La Cliquot, una piccola casa editrice romana specializzata nel recupero di opere del passato dimenticate di narrativa, saggistica e fumetto, con particolare attenzione per la letteratura popolare di genere, segnala la prossima uscita del volume Alla conquista della Luna, una raccolta di racconti fantascientifici di Emilio Salgari,  più noto per le saghe avventurose di Pirati della Malesia e del Corsaro Nero. 

Il progetto grafico del volume è di Maurizio Ceccato (www.ifixweb.it), con illustrazioni di Riccardo Fabiani (www.riccardofabiani.com). La prefazione è di Felice Pozzo.

Il libro è stato stampato in due versioni: 

  • Deluxe (150 copie in edizione limitata e numerata), f.to 14x21 cm, 144 (+12) pagine b/n e col., ril. filo refe, cartonato imitlin stampato, con sovraccoperta in quadricr. con stampa del titolo in foglia d’oro e punzone. 6 illustrazioni extra in quadricromia rilegate a mano all’interno, disponibile partecipando a una campagna di crowdfunding sul sito Produzioni dal Basso (http://linkpdb.me/12484);
  • Brossura, f.to 14x21 cm, 144 pag. b/n e col., ril. filo refe, brossurato con alette (prezzo di copertina 16 euro).

Il libro

La conquista della Luna è il simbolo dei grandi miti del Novecento. Per un attimo l’abbiamo toccata. Per un attimo siamo stati sedotti dall’abbagliante illusione che il mondo fosse nelle nostre mani, che le conquiste scientifiche e le innovazioni tecnologiche potessero aprire tutte le porte, anche quella della felicità. Eppure, prima ancora che il XX secolo sbocciasse, un fine scrittore di storie avventurose ci aveva avvertiti che la natura primigenia non avrebbe mai chinato il capo di fronte alla sfida spavalda delle ambizioni umane. E lo aveva fatto attraverso alcuni visionari racconti che qui sono raccolti per la prima volta insieme.

Alla conquista della Luna contiene le rarissime incursioni di Emilio Salgari nel mondo del fantastico e del (proto) fantascientifico. Racconti pervasi da un pessimismo alla Edgar Allan Poe più che dalla verniana fiducia nella scienza e nel progresso, perché Salgari aveva capito quello che anche per noi è sempre più

chiaro: l’umanità non può permettersi di giocare a essere Dio.