Il regista Gareth Edwards e gli sceneggiatori che si sono avvicendati nel compito di creare Rogue One A Star Wars Story avevano davanti una sfida non indifferente: raccontare gli eventi immediatamente precedenti Una nuova speranza, letteralmente pochi minuti prima dell'inizio del film del 1977.

Per riuscirci hanno creato una intricata tela di rimandi e di ritorni eccellenti, anche presi dai tre (per alcuni famigerati) prequel, ma la comparsa in scena che ha fatto più scalpore on line è stata quella di Grand Moff Tarkin, con il volto di Peter Cushing, attore scomparso nel 1994.

Come abbiamo riportato, in scena era effettivamente presente un attore, Guy Henry, in arrivo dalla saga di Harry Potter, il quale ha interpretato il personaggio dandogli le movenze e una voce più simile possibile a quella originale.

Peter Cushing ricreato in CGI
Peter Cushing ricreato in CGI

Ma, come ha spiegato il regista Gareth Edwards, l'idea è arrivata da John Knoll, capo dell'ufficio creativo e del team degli effetti visivi della Industrial Light and Magic. 

Qualche tempo fa lo stesso Knoll aveva raccontato come in Rogue One avremmo visto un piccolo tocco divertente di innovazione tecnologica.

Ma Edwards ha rivelato che in realtà si è trattato di sudare sangue per tutti gli specialisti della ILM, perché la loro missione era di riuscirci a ogni costo.

Il ruolo di Tarkin in Rogue One non è piccolo: compare in diverse scene, discute con Krennic, dà ordini. È inquadrato diverse volte in primo piano, e lo spettatore quasi non riesce a capire che si tratta di un personaggio creato in computer grafica.

Il risultato è stato ottenuto ricreando digitalmente il volto di Cushing, per poi adattarlo ai movimenti del viso di Guy Henry, ma lasciando i suoi veri occhi per evitare il classico effetto occhi da pesce lesso che accomuna spesso i personaggi realizzati interamente in computer grafica.

Il Peter Cushing originale, con George Lucas e Carrie Fisher
Il Peter Cushing originale, con George Lucas e Carrie Fisher

La seconda parte più difficile è toccata proprio a Henry: non solo per i tempi necessari a catturare i movimenti del suo viso mentre recitava sul set, ma soprattutto per aver dovuto tenere il segreto per mesi dopo la fine delle riprese, fino al riconoscimento del suo lavoro in questi giorni.

La resurrezione virtuale di Peter Cushing, nonché il breve ma intenso cameo di un altro personaggio (che non spoileriamo) rappresentano il primo passo nella realizzazione dell'obiettivo più ambito da Hollywood: riportare in scena attori da lungo tempo scomparsi, o solo poter proseguire le riprese di un film nella sfortunata ipotesi di una scomparsa prematura.

Voi che ne pensate della resa visiva di Gran Moff Tarkin e delle possibilità che apre al mondo del cinema, potremmo rivedere Alec Guinness nel prequel su Han Solo?