Vi scriviamo dall’Antico Caffè San Marco, dove in questo momento c’è il rinfresco di chiusura del Trieste Science+Fiction Festival: non fate troppo caso alla punteggiatura. Davanti a noi c’è il direttore dell’Amsterdam Imagine Film Festival, a fianco l’attrice Valentina Romani (vincitrice del Premio Biraghi 2016 e giurata del Méliès d’Argent). Seduto dietro il regista di Loop che brinda. I premi sono stati assegnati e l’entusiasmo dei coinvolti è palpabile. Facciamo un flashback.

L’ultima giornata di festival è stata emozionante. Ogni anno sembra meglio del precedente, anche se è difficile valutare i numeri dati i cambi di location delle ultime edizioni dice il triestino Igor, 39 anni. Stamattina alla Knulp (libreria associata al TS+F n.d.r.) c’è stata una bellissima tavolata su giornalismo e videogiochi, voi dove eravate?. Scusa, Igor.

Alle 14.30 al Teatro Miela parte la selezione Fantastic Shorts, ossia corti fuori competizione perché già proiettati altrove. Soffermiamoci solo su quelli che ci hanno colpito di più.

The Onlookers ha un’ottima idea di base: a un certo punto, il continuum spaziotemporale – grande protagonista del festival – va in corto circuito. Iniziano ad apparire porte sul futuro che il governo impone di coprire fino all’arrivo delle autorità competenti. Lo sviluppo segue invece le vicissitudini di un padre deluso, un figlio nullafacente e un anziano amico di famiglia. E tutto avviene in una stanza. Vale la pena darci un occhio.

About Family di Adrian Pallares ha un’ambientazione e un cast da brivido: in una baraccopoli messicana, una famiglia trascorre la propria travagliata (ma non sempre triste) esistenza fino all’arrivo di un cilindro recuperato da un ospedale abbandonato. Credendo inizialmente di poter guadagnare qualche dollaro, tutto invece va storto: il liquido fluorescente contenuto nel cilindro innesca una mutazione nei membri della famiglia. Chiara metafora del lato oscuro del denaro.

Grande applausi in sala – come ieri per l’incredibile cotoletta – la comicità tutta messicana di M.A.M.O.N. (Monitor Against Mexicans Over Nationwide). Prodotto da gente che ha intenzione di "cambiare il mondo usando le nostre armi da geek: telecamere, effetti and computer grafica", lo splendido corto è un concentrato di idee esilaranti potenziate da un montaggio quasi cartoonesco. (SPOILER ALERT) Il muro tra Messico e Stati Uniti è stato eretto e i messicani vengono teletrasportati a mo’ di catapulta aldilà del confine, uno di seguito all’altro – un personaggio fa richiesta per riavere il suo baracchino, prontamente catapultato. All’improvviso il muro si apre: un enorme robot pilotato da Trump in persona inizia a massacrare i messicani sparando razzi dai genitali (!). Ma un pollo sganciato dall’Ave Maria (!!) ucciderà il temuto presidente, che non potrà essere curato perché un medico messicano sarà teletrasportato proprio durante l’operazione. Guardatelo.

Citazioni d’obbligo: Icarus per l'eccezionale performance dell'attore protagonista (e la produzione tramite crowdfunding); Limbo per poesia e fotografia; il brasiliano Flux 324 per la tematica nanotecnologica, curiosamente snobbata dalla maggior parte delle pellicole.

Perdiamo Bushwick che Carla, 24 anni e studentessa di cinema, ci dice essere stato un onesto action e poco più. Ma assistiamo a Before We Vanish del giapponese Kiyoshi Kurosawa, per sua sfortuna professionale non parente del noto Akira. Diciamo subito che abbiamo apprezzato la rivisitazione delle tematiche psico-sociali care a una certa fantascienza, anni ’50 in primis. La percezione che la terra sia in pericolo tipica dei primi anni di guerra fredda è chiaramente legata a doppio filo con la mancanza di tranquillità che serpeggia in Giappone a seguito di Fukushima – classificato al pari di Černobyl – amplificata anche dalle memorie nucleari della seconda guerra. Tutto bene dal punto di vista concettuale, quindi. Ma considerate che la maggior parte della gente si è sparata almeno cinque film al giorno per sei di fila e viene da una maratona di corti di almeno tre ore. I 130 minuti di Before We Vanish hanno sfiancato anche il più temerario. Dopo un'ora ho ceduto, spero di non aver russato dichiara sconsolato Gianluca, 56 anni. Ci riserviamo di recensirvelo dopo una seconda visione.

Persa purtroppo l’animazione Zombillenium, proiettata precedentemente al Festival di Cannes, arriviamo profumati alla cerimonia di premiazione 2017. Come anche l'anno scorso, parte una clip registrata e montata durante il festival che riesce nell'impresa di fomentare il pubblico che, vedendosi sullo schermo, percepisce il proprio peso nella riuscita del TS+F.

Prima premiazione: una giuria di studenti seleziona l’italianissimo Framed come Miglior corto. Marco Jemolo confeziona un’animazione a passo uno ben riuscita e dal concept profondo.

Framed
Framed

Il premio Star’s War, ossia della critica web, va proprio a Zombillennium, di cui possiamo solo ripetere le parole di Emanuela, 31 anni: È la prima volta che la trasposizione di un fumetto in film mi emoziona mille volte più dell’originale. La storia era una robetta da quaranta pagine, nell'animazione hanno riscritto e ampliato tutto.

Premio Nocturno a Hostileprodotto da Xavier Gens. Il regista Mathieu Turi sale sul palco a ritirare il premio e racconta che, durante uno scouting per trovare le location adatte, ha incontrato casualmente Steven Spielberg che gli ha augurato buona fortuna per il suo film. Detto fatto.

Il Premio Rai 4, assegnato a film ancora senza distribuzione, va a Cold Skin. Con le sue tematiche sull’accettazione del diverso, l'opera lovecraftiana di Xavier Gens incorona il regista e produttore francese come vero vincitore del Science+Fiction, dato che incassa un premio per ruolo.

Cosa presagita in sala appena dopo la proiezione, il miglior film per il pubblico è Salyut-7. A noi invece questa pellicola intrisa di patriottismo russo non aveva convinto del tutto. Ma sappiamo di essere gente difficile.

E siamo ai Méliès d’Argent, i cui vincitori andranno a concorrere per il prestigioso Méliès d’Or 2018Quello del 2017 è stato assegnato pochi giorni fa proprio qui al TS+F. Miglior corto secondo la giuria: la più gustosa cotoletta del mondo, ovvero The Last Schnitzel. E ci sta tutto, aggiungiamo noi. Miglior film: Loopuno dei primi film visti qui al festival. Il regista ungherese Isti Madaràdsz alla consegna del premio ci tiene a dire che “il TS+F è il miglior festival del mondo e i gelati italiani sono buonissimi.”

E per finire il direttore dell’Amsterdam Imagine Film Festival consegna un elegante manufatto allo spumeggiante Bodo Kox, autore del notevole The Man With the Magic Box. "Per il Premio Asteroide ho immaginato due volti contrapposti. Quello femminile incarna la fantasia, quello maschile la scienza" dice lo scultore Christian Fermo, che ha vinto l'inedito concorso indetto al TS+F per la creazione della "statuetta" denominata dall'artista stesso "Oracle".

In chiusura parte Incontri ravvicinati del terzo tipo in una versione restaurata in 4k che, a dire il vero, non sembra proprio aver preso il volo come altre pellicole dopo lo stesso trattamento. La domanda è se questa operazione di "lifting" digitale fosse davvero necessaria, dato che il capolavoro di Spielberg non dovrebbe vergognarsi a dimostrare i suoi splendidi quarant'anni. Ogni film è figlio del suo tempo.

Eccoci quindi tornati ai brindisi di saluto al San Marco, circondati da staff, ospiti e colleghi. È stata un'edizione indubbiamente riuscita e ben costruita sia nella programmazione che negli eventi collaterali. A cavallo tra scienza e fantasia, potremmo dire.

Ho programmato un'intelligenza artificiale affinché inventi ritmi con una propria creatività afferma Aleksandar, 28 anni. Noi non possiamo che seguirlo nel suo studio per constatare ancora una volta che il futuro è qui. E per il momento senza zombie.

Lo studio di Aleksandar
Lo studio di Aleksandar