C'è stato un momento in cui realtà e finzione si sono sovrapposti negli Stati Uniti, quando a novembre, mentre le elezioni presidenziali proiettavano l'ombra di Trump come presidente, nel contempo comparivano i poster pubblicitari della seconda stagione di The Man in the High Castle in cui si vedeva la statua della libertà indossare una svastica e fare il saluto nazista. 

Ma nel contempo la serie doveva vedersela con l'uscita di scena del suo showrunner, quel Frank Spotnitz già al lavoro su un'altra serie di culto come X-Files

Invece di scritturare un altro showrunner Amazon ha promosso i suoi due coproduttori presenti fin dall'inizio della produzione: David Zucker e Isa Dick Hackett, figlia di Philip K. Dick.

E sono stati loro a raccontare cosa aspettarsi da questo ritorno negli States dominati da nazisti e giapponesi.

Aggressività

È questa la parola d'ordine: istigare un senso di urgenza nei personaggi verso le loro situazioni mentre i loro obiettivi andavano espandendosi: È un effetto farfalla che colpisce tutti i personaggi.

Ma vuole anche essere una metafora di come anche contro avversità insormontabili è possibile combattere se gli individui si uniscono contro un sistema totalitario.

L'uomo nell'alto castello

Un aspetto essenziale che hanno voluto approfondire è stata la mitologia dietro i famigerati filmini e soprattutto l'identità dell'uomo del titolo, che verrà rivelata fin dall'inizio della stagione, rispetto al romanzo dove non appare se non nel finale. Il problema di quando far entrare in scena questo personaggio è stato molto dibattuto, ma si è preferito non caricare troppo l'attesa di questo evento per non distrarre dalle vicende dei personaggi.

Hitler

Come scoprirete, all'inizio della stagione ci sarà una sua forte presenza, ma arrivando alla fine diventerà ovvio quanto poco rilevante sia negli eventi. Ha una valenza a livello di avanzamento del plot, e rappresenta l'altro re nella partita a scacchi con l'Uomo nell'alto castello. È interessante e indicativa di quanto questa vicenda sia disturbante il fatto che lo spettatore possa avere verso di lui quasi simpatia, in contrasto col personaggio di Himmler e altri. Lo stesso vale per John Smith, il nazista americano, che sappiamo ha commesso crimini e atrocità efferate e ciononostante ha una sua storia complessa e interessante.

Dopo Spotnitz

I due showrunner confermano che il coinvolgimento dello showrunner uscente è arrivato fino al quinto episodio della stagione due, poi si sono occupati loro di portare avanti le varie trame, apportando cambiamenti quando necessario.

Ma in nessun caso è stato preso in considerazione un nuovo showrunner, che usualmente darebbe un tono e una direzione del tutto diversa alla serie rispetto alle origini.

Ciò detto, Zucker sottolinea come il piano sia di trovare un vero e proprio showrunner per la stagione tre.

Oltre il libro

La vicenda della seconda stagione va ben oltre la storia raccontata dal libro. Ma quanto oltre si possa andare sarà da vedere al termine dell'annata, per capire se ci saranno altre stagioni e quante potranno essere.

La stagione due di The Man in the High Castle è arrivata il 16 dicembre su Amazon Prime negli States, vi terremo aggiornati sull'uscita italiana, nel frattempo vi lasciamo con il trailer e una clip intitolata L'interrogatorio di Julianna.