Immaginate di trascorrere anni a lavorare su qualcosa solo per sentirvi dire "no" ancora e ancora. La maggior parte delle persone avrebbe rinunciato. Molti scenderebbero a compromessi pur di vedere le proprie idee realizzate. Il regista Tim Miller e l'attore Ryan Reynolds non fanno parte di queste persone. Attraverso gli alti e i bassi delle vicende di pre produzione hanno sempre mantenuto ferme le proprie intenzioni riguardo la visione sul film di Deadpool sperando che un giorno Fox avrebbe dato loro semaforo verde al punto di realizzare delle scene di prova e, dopo averle mostrate ai fan in maniera rocambolesca, la reazione entusiastica di questi ultimi ha progressivamente spinto la Fox a dare il via al film che si presenta nelle sale americane con una rating R, dando forse il via ad un franchise dal gusto molto particolare nell'universo dei supereroi cinematografici.

Durante le riprese del film (girato a Vancouver) Ryan Reynolds (l'attore canadese che alterna film commedia con action e sul cui curriculum spicca in negativo la partecipazione come protagonista a Lanterna Verde) ha avuto modo di rispondere a domande sulla costruzione del film, il suo processo di sviluppo dallo script al girato, le decisioni riguardo a inserimenti di easter egg, camei, gestione della iperviolenza, della comicità e perfino della colonna sonora (riguardo alla quale Reynolds dice che quella di Guardiani della Galassia gli ha dato una bella scossa al sistema nervoso).

“Aver scelto Vancouver per le riprese – dice Reynolds – oltre ai vantaggi economici è soprattutto legato al fatto che sia io che Deadpool siamo canadesi, e poi così potevo andare a trovare mia madre a casa tutte le domeniche insieme a Tim (Miller il regista che si presenta qui alla prima vera prova registica dopo aver lavorato per anni all'animazione in CGI).”

Riguardo le vicende pre-produttive, Reynolds ammette che dopo il fiasco di Lanterna Verde le quotazioni di Deadpool erano in caduta libera. “Onestamente ho avuto un momento in cui pensavo che non l'avremmo più fatto, ma Tim è stato di grande aiuto lungo tutto il periodo, mi sembrava di stare sulle montagne russe, un giorno su e uno giù, senza riuscire a vedere la fine del percorso. Finché non abbiamo deciso di girare alcune scene di prova che sono finite in rete casualmente…”

“Sono contento di aver coinvolto i fan per avere maggiore potere contrattuale – dice da parte sua Miller – perché avevamo tra le mani forse la miglior sceneggiatura alla quale io abbia mai partecipato perché è una storia del tutto rispettosa del personaggio, praticamente scritta da un fan per i fan, so che sarà difficile che i non fan la apprezzino appieno, però è stata la nostra scelta, la scelta di due veri fan del mercenario chiacchierone: io e Ryan.”

“Confermo in pieno – ribadisce Reynolds – mi sono sempre definito un vero fan di Deadpool perché penso che non esista nessun personaggio che occupi un posto simile in nessun altro universo fumettistico, ma capisco anche che gli anni di attesa hanno permesso di far maturare le convinzioni dei produttori fino a farlo uscire nel momento più opportuno quando cioè i supereroi classici duri e puri sono ormai affermati ed è possibile proporre qualcosa di alternativo. Ho voluto che mantenessimo lo stile iperviolento e la rottura della quarta parete proprio come nel fumetto, che poi sono le caratteristiche per le quali ho sempre continuato a leggerlo.”

“Diciamo anche – interviene Miller – che ci sono delle grandi similitudini tra il carattere di Deadpool e quello di Ryan in fondo sono due immaturi e mano a mano che procedevamo prima con la sceneggiatura e poi con le riprese il processo di assimilazione di uno con l'altro è diventato quasi totale.”

“Basta pensare al discorso del costume, abbiamo ragionato a lungo se adoperarne uno con le protesi muscolari o meno e alla fine quello che si vede e tutto Ryan Reynolds – ride l'attore – senza trucco e senza inganno, e poi è un costume più fico di quello degli altri supereroi, è attillato ma ha le tasche, sapete? Ci porto anche il cellulare!”

“E poi è anche sexy, sexy nel modo specifico di di Deadpool, cioè pansessuale – aggiunge Miller- mi raccomando, voglio che venga specificato: Deadpool è pansessuale! Ed è una questione che ci ha preoccupato molto nei rapporti con gli studios, ma alla fine siamo riusciti ad ottenere di non farci schiacciare da idee preconcette o censure di altro tipo. Certo, il fatto che lo script sia rimasto a decantare per quasi sei anni ci ha aiutato a raffinarlo scena per scena, con il massimo della maniacalità da appassionati. Questo vuol dire che ci siamo divertiti anche ad inserire diverse Easter Eggs nelle riprese che ovviamente non sveleremo ma saranno argomento di discussione nei forum per diverso tempo, la presenza di altri personaggi riguarda Vanessa Carlysle / Copycat in una versione particolare e Colosso, per citarne solo due. Colosso è stata un ottima scelta, lui è l'eroe tutto d'un pezzo e messo vicino a Deadpool non può che funzionare come il compagno di avventura che non solo non capisce ma disapprova e trova disgustoso quello che l'altro fa.”

Mi è sembrato di vedere un alieno...
Mi è sembrato di vedere un alieno...

“Per non parlare dell'aspetto fisico di Deadpool – dice Reynolds – non so come avrei fatto senza l'apporto fondamentale del truccatore Bill Corso, quando avevo le sedute di trucco mi fermavo a pensare che io potevo anche addormentarmi, ma per lui erano ore e ore continuative di lavoro. Il trucco di Bill vale metà della mia performance, assolutamente. Il Deadpool che vediamo è differente da quello che abbiamo visto in Wolverine, abbiamo recuperato la maschera con gli occhi bianchi e dopo averci ragionato a lungo, abbiamo deciso che sì, per la maschera ci voleva il CGI allo scopo di modificare gli occhi proprio come succede sul fumetto.”

“Ho trasformato Ryan nel mio comics di carne -interviene Miller- una cosa divertentissima, e tutto aiuta a tenere alto il ritmo del film, anche la colonna sonora, non è una operazione nostalgia, è il recupero di quella musica anni 90 che ascoltavano gli autori e i lettori del fumetto all'epoca, senza indugiare troppo in temi altisonanti classici di questo tipo di film, esattamente come Guardiani della Galassia. Devo dire che quando abbiamo visto il film ci ha preso un colpo, abbiamo pensato che ci avrebbero accusato di copiare, ma poi ci siamo detti che era la scelta migliore e andava semplicemente fatta.”

“Diciamo che il vantaggio di questo film è di essere un film fatto dai fan per i fan ma con risorse che un fan movie, per forza di cose, non riuscirebbe ad avere. Siamo tutti fan del fumetto – conferma Reynolds – io, Tim e i due sceneggiatori con i quali abbiamo lavorato fianco a fianco: Rhett Reese a Paul Wernick (due sceneggiatori anch'essi esordienti per il cinema ma famosi per aver creato sul canale Spike un finto reality dove una persona comune viene inserita in un contesto simile a The Truman Show dal titolo Joe Schmow Show).”

“Una sceneggiatura che resta in fase di scrittura per sei anni è allo stesso tempo un sogno e un incubo per degli sceneggiatori – interviene Reese – diciamo innanzitutto che rispetto alla prima stesura abbiamo cambiato l'approccio alle scene d'azione, riducendo gli scontri puri con pistola e arti marziali e inserendo un po' più di superpoteri, ma per farlo dovevamo entrare nell'universo mutante della Fox e c'erano un sacco di restrizioni, ecco perché, ad un certo punto Tim è arrivato con una lista di mutanti da poter utilizzare. Per Colosso abbiamo dovuto accettare tutta una serie di accordi, ma per gli altri siamo stati più liberi nella gestione. L' altra importante questione sono state le battute di Deadpool sulla cultura Pop, anche lì il discorso di lavorarci su per diversi anni ha richiesto di fare delle precise scelte, siamo consapevoli che probabilmente un trenta per cento delle battute non verrà capito da tutti, ma abbiamo comunque scelto di mantenerle.”

“Lo script è partito da un rating R per poi diventare solo vietato ai minori di 14 e poi tornare a R – aggiunge Wernick – perché alla fine ci siamo resi conto che a differenza di tutti gli altri film di supereroi non era solo una storia di origine ma anche di reazione e vendetta e soprattutto al centro della storia non c'era il classico personaggio tutto d'un pezzo che crede nella famiglia e nella patria, ma un borderline psicotico pansessuale circondato da una gruppo di veri eroi che non riescono a capirlo.”

“C'è un sacco di umorismo, potremmo definirla una commedia d'azione.” incalza Reese.

“Ma NON come Lanterna Verde, per favore.” Interviene Wernick “E poi c'è la questione del cameo di Stan Lee che sarà diverso da tutti gli altri cameo, e le citazioni del professor X, l'introduzione di personaggi mutanti minori e per Wolverine: no comment.”“Anche se sappiamo bene che tra i due c'è stato del tenero, no?” scherza Reese. “Nel corso dei sei anni l'universo mutante della Fox è cambiato parecchio, quando abbiamo iniziato a lavorarci sembrava in profonda crisi, poi i nuovi film hanno dato una grossa spinta al recupero del franchising e quindi abbiamo dovuto tenere presente tutte le possibilità di sviluppo future, ok, diciamolo, mano a mano che sentivamo parlare di New Mutants, X- Force ed altri ci siamo trovati a fare i nostri aggiustamenti anche riguardo a Cable, che in questo film non c'è.”

Abbiamo un sequel!
Abbiamo un sequel!

“Certo, avere avuto dei contatti con Liefeld, lui che ha creato graficamente il personaggio, ci ha gratificati moltissimo, perché Rob è un persona positiva e piena di entusiasmo – racconta Wernick – e perché negli alti e bassi mentre aspettavamo l'ok della Fox avevamo bisogno di momenti di ricarica. Non dimenticherò mai che dopo il successo di Avengers lo studio ci iniziò a chiedere di inserire e snaturare Deadpool in una ottica di supergruppo, insomma, abbiamo avuto momenti davvero molto neri. Se stampassimo tutte le mail che ci siamo scambiati io, Rhett, Tim e Ryan ci vorrebbe un volume enorme, ma abbiamo tenuto duro e poi avevamo dalla nostra alcuni pezzi da novanta quali James Cameron e David Fincher che avendo letto la stesura ci hanno sostenuto sempre, quindi abbiamo avuto la possibilità di trattare con la Fox partendo dal presupposto che nonostante tutto eravamo persone adulte con un obiettivo preciso e non ragazzi al primo film, ma è stata dura lo stesso.”

“Però abbiamo avuto la possibilità di scrivere liberamente, come nel caso della rottura della quarta parete, a chi può essere data l'occasione di rimediare ad un primo film non proprio felicissimo come Wolverine:origins ?” Chiede Wernick.Ma la battuta finale spetta a Reynolds che dice: “Ho davvero faticato per portare questo personaggio sullo schermo, però ne è valsa la pena anche se ho dovuto sopportare il saliscendi per sei anni, e poi, sul set, un trucco prostetico così pesante che sembra di avere un pannolino bagnato sula faccia, per non parlare delle battute a raffica da imparare a memoria e recitare velocissimamente mentre mi facevano girare appeso a dei cavi. Ma tutto questo rappresenta per me il coronamento di un vero sogno da ragazzino appassionato di fumetti, e se da questo film Deadpool dovesse uscire come uno dei nuovi protagonisti dell'universo mutante Fox Marvel in altri film da solo o in gruppo, ben venga. Per ora, con tanta scaramanzia mi basta questo film e aspetto con ansia quello che ne diranno i veri appassionati.”Insieme a Reynolds ci sono anche Morena Baccarin nei panni di Vanessa Carlysle /Copycat, Greg La Salle in quelli di Colossus, Leslie Uggams come Blind Al, Gina Carano interpreta Angel Dust, Ed Skrein invece è Ajax e Brianna Hildebrand ricopre il ruolo di Megasonic Teenage Warhead. Il cocktail è vario, e bisogna dire che sullo schermo funziona.

Quello che funziona più di ogni altra cosa è l'ironia costante, il non prendersi sul serio né come personaggio né come film, e senza “strizzatine d'occhio” ma con un sano senso dissacrante e a tratti anche cinico.Il divertimento parte dai titoli di testa e prosegue inalterato con un montaggio di flashback e flash forward che forse rallenta solo un attimo a metà film. Le scene d'azione sono iperviolente e assolutamente ironiche e caratterizzate dalla costanza con cui Deadpool si arma di tutto punto salvo dimenticare poi la riserva di armi e munizioni mentre gira per la città con il suo tassista di fiducia (al quale il mercenario dispensa anche consigli sentimentali).

C'è anche la storia d'amore, ma è una storia tra due fuori di testa che su amano come fuori di testa. Ci sono citazioni a Liefeld (quella a Nicieza non l'ho beccata) ai due attori che interpetano il professor X (McAvoy e Stewart) battute e scene alla "american pie", ma anche intermezzi gustosissimi come quando Deadpool va alla Xavier School e incontrando sempre e solo Colosso e Megasonic Teenage Warhead commenta che è strano vedere solo loro in una casa così grande “non sarà forse che la produzione non aveva soldi per altri mutanti?”

E c'è anche Hugh Jackman (ma dovete vedere voi come), oltre alla inevitabile citazione di lanterna verde e alla totale autorionia della battuta “La bellezza è davvero tutto, come pensi che Ryan Reynolds abbia ottenuto le sue scritture?”

È un film di supereroi per adulti, non per young adults e assolutamente non per bambini e, permettetemi di dirlo, questa è una gran cosa.

Inoltre per la prima volta mi è sembrato che Morena Baccarin sia stata messa in un vero ruolo da attrice e non da algida icona.

Prima di lasciarvi alla visione del film sappiate che secondo il regista il suo lavoro da il meglio in Imax e, ovviamente, rimanete dopo i titoli di coda finché Deadpool non vi dirà di andarvene.

Buon divertimento.