Donna di talento e di bellissima presenza, Marina Sirtis, arrivata a Lucca Comics & Games grazie alla collaborazione con lo Star Trek Italian Club e L'Ultimo Avamposto, ci saluta con un sorriso accattivante e risponde con ironia e arguzia. Immediatamente si crea un momento bizzarro. Le viene chiesto se sente su di sé il peso e la responsabilità di aver fatto parte di una serie così importante e se si è sentita onorata, quando fu scritturata, di aver fatto parte della storia della fantascienza. La risposta della donna è No. Confessa di non essere mai stata una fan di Star Trek e di non essere cresciuta guardando la serie classica. Leggeva Jane Austen e i classici e si scusa quindi perché, forse, essere qui fra fumetti e science-fiction è il luogo sbagliato per lei.

Una risposta che ci fa sorridere per la sua schiettezza. Come attrice ha interpretato un ruolo e lo ha fatto con grande professionalità. Aver letto i romanzi della Austen non ha fatto altro che migliorare la sua recitazione. Nei romanzi della scrittrice britannica la cosa più importante sono le relazioni che si creano fra i personaggi e in Star Trek ciò che è fondamentale è proprio il rapporto che si instaura fra i membri della nave interstellare. Inoltre la maggior parte del cast proviene da studi tradizionali di recitazione e solo alcuni erano fan.

Come attrice ha iniziato, racconta, nel ruoto di Ofelia a teatro e questo è il suo grande amore. Essendo io stessa attrice shakespeariana, le racconto che ho quasi sempre fatto ruoli maschili come Porter in Macbeth – a lei dico The scottisch play per scaramanzia, cosa che apprezza – e se sarebbe lei stessa curiosa o attratta di interpretare personaggi maschili.  Mi risponde con sicurezza che gradirebbe essere Amleto, il ruolo più bello mai scritto, ammette. Ci scambiano un'occhiata complice. Sì, la penso come lei e condivido la sua voglia di recitare sul palco cosa che non ha paragoni con il cinema o la televisione. On stage is different le dico e lei annuisce, ma di teatro non si può vivere e una serie televisiva prestigiosa come Star Trek è praticamente irrinunciabile.

Ci racconta che si è molto divertita a lavorare e vivere negli States, nonostante fosse molto difficile per gli attori commentare o criticare alcune scelte registiche o della produzione l'ambiente è sempre stato  rilassato e cordiale che non sui set londinesi notoriamente più rigidi. 

Viene chiesto se ha gradito i nuovi film e lei annuisce. I film sono importanti in una produzione come Star Trek perché portano nuovo interesse sulle vecchie serie e il merchandise continuo è uno stimolo a ritrovare i vecchi lavori. Lei non è una lettrice di fumetti, ma ha molto gradito come il suo personaggio è stato realizzato nelle vignette piuttosto che nelle  action figure. Nel disegno si vede più bella e formosa anche se, lo posso garantire, dal vivo è una donna dalla figura sinuosa che nulla ha a invidiare a qualsiasi fumetto.

La puntata che le è piaciuta di più e quella che ha odiato? Detesta Code of Honor per il tema razzista e Angel One per come viene messo in discussione il governo matriarcale di un pianeta. Ama moltissimo The Measure of a Man.

Sul ruolo della donna nella serie parla di come questo si sia evoluto nel tempo. Nelle puntate classiche avere una donna e di colore in plancia fu già motivo di grande emancipazione cosa via via aumentata nel tempo sia nei ruoli che nelle varie etnie. 

Non ama particolarmente Nemesis e Insurrection, secondo Marina queste si discostano troppo dagli intenti originali dove temi sociali quali dipendenze, razzismo, valori familiari e altro venivano analizzati e ogni puntata aveva una morale molto chiara. Siamo i figli di Roddenberry dichiara parlando della serie originale e di Next Generation e criticando non troppo velatamente le scelte successive.

Correlazione fra Deanna e Marina? Nessuna. L'attrice vorrebbe essere come il suo personaggio, ma è esattamente l'opposto, quanto è calma e riflessiva il consigliere Troi tanto è nervosa lei nella vita reale. Sul set la frase che circola di più è “non fatela arrabbiare”.

Racconta di quando ha cominciato a lavorare negli USA e si è sentita, lei londinese, come Uno straniero in terra straniera citando il famosissimo romanzo di Heinlein dimostrando quindi di avere anche una certa cultura nella letteratura di questo genere, ovviamente un grande classico sociologico.

L'intervista giunge al termine e lei ringrazia per essere ospite di una convention che non ha eguali al mondo, è affascinata dalla bellezza di Lucca dove accanto a reperti dell'antica Roma si vedono costruzioni medievali e moderne, dove la storia arriva strato su strato e, infine, cosplayer e fumetti colorano tutto con la loro magia.

Magia: cinquant'anni di Lucca Comics e di Star Trek e la magia è ancora viva come il primo giorno.