In un'epoca di reboot, remake, prequel e quant'altro, la parola revival suona come un oggetto misterioso, un po' come è rimasto avvolto nel mistero il finale di una serie di culto come Quantum Leap

Andata in onda sulla NBC dal marzo 1989 al maggio del 1993 sfiorando di poco i cento episodi, arrivando a quota 97 per l'esattezza, Quantum Leap non aveva mai registrato rating eclatanti ma aveva un zoccolo duro di fan fedeli, i quali non avevano mai apprezzato quel finale ridotto a una scritta nella quale si diceva che il dottor Beckett (Scott Bakula), non era mai tornato a casa.

Nel corso degli anni si sono poi inseguite voci su possibili sequel, compreso uno in cui protagonista sarebbe stata la figlia del suddetto Beckett, la quale partiva alla ricerca del padre (probabilmente usando la stessa tecnologia) per riportarlo a casa.

Di recente l'ultima parola è arrivata dal creatore stesso della serie, Donald Bellisario, il quale apparso alla Los Angeles Comic-Con insieme al protagonista Scott Bakula, ha svelato come abbia già scritto la sceneggiatura per un film basato sulla serie,  aggiungendo:

L'ho scritto come ho sempre fatto, ho iniziato e poi ho lasciato che Beckett e Albert (Dean Stockwell) mi portassero dove volevano. Mi diverto tanto quanto il pubblico.

Per cui, ha spiegato di avere più o meno fatto un reboot dei loro personaggi ed è partito da lì.

Cosa voglia dire è ovviamente un mistero tutto da scoprire.

Scott Bakula ha poi difeso il finale di serie per molti controverso, dicendo di avere sempre spronato gli autori a scrivere ogni storia come se fosse l'ultima, come se fosse l'ultima ora della storia:

scrivetela come se dovesse tornare il prossimo autunno, o diventare un film della settimana, o un film cinematografico. E rendete tutti felici.

E conclude dicendo che se andaste a rivedere quel finale, Bellisario aveva raggiunto tutti quegli obiettivi.

Per chi non lo ricordasse (o non l'avesse vista, nel qual caso ve la consigliamo), il dottor Beckett era a capo di un esperimento governativo segreto sui viaggi nel tempo, nascosto nel deserto del Nuovo Messico, e ovviamente chiamato Quantum Leap.

Quando scopre che i fondi stanno per essere tagliati per mancanza di prove evidenti che la macchina funzioni, decide di testarla su sé stesso. Quando si risveglia, scopre non solo di avere una parziale amnesia, ma che la faccia riflessa nello specchio non è la sua.

Il suo collega Al ricompare in forma di onde cerebrali (insomma, una sorta di ologramma mentale) che solo lui può vedere, e gli dice che lui, insieme all'intelligenza artificiale Ziggy (che aveva la voce di Deborah Pratt), ha scoperto come, per poter tornare nel suo tempo deve alterare un evento di quel passato in cui si trova. Peccato che, come da tradizione, ogni salto (leap) risulti nel corpo di un'altra persona in un'altra epoca, la quale ha un problema da risolvere prima di poter tentare un nuovo salto.

Vista la moda imperante di recuperare titoli del passato (da cui è stato colpito di recente anche Magnum P.I. per un reboot televisivo), Quantum Leap ha sicuramente tutto il potenziale per tornare in grande stile: voi che ne pensate, meglio una nuova serie o un esordio sul grande schermo?