In una classifica ideale dei gruppi rock britannici più influenti negli anni Settanta, molto probabilmente non troveremmo nelle prime posizioni i Van der Graaf Generator. Eppure la band guidata da Peter Hammill, fondata nel 1967 e attiva ancora oggi dopo ripetuti scioglimenti e cambi di formazione, merita un posto di riguardo nel panorama del rock per l'originalità sia delle scelte musicali sia dei temi trattati.

Dal punto di vista musicale, infatti, pur essendo assimilati al filone progressive, i Van der Graaf Generator sono ben lontani dai barocchismi e dai virtuosismi dei gruppi loro contemporanei (Emerson Lake & Palmer e Yes, giusto per citare i primi che vengono in mente). La musica è allo stesso tempo complessa ed essenziale, le atmosfere sono oscure e cupe (potremmo definirle "gotiche") e riflettono i testi scritti da Hammill: l'ispirazione non deriva dalla mitologia e dall'epica (come per i Genesis) ma dal dramma interiore e dal malessere esistenziale. Il "pessimismo allucinato sul destino dell'uomo" di cui parla Piero Scaruffi a proposito delle liriche composte da Hammill è spesso rivolto al futuro. E quindi troviamo temi che, soprattutto nella prima parte della carriera di Hammill e della band, possiamo catalogare come fantascienza.

After the Flood: un disastro ecologico su scala planetaria

L'esordio discografico dei Van der Graaf Generator è del 1969. L'album The Aerosol Grey Machine lascia solo intravedere le potenzialità che il gruppo esprimerà appieno a partire dal lavoro successivo: The Least We Can Do Is Wave to Each Other (1970), il primo pubblicato con la storica etichetta Charisma Records.

La formazione che partecipa alla realizzazione di questo disco è costituita da Peter Hammill (voce, chitarra, pianoforte), Hugh Banton (tastiere), Guy Evans (batteria), David Jackson (flauto, sassofono), Nic Potter (basso).

Il brano che chiude l'album è la lunga (11:30) After the Flood. Le letture giovanili di Hammill (Arthur C. Clarke, Thomas Disch, Harlan Ellison, Michael Moorcock), unite alla sua visione angosciata del mondo, ispirano un racconto in cui viene immaginato uno scenario post-apocalittico: i ghiacci si sciolgono, la Terra è ricoperta dall'acqua.

The clouds have gathered and exploded now

Axis shattered, there is no North or South

Far off, the ice is foundering slowly

The ice is turning to water

The water rushes over all

Cities crash in the mighty wave

The final man is very small

Plunging in for his final bathe

La marea si ritira, riaffiorano le cime delle montagne, il ghiaccio si forma nuovamente.

The first peak rises, forces the waves apart

Far off, the ice is now reforming

Poles are fixed once more

Water's receding like death blood leaving

Ma non è finita: la furia delle acque ritorna.

And when the water falls again

All is dead and nobody lives

Risuona sull'umanità, causa di questa catastrofe, il monito di Albert Einstein recitato da Hammill.

And then he said:

"Every step appears to be the unavoidable consequence of the preceding one

And in the end there beckons more and more clearly total annihilation"

I ripetuti cambi di ritmo e della tonalità di Hammill (in grado di estendersi su almeno tre ottave) contribuiscono in modo determinante ad accentuare il pathos del racconto.

Pioneers Over c: in viaggio nello spazio-tempo, senza ritorno

Il terzo album dei Van der Graaf Generator è pubblicato alla fine del 1970. Il lungo titolo H to He, Who Am the Only One contiene un riferimento alla fisica: la fusione dell'idrogeno in elio, la reazione esotermica alla base della formazione delle stelle.

Uno dei migliori dischi della band. E come in quello precedente, il brano conclusivo è una suite di fantascienza. La differenza è che Pioneers Over c (dove c è la velocità della luce) non è ambientato solo nel futuro ma anche nello spazio. Insomma, una vera e propria space opera in musica.

Le vicende dei pionieri hanno inizio nel 1983.

We left the earth in 1983, fingers groping for the galaxies

Reddened eyes stared up into the void, 1000 stars to be exploited

Può sembrare troppo ottimistico immaginare che nel giro di soli tredici anni il genere umano possa aver perfezionato una tecnica per viaggiare oltre la velocità della luce: tuttavia non si dimentichi che dal lancio dello Sputnik all'allunaggio erano passati meno di dodici anni, pertanto nel 1970 era lecito ipotizzare uno sviluppo dei viaggi nello spazio altrettanto rapido negli anni a seguire.

I versi successivi lasciano capire che la missione non sta andando come pianificato: la voce di Hammill interpreta il grido angosciato dell'astronauta perso nello spazio (e nel tempo).

Somebody help me, I'm falling, somebody help me, I'm falling down

Into sky, into Earth, into sky, into Earth

It is so dark around, no life, no hope, no sound

No chance of seeing home again

The universe is on fire, exploding without flame

We are the lost ones, we are the pioneers, we are the lost ones

Secondo una spiegazione data dallo stesso Hammill in un'intervista, la causa del disastro è un'imprevista distorsione dello spazio-tempo (time warp) che rende gli astronauti una sorta di fantasmi, intrappolati in una condizione di non-fisicità.

Il presente e il futuro si confondono: il senso del tempo è stato smarrito.

We are the ones, they're going to build a statue for

Ten centuries ago or were going to fifteen forward

L'astronauta prova a ritrovare il controllo di sé ricordando il momento della partenza e lo scopo della missione.

One last brief whisper in our loved ones' ears

To reassure them and to pierce the fear

Standing at controls then still unknown

We told the world we were about to go

Ma la lucidità è effimera e lascia di nuovo il posto allo sconforto.

Somebody help me, I'm missing, somebody help me, I'm missing now

Touch with my mind, I have no frame, touch with my mind, I have no frame

Well, now where is the time and who the hell am I

Here floating in an aimless way?

L'angoscia muta infine in rassegnazione: l'astronauta è l'unico superstite della missione, il "noi" iniziale diventa "io".

La solitudine nello spazio e nel tempo fanno dubitare l'astronauta della sua stessa esistenza, la morte della mente precede quella del corpo: sono questi i versi con cui si conclude la canzone.

I am now, quite alone, part of a vacant time zone, floating in the void

Only dimly aware of existence, a dimly, existing awareness

I am the lost one, I am the one you fear, I am the lost one

I am the one who pressed through space or stayed where I was Or didn't exist in the first place

Il pessimismo di Hammill è divenuto in quest'occasione "cosmico" per dare vita a una delle più belle e complete space opera in musica mai realizzate. Il supporto degli altri membri della band si rivela fondamentale per la creazione di un tappeto sonoro che richiami l'ambientazione spaziale.

Red Shift: la morte delle stelle

Alla fine del 1971 i Van der Graaf Generator (che nel frattempo sono diventati un quartetto dopo l'uscita di Nic Potter) pubblicano il disco da molti considerato il loro capolavoro: Pawn Hearts.

Tre soli brani, tra cui la lunghissima (e bellissima) A Plague of Lighthouse Keepers (23:04). Per questo disco Hammill mette (temporaneamente) da parte i richiami alla fantascienza.

Dopo Pawn Hearts Hammill, sorprendentemente, scioglie il gruppo per proseguire con una carriera solista (che vedrà comunque la partecipazione degli altri membri dei VdGG). Collabora con Le Orme per le quali cura la traduzione in inglese del concept album Felona e Sorona. Nel 1974 pubblica il suo terzo album dal titolo The Silent Corner and the Empty Stage che contiene, tra le altre, Red Shift.

Siamo ancora nel futuro ma non più a bordo di un'astronave. Un osservatore contempla le stelle, non più luminose come nel lontano passato.

Once, all the stars in the sky were bright,

now they're red and fading

and all the colours we wore, the shades that we bore

have moved

Il red shift del titolo indica la degenerazione delle stelle, lo spostamento verso lo stadio di "gigante rossa", una delle ultime fasi del ciclo di vita stellare. E, come metafora, il rimpianto del passato, della "età dell'oro", come testimoniato dalla strofa seguente.

And the gold turns to red with no time for changes:

Red Shift, all moving away from we.

L'umanità ha perso i punti di riferimento (probabilmente anche quelli morali oltre a quelli materiali, costituiti da stelle e costellazioni). 

Once, constellations were holy, now darkness pervades

all the older ones

and in the brunt of implosion, all yesterday's golden

now reddened suns

and hope is a word with no space for blame in

L'osservatore si chiede se quest'esistenza abbia ancora un senso o se alla fine non sia stato tutto un sogno.

So here I am, though I might well be with me:

I'm falling down deep to the rim of the wheel.

Is it sham?

Does the world have a meaning?

The more that we know , the greater confusion grows:

stars are like atoms, and atoms are patterns

and probably in the end:

'Maybe it's all been a dream'

Più felici sono coloro che risolvono l'incertezza col sostegno di una religione che assicuri che il mondo è solo un sogno.

Happy is the man who believes that the world

is a dream and all reason, fate.

Chi si ostina a restare razionale rischia di impazzire.

Red Shift is taking away my sanity

Red Shift, all moving away from we

Ancora una visione angosciata del futuro, ancora l'uomo che lotta per mantenere il proprio equilibrio mentale.

Una curiosità. La chitarra è suonata da Randy California degli Spirit, il gruppo tornato recentemente alla ribalta per una controversia giuridica con i Led Zeppelin: la parte iniziale di Stairway to Heaven era ritenuta (a torto, secondo una recente sentenza) un plagio della loro Taurus.

Still Life: il problema dell'immortalità

Nel 1975 Hammill è di nuovo alla guida dei Van der Graaf Generator. Viene pubblicato il bel Goodbluff cui segue l'anno dopo l'altrettanto valido Still Life. È in questo disco che troviamo ancora delle incursioni di Hammill e dei suoi nella fantascienza, tema di ben due brani: la title track e Childlike Faith in Childhood's End.

Still Life tratta il tema dell'immortalità. Lo fa, coerentemente con lo stile di Hammill, da una prospettiva particolare, tutt'altro che ottimistica. Siamo in un lontano futuro in cui l'umanità è riuscita a conseguire l'immortalità.

Citadel reverberates to a thousand voices, now dumb:

what have we become? What have we chosen to be?

Now, all history is reduced to the syllables of our name -

nothing can ever be the same now the Immortals are here

La prospettiva dell'immortalità, sogno finalmente realizzato dal genere umano, cambia radicalmente il senso della vita stessa. E non in modo positivo: le più banali azioni quotidiane sembrano avere perso di significato. Eliminata la minaccia della morte la vita stessa sembra finzione.

Living, if you claim that all that entails is

breathing, eating, defecating, screwing, drinking,

spewing, sleeping, sinking ever down and down

and ultimately passing away time

which no longer has any meaning.

Take away the threat of death

and all you're left with is a round of make-believe

Si finisce per essere "annoiati da un'estasi infinita".

And though you're ultimately bored by endless ecstasy

that's still the ring by which you hope to be engaged

to marry the girl who will give you forever -

that's crazy, and plainly

it simply is not enough.

Si rimpiange quindi il passato: è terribile non poter più sfidare la morte e il tempo.

What chance now of holding fast the line,

defying death and time

when everything we had is gone?

L'ispirazione di Hammill deriva probabilmente dal racconto di Jorge Luis Borges L'immortale (1947), in cui un popolo divenuto immortale trascorre i propri giorni alla ricerca di un fiume che restituisca la possibilità di morire.

Childlike Faith in Childhood's End: religione e fantascienza

Il titolo del lungo brano che conclude il disco Still Life si basa su un gioco di parole costituito dall'unione di due frasi apparentemente senza alcun legame: la fanciullezza nella fede (richiamata nella Lettera di San Paolo agli Efesini e metafora della maturità cristiana non ancora raggiunta) e la fine della fanciullezza (titolo di un celebre romanzo di Arthur C. Clarke del 1955, Le guide del tramonto in italiano).

Religione e fantascienza si fondono per dare vita a uno dei testi più complessi scritti da Hammill. Il protagonista della storia vive in un futuro lontano e imprecisato. Riflette sulla propria condizione di vita sia materiale sia spirituale: non ci si può accontentare di vivere giorno per giorno in una corsa incessante contro la morte.

Existence is a stage on which we pass,

a sleepwalk trick for mind and heart;

it's hopeless, I know, but onward I must go

and try to make a start

at seeing something more 

than day to day survival, chased by final death.

if I believed this the sum of the life to which we've come,

I wouldn't waste my breath.

Somehow, there must be more. 

L'evoluzione della scienza non ha solo risvolti positivi: tutto è noto, il pensiero e l'intuizione hanno perso ogni senso. La religione, d'altro canto, non offre né un'adeguata consolazione né la possibilità di un'evoluzione spirituale.

There was a time when more was felt than known

but now, entrenched inside my sett,

in light more mundane, thought rattles round my brain:

we live, we die…and yet?

   

In the beginning there was order and destiny

but now that path has reached the border 

and on our knees is no way to face the future, whatever it be.

Nella canzone non mancano riferimenti alla filosofia (Kant, Spinoza): anche se ci fosse un Paradiso dopo la morte, la benedizione eterna sarebbe tanto insensata quanto il chiedersi perché vediamo attraverso gli occhi della creazione.

We might not be there to share it

if eternity's a jest but I think that I can bear it

if the next life is the best.

Even if there is a heaven when we die,

endless bliss would be as meaningless as the lie

that always comes as answer to the question

"Why do we see through the eyes of creation?"

La fanciullezza dell'umanità è destinata a finire, l'Uomo è pronto a trascendere le limitazioni di tempo e di spazio, libero dai limiti della creazione. Si risolve così il gioco di parole del titolo della canzone.

The universe now beckons

and Man, too, must take His place;

just a few last fleeting seconds

to wander in the waste,

and the children who were ourselves move on,

reincarnation stills its now perfected song,

and at last we are free of the bonds of creation.

L'Umanità diventa così un'unica Entità, costituita dall'insieme delle singole menti (proprio come accade nel finale del romanzo di Clarke).

There's a time for all pilgrims, and a time for the fakers too,

there's a time when we all will stand alone and nude,

naked to the galaxies…naked, but clothed in the overview:

as we reach Childhood's End we must start anew.

La Vita ricomincerà nella morte delle singole vite umane.

In the death of mere Humans Life shall start!

Uno dei testi più complessi, articolati e profondi scritti da Hammill, uno dei testi più complessi, articolati e profondi della storia del rock.

I Van Der Graaf Generator pubblicano ancora un paio di album in studio (World Record nel 1976 e The Quiet Zone/The Pleasure Dome nel 1977) e un live (Vital, 1978) prima di sciogliersi nuovamente. Hammill proseguirà con un'intensa carriera solista che lo vedrà pubblicare, con esiti alterni, quasi un disco l'anno. Pur non raggiungendo mai il successo commerciale diventa punto di riferimento dichiarato per "mostri sacri" del rock come David Bowie e Peter Gabriel.

Poca fantascienza nei testi scritti dopo il 1976. Troviamo qualche accenno in Mr. X (Gets Tense) dal disco pH7 (1977).

Arriviamo ai giorni nostri. Nel 2005 i Van Der Graaf sono di nuovo riuniti per un doppio disco, molto convincente (Present) e una tournée. Da allora l'abbandono di David Jackson e la pubblicazione di altri tre album, meno riusciti: Trisector (2008), A Grounding in Number (2011) e ALT (2012).