Come stiamo messi a supereroi al femminile? Veniamo da un 2015 che ha visto il trionfo di guerriere toste quali Rey e Imperator Furiosa al centro di pellicole del calibro di Star Wars – Il risveglio della forza e Mad Max Fury Road (pluripremiato agli Oscar e vero vincitore morale della manifestazione). Le recenti apparizioni di Wonder Woman in Batman v Superman hanno creato un certo scompiglio. Sarà dura per Supergirl, la new entry di casa DC competere, con questo tris di donne regine. Da notare che il laboratorio DC Comics promette le donne forti più interessanti al contrario di una Marvel audiovisiva un po' deboluccia sotto questo aspetto. Forse anche per questo c'era molta attesa in USA per Supergirl: 13 milioni di spettatori per la premiere della serie tv targata CBS. Talmente eccitante da beccarsi pure un bel premio dal prestigioso Critics' Choice Award come "Most exciting New Series".

Tra l'altro la nuova serie tv sulla cugina di Superman viene dalla penna di Greg Berlanti, già autore di serie di successo targate DC Comics: The Flash, Arrow e lo spinoff Legends of Tomorrow per il network The CW. Seguendo la lezione di Smallville, il gruppo DC/Warner/CBS/The CW sembra aver fiutato un filone d'oro massiccio e Supergirl potrebbe essere l'ulteriore tassello per blindare con decisione il target adolescenziale e young adult. Ecco come Greg Berlanti ha descritto la sua ultima opera: mi sono domandato se si potesse fare un serial super-eroico senza super-poteri. Supergirl è molto diverso da Arrow e da The Flash, c'è molta commedia, è una serie sulle relazioni in atto di una giovane donna che si ritrova a gestire una personalità ingombrante da super-eroina. È un titolo che punta al divertimento, più che all'azione, con inserti…intergalattici!. Per chiarire ulteriormente la situazione ecco il claim di lancio americano: It's not a bird. It's not a plane. It's not a man. It's Supergirl.

In passato la TV aveva già accolto Supergirl in una serie intitolata Supergirl – La ragazza d'acciaio (1984) la cui interprete Helen Slater appare nel ruolo della madre adottiva della protagonista nel pilota della nuova serie. Il personaggio compare anche nella settima stagione di Smallville ed ha il volto di Laura Vandervoort.

Melissa Benoist (che viene da Glee) è la nuova biondina piovuta da Krypton dopo aver bruciato al casting diversi nomi anche pesanti. Nel fumetto originario Supergirl è la cugina di Superman nota come Kara Zor-El. Proprio come Kal-El, deve fare i conti con le stesse difficoltà di adattamento. Piovuta sulla Terra e adottata da quando aveva 13 anni, qui viene mostrata nello splendore dei suoi 24 anni, quando intraprende la sua carriera di giornalista/galoppina con tanto di occhialetti nerd e si prepara a difendere al meglio National City, la sua città. I superpoteri sono una forza ma anche un peso che preclude ogni pretesa di vita normale. Ad aiutarla nel suo cammino di crescita e a darle tanti buoni consigli ci sono la (apparentemente) spietata Cat Grant (Calista Flockhart), la sorella adottiva Alex (Chyler Leigh da Grey's Anatomy), il fotografo James Olsen (Mehcad Brooks) e la madre biologica Alura (interpretata da Laura Benanti).

Un cast di basso profilo in cui spiccano la giovane protagonista (che ricorda molto Ally McBeal) e Calista Flockheart (Ally McBeal ai bei tempi). Con un tocco glam che ricorda la Meryl Streep/ Miranda Priestly in Il diavolo veste Prada la Flockheart si prende sulle spalle tutta la parte comedy. Scusa non ti ascoltavo ero distratta dal colore dozzinale dei tuoi pantaloni: per dire. E qui si capisce perché sia stata scelta proprio Melissa Benoist nella parte della protagonista: quando arriva in ufficio e veste i panni della giovane terrestre imbranata ricorda terribilmente quella inconfondibile comicità sul filo tra realtà e sogno che solo la serie Ally McBeal sapeva regalare. I duetti brillanti Benoist/Flockheart costituiscono di gran lunga la parte migliore di questo show. Meno epicità, meno oscurità, più commedia: parlava dunque sul serio lo showrunner Greg Berlanti. Peccato che il resto del cast sia così terribilmente low profile e i dialoghi banali (meccanicamente in linea con il target giovanile CBS/Warner/The CW) e i continui riferimenti a “Lui” (Superman) senza mai mostrarlo in azione non fanno che accrescere l’effetto “poverata”, un po’ come avviene nella serie tv Marvel Agent of Shield.

Superman in gonnella veste Colleen Atwood, già stilista di Arrow e Flash, che del costume dice: Volevo che incarnasse il passato con la classica lettera S sul petto, lo street-style di oggi con gli stivali da tutti i giorni e il lato sexy con la minigonna che punta all'azzardo. Non sembra esserci grande innovazione rispetto al fumetto. In ogni caso gonnella sì o gonnella no, i media americani non si sono lasciati sfuggire l'occasione di attizzare un bel dibattito sul costume. Per Entertainment Weekly è piacevolmente diverso dai canoni e segue lo stile del nuovo Superman al cinema. Per E! Online sembra più adatto ad una festa di Halloween che per una serie tv!. La stessa Melissa Benoist pare ci abbia scherzato su lasciando trapelare una punto di disagio: sarà alquanto imbarazzante indossarlo!.

Si prevede festa grande in casa DC alla tredicesima puntata in cui Supergirl incontra il futuro Superman (interpretato da Daniel DiMaggio). L'episodio è ispirato a For the man who has everything, un fumetto di Superman del 1985 scritto dal grande Alan Moore e disegnato da Dave Gibbons. Da non perdere anche il quattordicesimo episodio dove i superpoteri della bionda si incroceranno con quelli di Flash.

Tutto sommato bisogna ammettere che nonostante i limiti una serie come Supergirl appare un’operazione legittima e necessaria. Finalmente abbiamo una supereroina da primetime e speriamo che la festa non venga rovinata da questi micidiali script in cui ci viene ricordato continuamente il sesso del protagonista e quanto abbia bisogno di imparare. In questi casi superare il test di Bechdel non garantisce affatto la qualità di una sceneggiatura. Anche ricordare un paio di volte a episodio cos'è la kryptonite e quali sono i suoi effetti sui kryptoniani… non sembra proprio un lavoro ben fatto. Peggio della kryptonite per Supergirl ci potrebbe essere dunque solo l'ansia dei produttori CBS che scalpitano dalla voglia di sdoganare un nuovo packaging antistereotipi pericolosamente privo di idee. Del resto se lo confrontiamo con la gloriosa storia di Wonder Woman (le amazzoni, gli anni ’20, le suffragette, la censura maschilista negli anni ’40 e ‘50) il concept stesso del fumetto Supergirl (nato guarda caso nell’America degli anni ‘50) appare piuttosto pigro: Supergirl, il Superman femmina. Meh.