Non deve stupire la pioggia di nominations su questo film che Ron Howard ha voluto trarre liberamente dalla biografia del matematico John Forbes Nash Jr. A beautiful mind, infatti, è un film molto interessante perché, tramite un artificio, rende lo spettatore partecipe delle manie e delle ossessioni che hanno tormentato per tanti anni un brillante matematico in grado di rivoluzionare in giovanissima età la base della teoria economica moderna. Interpretato da un Russell Crowe che ha saputo portare ad un livello ancora più alto l'esperienza maturata prima con Curtis Hanson, poi con Michael Mann per The Insider e con Ridley Scott per Il gladiatore, questo film precipita il pubblico nella voragine senza apparente possibilità di ritorno, di un'ossessione che è figlia di un'epoca: del terrore di un attacco sovietico a sorpresa, della guerra di spie, dell'atmosfera della Guerra Fredda. Pur non essendo del tutto fedele allo svolgimento dei fatti, Ron Howard grazie ad una colonna sonora favolosa (anch'essa candidata all'Oscar grazie al talento del suo compositore James Horner) riesce a tessere una pellicola che avvolge lo spettatore con le sue ossessioni, la sua paura, la sua ricerca indefinita di speranza e amore.

Una pellicola dura, coinvolgente e commovente in cui il pubblico è messo per la prima volta dinanzi al dramma della malattia, visto sotto il profilo di una normalità negata. In questo senso la bellezza carismatica di Jennifer Connelly nei panni della giovane moglie dello scienziato, costretta a sopportare le mattane del marito, mandando avanti la vita della famiglia e rinunciando alla propria è la sponda ideale per un pubblico desideroso di intravedere una speranza per un uomo di genio ridotto ai minimi termini dalla sua schizofrenia e dalla sua ossessione per la Guerra Fredda. A beautiful mind è un film che tutti gli appassionati della fantascienza non potranno che amare, perché nella malattia di Nash potranno leggere non solo i riflessi di un'epoca, delle sue icone e letture, e di un momento storico decisamente importante, ma soprattutto perché potranno immergersi per la prima volta in una fuga dalla realtà vista sotto il profilo del sogno e non dal punto di vista clinico.

In questo senso A beautiful mind merita il premio Oscar per il miglior film dell'anno: per il coraggio narrativo del mutamento di prospettiva che - per la prima volta- costringe lo spettatore ad uno stato di allucinazione permanente, vedendo voci, persone e cose nate sì dalla mente di un genio, ma non per questo meno dolorose o più facili da superare. Un film sull'amore e sul senso della salvezza che pur non essendo "perfetto", seduce lo spettatore con la sua grazia disperata e il suo senso di grande e vuoto dolore. Una regia di elevatissimo livello per esaltare il cinema nella sua funzione sociale e storica: quella di raccontare storie edificanti in grado di rendere omaggio a persone fuori dal comune.