Il parere generale su Star Trek Discovery sembra essere prudentemente positivo. Nessuno si straccia le vesti parlando di capolavoro (come invece sembra stia accadendo per Blade Runner 2049) ma tutti apprezzano la fotografia, le scenografie, le battaglie nello spazio, il ritmo, la recitazione. L'aggiornamento rispetto a un concetto più moderno di televisione. Tutti aspetti che probabilmente fanno piacere, ma che non rientrano esattamente tra le priorità di un appassionato di Star Trek; che invece magari cerca idee, speculazione, fascino dell'ignoto e, perché no, anche un po' di filosofia di vita, quella positivista e pacifista che ha sempre accompagnato (con gravi eccezioni in Enterprise) il mondo di Star Trek. Qui su Discovery c'è qualche dubbio, da qui la prudenza, anche perché per valutare questi aspetti occorrerà avere una visione d'insieme impossibile dopo solo due episodi.

Molto positiva la recensione di Giacomo Lucarini di LegaNerd, che ne apprezza l'impatto visivo, il ritmo, i colpi di scena: Dialoghi ben scritti e atmosfera coinvolgente sono dunque il piatto forte di Star Trek Discovery il che la posiziona Più dalle parti del reboot di JJ Abrams che della tradizione televisiva. Insomma, una recensione “positiva” che probabilmente potrebbe suggerire un giudizio negativo a un fan di Star Trek che nella serie cerca idee, non azione.

Positiva ma prudente l'opinione di Alessia Pelonzi per BadTv.it, che indica punti che non la convincono, come la "cattiveria" un po' superficiale dei Klingon – aspettandosi però un approfondimento nel resto della serie, apprezzando i riferimenti al canone ma anche le soluzioni nuove per Star Trek come i flashback. Per ora, la serie ideata da Fuller e da Alex Kurtzman sembra essere partita col piede giusto, almeno dal punto di vista del ritmo e della gestione dei propri personaggi principali dice, augurandosi che la serie continui con lo stesso ritmo.

Tra le recensioni più interessanti e (almeno per quanto ci riguarda) che più condividiamo c'è quella di Licia Troisi, famosa scrittrice fantasy ma appassionata anche di fantascienza, che mette in fila una serie di aspetta che la lasciano perplessa: i klingon che sembrano orchetti del Signore degli anelli, l'ossessione di insistere su personaggi umano/vulcaniani, la dissonanza della tecnologia in uso nella nuova serie rispetto a quella – che dovrebbe essere successiva, ma appare chiaramente più "antica" – delle serie successive. E soprattutto una trama molto basata sulla violenza, sia quella corpo a corpo sia quella tra astronavi. Licia Troisi conclude dicendo che oggi lo spirito di Star Trek è molto più presente in Doctor Who che in Star Trek, e per ora non si riesce a darle torto.

Non del tutto convinto anche Emanuele Manco su FantasyMagazine, anche se ritiene che Star Trek Discovery cominci il suo percorso inserendosi in uno dei tanti solchi narrativi del franchise senza brillare per originalità, ma sviluppando comunque idee che sono nel DNA della serie. Se il pilota non è un capolavoro, Manco ricorda giustamente che nessuna serie di Star Trek ha esordito con pilori memorabili, e questo, paradossalmente, è forse uno di quelli riusciti meglio.

Telefilm Central è molto critico. Apprezza l'aspetto visivo, lo spazio, le astronavi, le esplosioni, persino le tute, elementi che secondo l'autrice della recensione avvicinano la serie ai film di Abrams; manca però il contenuto. Star Trek è un racconto di uomini, di emozioni, di legami e di temi forti e importanti (parità di genere, orientamento sessuale, il peso del potere, la vecchiaia, la morte, l’amore e il dovere etc.) Tutto questo nella premiere, composta da due episodi, non c’è. La causa di questa carenza va anche cercata nel ritmo sincopato, l’eccessivo uso di cgi, e la troppa attenzione sullo scontro armato non permette a nessuno dei personaggi di emergere e pasticcia quello che deve essere l’antefatto della serie perdendo ben due episodi che forse potevano essere impiegati in altro.

David Sims su The Atlantic applaude al fatto che Star Trek si aggiorni ai tempi moderni, trovando nuovi modi raccontare storie basandosi su tensione, conflitti, spettacolarità. Un parere molto simile Scott Collura su IGN.com. Viceversa Sam Thielman del Guardian nota con delusione che mentre le serie precedenti di Star Trek tendevano sempre alla diplomazia, a evitare i conflitti, Discovery invece sembra puntare proprio su di essi. Anche Ed Power del Telegraph esprime lo stesso scetticismo, arrivando a dire che la serie sembra voler trasformare Star Trek in un clone di Star Wars. Che, insomma, per molti trekker è l'insulto peggiore immaginabile.

E noi? Noi abbiamo volutamente evitato, per ora, di scrivere una recensione. Quando lo faremo probabilmente l'argomento non sarà più così attuale, pazienza; ma ci sembra che giudicare Star Trek Discovery sui primi due episodi sia troppo sviante. Ne chiacchiereremo magari con Omar Serafini in un proddimo podcast di Fantascientificast, ma per una recensione approfondita preferiamo aspettare.

Senza arrivare agli eccessi di diverse precedenti serie di Star Trek, come The Next Generation e Deep Space Nine che hanno cominciato a carburare davvero dopo diverse stagioni, crediamo che una serie come Discovery, in cui la vicenda è unica e si svolge su tutta la stagione, non possa essere valutata dopo due episodi. I Klingon sembrano troppo cattivi, non danno abbastanza motivazioni della loro bellicosità? D'accordo, ma plausibilmente il discorso verrà sviluppato in seguito. Quasi ogni dettaglio potrebbe essere sovvertito. Inutile quindi criticare quello che ci sembra sbagliato in questo momento. E non vale solo per i difetti: molti hanno applaudito al comandante donna interpretato da Michelle Yeoh, che però è presente solo nei primi due episodi.

Per ora possiamo dire sì, belle immagini, belle scenografie. Ma insomma, se fossimo interessati solo a immagini e scenografie non saremmo cultori di Star Trek.