In un (probabilmente) freddo giorno del prossimo gennaio la saga di Star Trek tornerà nel suo formato originale e all'interno del canone con Star Trek Discovery.

Non è ancora stato girato un fotogramma e se anche fossero già stati scelti i protagonisti, gli showrunner e la CBS li tengono ancora ben nascosti. Non di meno nel mese scorso e anche pochi giorni fa, sono arrivati on line alcuni dettagli del tutto ufficiali. 

Motivi per cui è il momento di fare un po' d'ordine sulla futura nuova serie che porterà avanti (anzi, indietro), la celebre saga creata da Gene Roddenberry.

Gli autori

Può sembrare strano ma, malgrado il mondo cinematografico e quello televisivo siano destinati a essere scollegati, dietro il progetto c'è lo sceneggiatore Alex Kurtzman, co-autore degli script dei primi due capitoli firmati da JJ Abrams e qui in veste di produttore esecutivo.

Ma Kurtzman ha pensato bene di lasciare il lato creativo a uno dei nomi più geniali e sottovalutati della televisione americana: Bryan Fuller.

Autore di serie tanto geniali quanto sfortunate come Wonderfalls e Pushing Daisies, senza contare la visionaria Hannibal. di recente ha raggiunto una meritata notorietà grazie a Discovery e alla prossima serie American Gods.

Ma Fuller aveva cominciato la sua carriera nella stanza degli sceneggiatori di Star Trek Deep Space Nine e di Voyager, diventando parte integrante della saga.

Fuller ha deciso di portare con sé nomi illustri da tutta la mitologia: Rod Roddenberry, figlio di Gene Roddenberry, il regista Nicholas Meyer, autore di Star Trek II L'ira di Khan, Star Trek IV Rotta Verso la Terra e Star Trek VI Rotta verso l'ignoto.

Con lui Kristen Beyer, autrice di molteplici romanzi che espandevano l'universo di Star Trek Voyager.

L'ultimo veterano è Joe Menoski, già autore di The Next Generation, Deep Space Nine e Voyager.

Quando

La serie è ambientata dieci anni prima dell'inizio della missione quinquennale di Kirk.

Il plot

L'unico, criptico dettaglio rilasciato da Fuller è il seguente: la storia ha a che fare con un incidente fondamentale per la storia della Federazione, ma che non è mai stato esplorato approfonditamente.

E no, niente a che fare con il Kubayashi Maru, la guerra romulana o i Black Ops della section 31.

Fuller ha aggiunto che i fan di lunga data rimarranno sorpresi e lui per primo non vede l'ora di vederlo raccontato.

E niente viaggi nel tempo, almeno nella prima stagione.

Infine, saranno sette i principali membri dell'equipaggio.

Il comandante

Per la precisione si tratta di un tenente comandante con dei limiti: sarà un personaggio femminile, non umana, chiamata da tutti Numero Uno e solo alla fine della prima stagione scopriremo il suo vero nome.

Il punto di vista

Fuller ritiene che da sempre le storie di Star Trek siano vissute attraverso gli occhi dei vari comandanti: con Discovery l'interazione con le varie razze aliene avverrà tramite i membri dell'equipaggio che appartengono ai popoli che la Discovery andrà a incontrare.

Il numero di episodi

La prima stagione sarà composta di tredici episodi che racconteranno un unico lungo arco narrativo, ma per le stagioni seguenti l'autore pensa a un numero più basso, tra i nove e i dieci.

Ma niente binge watching, o maratona televisiva se preferite: la serie andrà in onda con cadenza settimanale come accade sui canali in chiaro.

Il futuro

Lo showrunner ha anche smentito uno dei rumor circolati in rete insistentemente: Discovery non sarà una affatto una serie antologica, seguirà sempre lo stesso equipaggio ma in situazioni diverse di stagione in stagione.

Il classico e il nuovo

Rivedremo razze familiari, ma anche alieni, navi, robot e pianeti del tutto nuovi. Anche le razze aliene già conosciute verranno presentate in modo nuovo e inesplorato finora.

Anche la tecnologia sarà fedele a quella vista nella serie classica, ma espansa per rappresentare ancora una volta lo specchio di reali possibili invenzioni del nostro futuro

Specchio della realtà

Star Trek ha sempre usato la fantascienza per raccontare i grandi temi umani del periodo in cui andava in onda e Discovery non farà eccezione: dalle dichiarazioni dittatoriali di Donal Trump al terrore seminato dall'Isis, tutto verrà analizzato e rappresentato in un contesto alieno  ma molto, molto familiare.

Amanda Grayson

Al momento è solo un desiderio espresso dall'autore e legato alla versione interpretata da Winona Ryder nel primo capitolo cinematografico. Non la vedremo in questa stagione, ma in futuro Fuller amerebbe esplorare la vita della madre di Spock.

Scritta da Gene Roddenberry?

Secondo il sito Cheatsheet, di recente sarebbero stati ritrovati 200 floppy disk appartenuti all'autore della serie, i quali contengono appunti e idee per progetti futuri. Malgrado non ci siano ancora state rivelazioni, il loro contenuto verrà svelato molto presto.

Perché la timeline originale

E non quella cinematografica?

Per Fuller, mentre la scrivevano la serie poteva appartenere ad entrambe le timeline, ma hanno preferito rimanere scollegati dal mondo creato da JJ Abrams così che nessuno dei due dovesse essere condizionato nella scrittura dagli eventi narrati dall'altro.

Perché Discovery

Per tre motivi principali: il nome dell'astronave in 2001: Odissea nello Spazio, il programma spaziale della NASA e la promessa fatta da Gene Roddenberry di vedere un giorno un pianeta Terra unito in un solo popolo e pronto a incontrare e comprendere nuove razze.

A che punto siamo

Come già anticipato, i primi tre episodi sono stati ampiamente scritti, Fuller e soci sono al lavoro sul quarto e quinto e l'undicesimo, il preferito dello showrunner.

Inoltre sono appena stati annunciati i registi dei primi due episodi: David Semel, che nel suo curriculum vede Heroes, Person of Interest e The Man in the High Castle, si occuperà del pilot; mentre il secondo sarà opera di Vincenzo Natali, regista di film come Cube e Splice, ma anche al lavoro su serie come Orphan Black, The Strain, Wayward Pines, la miniserie Ascension e la grottesca Hemlock Grove di Netflix.

Oltre la serie

Discovery vedrà il suo universo allargarsi, a cominciare dal primo di una serie di romanzi, firmato dall'autore di molti romanzi ambientati nella saga David Mack e dal primo fumetto firmato dalla IDW e scritto dalla stessa Beyer con l'autore di fumetti Mike Johnson.

All'inizio

La prima sequenza non sarà ambientata sulla Terra e nemmeno su un altro pianeta.

Star Trek Discovery debutterà a gennaio in contemporanea in tutto il mondo (e quindi anche da noi) grazie a Netflix, mentre negli Usa dovranno seguirla sul canale on line CBS All Access, creato come futura sfida al gigante on line che ha cambiato per sempre il modo di vedere le serie (non più) televisive.

A presto, con le prossime scoperte della Discovery.