Lo scorso 6 aprile molti giornali e siti web hanno ricordato che sono passati 25 anni dalla scomparsa di Isaac Asimov, lo scrittore che forse più di tutti è sinonimo di fantascienza. 

L'autore di Abissi d'acciaio era nato a Petrovichi, in Russia, il 2 gennaio del 1920. I suoi genitori decisero di trasferirsi negli Stai Uniti d'America quando il giovane Isaac aveva solo tre anni. Noto biochimico, Asimov ha scritto oltre 500 libri, ma è famoso per essere uno dei più importanti scrittori di fantascienza. 

La sua produzione letteraria è sterminata, ma spiccano sicuramente le storie del Ciclo dell'Impero, del Ciclo dei Robot e quello della Fondazione, la cui trilogia originale vinse nel 1966 il premio Hugo come miglior ciclo fantascientifico.

Il suo nome è anche legato al mondo dei robot, di cui ha scritto notevolissimi racconti e molto famosa anche al di fuori della fantascienza sono le sue leggi.

“Cominciai a pensare ai robot come a prodotti industriali costruiti da tecnici animati da intenti puramente pratici. Li vedevo come macchine, insomma, dotate di dispositivi di sicurezza che gli impedivano di diventare una minaccia, e destinate a lavori particolari che non implicavano necessariamente l’insorgere dell’elemento patetico”. Con queste parole, Isaac Asimov ha descritto la sua concezione di robot, a cui deve molta della sua notorietà come scrittore di fantascienza, al punto da essere considerato il padre del moderno concetto stesso  di robot.

Questa concezione trovò sintesi nelle famose Tre Leggi della Robotica, formulate per la prima volta nel racconto Circolo vizioso (Runaround, 1942), ma la stessa parola Robotica fu coniata proprio in quell’occasione, designando così la scienza che studia i robot.

Le tre leggi sono:

Prima Legge

Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.

Seconda Legge

Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, a meno che questi ordini non contrastino con la Prima Legge.

Terza Legge

Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che questa autodifesa non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.

L’idea di robot di Asimov è un concetto nato in piena era fordista, ossia di massima espansione del capitalismo che assunse nella fabbrica e nell’operaio i simboli più rappresentativi. 

Asimov scomparve il 6 aprile del 1992 a New York. La causa ufficiale fu un arresto cardiaco, dovuto tuttavia al fatto che il suo corpo era minato dall'Hiv, che – come rivelò la moglie dieci anni dopo la sua morte – Asimov aveva contratto attraverso una trasfusione di sangue.

Il buon dottore, come viene affettuosamente chiamato dagli appassionati di science fiction, è l’immagine stessa di un certo tipo di fantascienza e rappresenta soprattutto il periodo dell’Età dell’Oro del genere letterario. 

Personalmente mi è capitato che qualche ragazzo mi chiedesse un libro per iniziare a leggere fantascienza e devo ammettere che ho quasi sempre consigliato un libro di Asimov. Credo che tutto sommato sia uno scrittore che possa innescare in un giovane l'amore per la fantascienza, anche se la sua narrativa è stata spesso superata dalla corrente realtà tecnologica. Resta il fatto che la dote più grande di Asimov, e in questo è superiore a tanti suoi colleghi del passato e contemporanei, è che riesce a scatenare quel sense of wonder che ha portato molti giovani lettori a continuare a leggere narrativa di fantascienza anche quando ormai erano diventati adulti. E questo non è poco.