Hannah John-Kamen l’aggiornamento del personaggio, apparso per la prima volta nei fumetti nel 1987, è una fantastica opportunità per calarlo nel mondo moderno. Fan dei fumetti, l’attrice si è preparata al ruolo cercando analogie e differenze tra la versione dei comics e quella cinematografica, lavorando di concerto con il regista Peyton Reed, dichiarando.

Penso che Peyton sia incredibile. È bello lavorare con un regista che è un fan del mondo su cui stiamo lavorando tutti.

A differenza dei precedenti personaggi apparsi nel Marvel Cinematic Universe, Ghost è una tabula rasa, e quindi ha consentito una costruzione maggiore.

Ogni ruolo è una lavagna vuota da riempire con qualsiasi cosa, sia che tu stia interpretando a un super eroe, un cattivo, qualsiasi cosa, da qualsiasi fumetto, ha spiegato l’attrice, È importante come attore avere il proprio input, interpretandolo comunque.

A differenza di altri criminali, il Ghost dei fumetti non una identità segreta, aspetto che alla sua interprete piace molto.

È liberatorio, è molto liberatorio, ha spiegato Per interpretare questo personaggio, sia nella tuta o meno, qualunque sia la percezione del personaggio, è solo un nuovo personaggio. E quando si lavora con un nuovo personaggio, c'è totale libertà.