Il finale della stagione tre di Supergirl è stato denso di eventi ma come è ovvio, quanto segue è uno spoiler per chi non fosse in pari con la messa in onda americana, per cui vi consigliamo di proseguire a vostro rischio e pericolo.

Nel gran finale abbiamo assistito all'uccisione di tre personaggi seguita dalla decisione di Supergirl (Melissa Benoist) di compiere un gesto che ricorda molto il finale del primo Superman con lo scomparso ma mai dimenticato Christopher Reeve: tornare indietro nel tempo e cambiare gli eventi.

Ma forse, avrebbe dovuto chiedere prima consiglio a Barry Allen.

Poi senza spoilerare troppo, abbiamo assistito all'uscita di scena di tre personaggi, due per volere degli stessi attori ovvero Jeremy Jordan (Wynn Scott) che passerà da personaggio fisso a ricorrente in quanto per sua stessa ammissione su Instagram vuole seguire altri obiettivi, e Chris Wood (Mon-El), il cui contratto era sempre stato solo per due stagioni, mentre i produttori della serie mantengono per ora il mistero sul futuro di J'onn J'onnz (David Harewood). E non dimentichiamoci l'upgrade di Brainiac -5 (Jesse Rath) a personaggio fisso in quel di National City.

Ma è stato negli ultimi minuti che l'episodio intitolato Battles Lost and Won ha giocato le due carte più importanti: prima sentiamo una breve conversazione telefonica tra Lena Luthor (Katie McGrath) e Eve Teschmacher (Andrea Brooks), ovvero un personaggio che è un'altra citazione dal superman di Reeve, dove lavorava per Lex Luthor, in cui la sorella adottiva di Lex parla di iniziare la fase due dell'esperimento sull'Harun-El (una roccia dalla proprietà misteriose in arrivo da Argo) per poi fare un salto indietro di quarantotto ore, mostrarci il momento in cui Supergirl cambiava gli eventi e una nuvola di fumo nero si levava al di sopra di lei, non diversamente da quando Reign si era separata da Samantha (Odette Annable).

Ed eccoci in Siberia, dove alcune guardie di confine vedono arrivare dal buio una figura avvolta solo in una coperta. E sull'ultima scena scopriamo che si tratta di un'altra  Kara Danvers, ma con una espressione molto diversa dal solito sul viso.

Così TV Line è andato a intervistare i due produttori esecutivi Robert Rovner e Jessica Queller per scoprire che le citazioni dalla mitologia di Superman non si sono fermato al mondo cinematografico, ma sono arrivate al What if a fumetti, anzi a un arco narrativo ben specifico.

Superman: Red Son

Rovner ha svelato:

I fan dei fumetti credo riconosceranno che la storia che vogliamo raccontare sarà ispirata a Superman: Red Son, ovvero le origini alternative di Superman se la sua navicella fosse caduta in Russia invece che nel Kansas.

Pubblicato in tre numeri nel 2003, candidato agli Eisner Awards e ideato dal celebrato autore Mark Millar (Kick-Ass, Kingsman – Secret Service), la storia partiva dall'idea che a causa della differenza di alcune ore rispetto alla timeline originale, Kal-El cadeva in Ucraina e diventava il paladino del socialismo, di Stalin e del lavoratore comune, e incontrava versione alternative di Wonder Woman e Batman. La storia si svolgeva tra il 1953 e il 2001, per concludersi con un finale futuristico.

Supergirl

Ovviamente qui le differenze sono molte: la seconda Kara arriva in Siberia già adulta e così come potrebbe diventare l'alter ego cattivo di Supergirl al servizio dei russi, secondo altre testate online potrebbe anche diventare Power Girl, ovvero la Kara Danvers di Earth-2, portando così Supergirl più vicina al resto dell'Arroverse da cui è separata trovandosi in una realta parallela.

Del resto, non sarebbe la prima volta che Kara incontra la sua versione malvagia: nel cross-over dello scorso anno intitolato Crisis on Earth-X si scontrava con la sua versione nazista chiamata Overgirl.

La stagione quattro di Supergirl è prevista di ritorno in un punto imprecisato di questo autunno, voi vorreste vedere Supergirl: Red Daughter in azione?