Il Trieste Science+Fiction di quest'anno è stato un bagno di folla. Ma come quasi ogni evento di successo negli anni è dovuto passare attraverso anni bui, come quando anni fa – e noi c'eravamo – il cinema storico che ospitava il festival ha chiuso i battenti, costringendo la Cappella Underground (l'impavida associazione dietro all'evento) a ripiegare all'interno di un centro commerciale. Intervistare George Romero lì dentro era stato strano. Ci va meglio quest'anno, con due ottime location come teatro Miela e sala Tripcovich.

È in quest'ultima che vediamo The Rift, un sci-fi horror serbo che pone delle ottime premesse ma purtroppo risultando prevedibile e stereotipato. Ci spostiamo al Miela per vedere il maestro Dario Argento presentare la versione in 4k (cioè con più definizione) di Zombi del nostro vecchio amico Romero, di cui il nostro Dario fu co-produttore. Ricordo quando facemmo l'anteprima italiana a Torino. Fu come un concerto rock.

Assistiamo giusto a un po' del film, constatando l'ottimo lavoro di restauro, prima di correre in Tripcovich per Monolith, attesissimo progetto italiano (ma girato con location e attori statunitensi). Si racconta della singolare disavventura di una donna a cui il marito ha comprato un suv di ultima generazione per garantire sicurezza a lei e a loro figlio, ma ovviamente qualcosa va storto e la macchina diventa un problema. Alta qualità sotto ogni aspetto. La discussione successiva alla proiezione diventa terreno per battute di ogni tipo e qualche critica (tipica reazione italiana a prodotti di qualità), prontamente rispedite al mittente dagli intelligenti e loquaci autori.

Under the shadow, privo di qualsiasi traccia di fantascienza, elettrizza la sala con le sue scosse orrorifiche, sempre inattese grazie al ritmo lento dell'opera. La guerra tra Iraq e Iran  viene resa ancora più opprimente dalla presenza di spiriti che si accaniscono (ancora) su una madre e una figlia.

Chiusura con Southbound, interessante come sceneggiatura, ma forse troppo splatter e puramente horror per il pubblico del s+f.

Certo, gli ultimi dieci anni hanno visto l'incremento dei film horror a discapito della fantascienza pura dice Graziella, 52 anni, però secondo me ora siamo all'apice, sia come qualità delle proiezioni che come quantità di pubblico. Anche Alessandro, 43 anni, è d'accordo: Questo è il dodicesimo anno di fila che mi faccio e questa è di sicuro l'edizione migliore. Per noi è solo la terza edizione, ma dobbiamo ammetterlo: il Science+Fiction è una bomba.