I rompi–tempo sono apparsi per la prima volta circa trent’anni fa, da allora non la smettono di tormentarci. Sono educati, gentili, cortesi, sempre biondi, alti, giovani, carini. Provengono dal futuro e appaiono d’improvviso, in luoghi inaspettati, anche in bagno o in piedi sul letto. Per questo motivo vengono comunemente chiamati: rompi–tempo.

Una volta ne conobbi una molto carina. Apparve d’improvviso al mio fianco mentre guidavo.

– Ciao – disse. – È la terza volta che t’incontro, finalmente! Ti stavo cercando.

Frenai, spensi il motore, la guardai: non l’avevo mai vista.

– Io non ti conosco.

– Ci siamo già conosciuti qualche minuto dopo – disse.

– Dopo quando? – chiesi.

– Dopo di adesso.

Non riuscivo a capire.

– Fra due ore – mormorò. – Alla spiaggia.

– Perché mi cerchi? – le chiesi.

– Per darti questo! – E mi tirò uno schiaffo, poi scomparve.

Rimisi in moto l’auto, andai alla spiaggia. Aspettai due ore finché apparve, era seduta sulla sabbia bianca.

– Ciao – disse. – È la seconda volta che t’incontro.

– Perché mi hai tirato uno schiaffo? – le chiesi.

– Non l’ho mai fatto – disse.

– Invece si: sei apparsa e hai detto che era la terza volta che ci vedevamo, poi mi hai tirato uno schiaffo.

La ragazza cominciò a riflettere.

– Lo capirai la prima volta che ti vedrò – disse. – Corrisponderà alla terza che tu vedrai me, in ogni caso grazie per avermi avvertita!

– Di cosa?

– Dello schiaffo che dovrò tirarti per evitare incongruenze – sorrise. – È semplice, non sono molto pratica di viaggi nel tempo e perciò mi capita di andare a ritroso in modo inverso: la prima volta che ti vedrò corrisponderà alla terza che tu vedrai me, credo.

– Continuo a non capire.

– Guarda il mio seno – disse. – È piccolo, morbido e sodo.

Lo guardai. Scomparve. Rimasi solo sulla spiaggia deserta. Si fece sera. Salii in macchina, tornai a casa, mangiai un panino al prosciutto, poi andai a letto. Nel letto ricomparve al mio fianco.

– Ciao – disse. – È la prima volta che t’incontro.

Non risposi, sapevo cosa fare: le toccai il seno.

– Perché l’hai fatto? – chiese sorpresa.

– Per rivederti – dissi. – Lo capirai la seconda volta che m’incontrerai…

La vidi di nuovo, molte volte. Era una ragazza simpatica, imbranatissima sul moto temporale. Fu dunque una strana storia d’amore. I nostri tempi non coincisero mai: quando la rividi per la quarta volta lei mi conosceva benissimo da anni, ed era innamorata pazza di me. Quando, dopo anni, ero io innamorato pazzo di lei, lei mi conosceva appena.

Non saprei indicare con precisione quanto durò la nostra storia.