Con la messa in onda della sesta, disastrosa puntata, la decima stagione di X-Files è stata archiviata. Ci sarà un'undicesima? Tutto lascia supporre di sì, la Fox la vuole, gli ascolti sembrano confermare che la gente la vuole, gli attori sono più o meno disponibili, purché non sia una cosa troppo impegnativa (Duchovny dice che finché si resta su cicli di sei episodi per lui va bene).

Tutto bene quindi? Non proprio. La serie ha avuto un elevato gradimento, come era lecito aspettarsi soprattutto dall'effetto nostalgia. Ma è stata anche pesantemente criticata, come, purtroppo, ci troviamo a dover fare in questa recensione.

Non una miniserie

Sei episodi, quasi una miniserie: ma le miniserie sono caratterizzate da una singola trama, idea che avrebbe potuto avere senso, prendendo per esempio il tema proposto nel primo episodio, My Struggle, per svilupparlo in modo approfondito. La scelta di Chris Carter è stata invece quella di variare il più possibile, cercando di condensare in solo sei puntate tutto il repertorio di "tonalità" che aveva avuto la serie nei suoi nove anni. C'è la puntata "mithology", la puntata cospirazionista, la puntata buffa, la puntata malinconica, la puntata autoironica, e infine c'è la puntata cliffangerone. Neppure tra il primo episodio e l'ultimo, che pure hanno lo stesso titolo, c'è una reale consequenzialità.

Nel primo episodio, My Struggle, viene ipotizzato che tutta la mitologia delle nove stagioni di X-Files fosse un abbaglio: nessuna cospirazione aliena, ma una cospirazione umana. Idea interessante (per quanto probabilmente incoerente con qualche centinaio di episodi precedenti), ma portata avanti superficialmente, "dimostrata" in modo sbrigativo. Perché Mulder ci crede subito? Perché se era tanto facile scoprire la cospirazione i cospiratori non hanno fatto qualcosa per evitarlo?

Il secondo episodio, Founder's Mutation, è forse l'episodio più "normale" della stagione; avrebbe potuto essere un episodio di media qualità della serie regolare, qui quasi si distingue per la sua coerenza.

Mulder & Scully Meet the Were-Monster è l'episodio buffo. L'idea è simpatica, lo svolgimento non del tutto credibile, ma tutto sommato una puntata divertente. Molti hanno abbandonato la visione della serie con questo episodio, trovandolo troppo farsesco.

Home Again mescola due plot che stridono decisamente tra loro. Da una parte il dramma di Scully e della madre morente, dall'altra la caccia di Mulder a un mostro nato dalla spazzatura. Differenze di climax e totale mancanza di collegamento tra le due storie; in particolare quella di Scully butta manciate di domande alle quali non dà alcuna risposta e che lo spettatore si chiede che senso possano avere.

In Babylon Mulder e Scully si trovano davanti una versione più giovane di loro stessi, Miller e Einstein: un confronto che sarebbe stato interessante, ma che viene subito buttato anche qui sul farsesco, con Mulder in trip acido impegnato a parlare con i morti (tra i quali anche i Lone Gunmen: ci si chiedeva appunto come sarebbe stato possibile farli comparire nella serie, visto che erano morti). Einstein e Miller tornano poi nell'ultimo episodio, My Struggle II, e qui si tocca il fondo: trama inconsistente e lineare, personaggi che si muovono senza senso, un crescendo di "tensione" che in realtà non riesce a toccare lo spettatore. Che vede praticamente il mondo sull'orlo della fine e sbadiglia: l'unica cosa che incuriosisce è "ok, vediamo come riescono a risolverla questa volta". 

Sfortunatamente, non risolvono nulla. L'episodio finisce con un bieco, brutale cliffhanger che lascia esattamente tutto in sospeso, ancora più insostenibile se si pensa che certezze di dargli un seguito non ce sono affatto.

Il senso di X-Files

Chris Carter sembra aver perso di vista il senso della serie, le sue dinamiche, i suoi personaggi. Gioca con loro invertendone i ruoli, trasformando Mulder nello scettico disilluso dai suoi insuccessi e Scully nella ex-scettica che ne ha viste troppe e ormai è a un livello superiore di coscienza. Evoluzioni tutto sommato accettabili, ma fino a un certo punto: perché poi in realtà sia l'uno che l'altro arrivano a "bersi" le cose più incredibili senza un minimo di verifica. Nell'ultimo episodio Scully vede un militare ammalato e improvvisamente si convince che è in atto un'epidemia mondiale. Ok accettare l'idea dell'esistenza di DNA alieno, ma la razionalità scientifica che fine ha fatto? Mulder viene scazzottato e per tutto l'episodio è in viaggio per andare a vendicarsi sull'Uomo che fuma. Rifiuta tutte le telefonate, anche quelle di Scully: perché? Che senso ha questo comportamento?

Tante cose buttate dentro, plot moltiplicati ma non sinergici tra loro, incapacità di coinvolgere lo spettatore. Tutto questo nonostante la valida recitazione di Duchovny e Anderson, che nel 1993 erano due ragazzini inesperti, ma oggi sono fior di attori. Costretti però a dire e fare cose che coi loro personaggi stonano, che non hanno giustificazioni se non quelle di giustificare trame traballanti e pretenziose.

Funziona ancora il cospirazionismo?

Una nota infine sul fondamento "ideologico" della serie. Tradito e banalizzato anch'esso, a nostro avviso. Chi scrive non ha mai amato l'ufologia, la pseudoscienza, la criptobiologia e tutti questi temi in cui X-Files ha sguazzato per nove anni. Il che non ci ha impedito di amare e apprezzare X-Files.

Sentire Scully parlare di vaccini usati per diffondere malattie e di scie chimiche usate per attivarle, però, ci ha dato davvero fastidio. È un raschiare il fondo del barile del cospirazionismo con le cialtronerie peggiori disponibili oggi sullo scenario dei social network. E forse è anche dare dignità a stupidaggini che creano danni oggettivi (parlo in particolare del calo dei vaccini e della nuova diffusione di malattie che erano quasi scomparse). 

Da una parte X-Files è andato troppo il là, dall'altra è sceso sotto ogni limite minimo di credibilità.

Il modo in cui questi temi vengono "buttati lì", senza nessuna storia, senza nessun approfondimento, è ancora più fastidioso perché non vengono integrati nella struttura della fiction, impedendo quindi il meccanismo di separazione tra finzione e realtà che permette di apprezzare una storia anche se basata su premesse considerate fasulle nel mondo reale.

I titoli di testa

Una scelta curiosa è stata quella di tenere i titoli di testa della serie originale. Con le foto di Mulder e Scully con vent'anni di meno sulle spalle, e qualità delle immagini bassissima, decisamente in contrasto con quelle degli episodi.

L'unica modifica è stata nei titoli dell'ultimo episodio in cui è stata aggiunta, con una sovraimpressione pacchiana e una differenza di nitidezza fastidiosa, la scritta "This is the end". Arrivati ai titoli di coda si è portati a sperare che la promessa venga mantenuta.