Il viaggio nel tempo di 11.22.63 (in Italia 22.11.63) è iniziato su Hulu (purtroppo non disponibile da noi), ma come sa chi ha letto il romanzo di Stephen King, tutto è cominciato nel 2011, anno di uscita del romanzo, quando all'insegnante Jake Epping (James Franco) veniva mostrata una cosa che gli avrebbe cambiato la vita per sempre.

Il titolo 22.11.63, 22 novembre 1963, corrisponde alla data dell’omicidio del presidente John F. Kennedy. Protagonista della serie è James Franco (candidato agli Oscar per 127 Hours) che interpreta Jake Epping, un insegnante di inglese al liceo che viaggia indietro nel tempo per cercare di sventare l’assassinio di Kennedy. Il protagonista cercherà di sovvertire tutte le regole del tempo conosciute. E forse anche quelle della Storia. La sua missione verrà però minacciata non solo da Lee Harvey Oswald (colui che venne giudicato colpevole dell’omicidio) ma dalla storia d’amore con una donna misteriosa.

La miniserie porta con sé in bella vista i nomi di King e JJ Abrams con la sua Bad Robot come produttore, ma la vera mente creativa dietro la macchina da presa è quella di Bridget Carpenter, che nel suo curriculm vede Friday Night Lights e Dead Like Me. Ed è stata lei a essere intervistata da The Hollywood Reporter per farsi raccontare cosa aspettarci dalla trasposizione di una storia particolarmente ambiziosa.

Il passato fa schifo

Per i miei gusti, siamo sempre stati troppo propensi a "guarda quanto era bello all'epoca", perché è questo il desiderio delle produzioni televisive, nessuno vuol fare qualcosa di brutto.

Ma Stephen King mi scrisse una mail, dopo aver letto gli script, dicendomi "Ciò che ho amato del modo in cui hai dato forma a quel mondo è che mentre lo scrivevo c'erano due cose a cui pensavo sempre, ovvero che gli anni '60 erano fantastici e che gli anni '60 facevano schifo."

Per cui, quando ho sviluppato l'aspetto visuale ho pensato "come sarebbe se ci ritrovassimo in un documentario sugli anni '60?" potevamo provare un look più spontaneo, eliminando l'effetto nostalgico. 

Dovevamo vedere il tessuto consunto dei vestiti, perché la gente li riutilizzava spesso all'epoca, le comparse dovevano essere senza trucco, senza parrucche, perché non volevo che sembrassero artificiali, dovevano essere persone vere.

Volevo spontaneità, naturalismo.

Ricostruire l'attentato

La scenografa Carole Spier e il costumista Roland Sanchez sono dei ricercatori ossessivi e dei perfezionisti.

Roland ha catturato ogni singolo fotogramma del filmino di Zapruder, ricreando nel minimo dettaglio quei costumi. Li ha creati per 50 comparse e possono essere comparati a quanto visto nella realtà.

Non esistono Jodie in Texas e Holden in Kentucky, ma Dealy Plaza a Dallas esiste ed è il posto più fotografato degli States, non puoi prenderti licenze.

Anche per l'appartamento di Lee Harvey Oswald (Daniel Webster), ho combattuto senza sosta per poter girare in quello vero a Dallas. Mi dicevano che si trattava di poche scene ma io volevo ripetevo che non importava quante fossero, volevo che l'attore si trovasse nello stesso punto in cui Oswald aveva scattato quella foto di sè stesso. Ed è stato magico, strano, stregato. 

La storia d'amore

Sarah Gadon (Dracula Untold) nel ruolo di Sadie ha un talento incredibile e con James Franco ha sviluppato una bella alchimia. Ma soprattutto, si sviluppa in modo del tutto naturale. Il vero cuore del romanzo e della miniserie è che si tratta di una storia d'amore che indossa il cappello di un action movie, ed era ciò che volevo fare.

Era una cosa del tipo "venite per JFK e rimanete per la storia d'amore"

It scompare

Ho voluto spostare il capitolo dedicato a It da Derry al Kentucky. Il motivo per cui non ho inserito l'elemento It, che era fantastico nel romanzo, è che nella miniserie non ha nessun impatto narrativo. Zero, nessun elemento drammatico, niente che porti avanti la storia. Aggiunge atmosfera e questa storia non ne aveva bisogno.

È un effetto nostalgia ma se inserito nella serie sarebbe sembrato un punto fine a sé stesso. Nel libro serve per immergerti ancora di più nell'atmosfera anni '60, ma il ritmo e la punteggiatura di una serie tv, non avrebbero reso giustizia al capitolo su It.

La missione prima di tutto

Ho dovuto condensare il tempo che Jake Epping trascorre nel passato. Nel romanzo deve fare un sacco di prove, quasi in stile Ricomincio Da Capo e serve a mostrare quanto difficile sia il suo compito.

Ma a livello di serie il pubblico si sarebbe spazientito, avrebbe sminuito il crescendo degli eventi.

La mia intenzione era che una volta che fosse partito, una volta morto Al (Chris Cooper), non ci sarebbero più stati avanti e indietro, non ci sarebbero stati test, si sarebbe focalizzato sulla missione.

Il passato combatte

Non volevo che sembrasse magia, volevo che avesse un effetto realistico. Non poteva essere che ogni volta in cui Jake comprava dei chewingum cambiava qualcosa. Lui è lì nel passato, non esiste nel nostro presente, non può sapere se sta cambiando gli eventi.

Se il passato combatte per impedire di essere cambiato, deve succedere per eventi importanti. Ad esempio nella scena in cui George De Mohrenschildt (Jonny Coyne) incontra gli agenti della CIA, non puoi essere vicino a lui, ci sarebbero delle ripercussioni.

Ci deve essere un senso di gravità. cercare di salvare JFK deve significare qualcosa.

Jodie sparisce quasi del tutto

Nel romanzo Jake passa molto tempo integrandosi nella cittadina in cui abita Sadie ed è importante perché davvero ti fa percepire il tempo che passa, gli anni che mancano ancora per arrivare al momento dell'attentato, ma visivamente sembra che tu stia parlando di qualcosa del tutto scollegato, non aveva lo stesso scopo che possedeva nel romanzo.

Volevo che la storia avesse un'atmosfera stregata, un forte senso di urgenza, la sensazione inesorabile di dover andare avanti.

11.22.63 debutta oggi con 10 episodi negli States e arriverà in Italia sul canale Fox di Sky in primavera. Vi lasciamo con il trailer e i due teaser ufficiali: