Fate attenzione: se in presenza di Rudy Rucker associate la parola cyberpunk soltanto a William Gibson e Bruce Sterling, lui potrebbe offendersi moltissimo. Già, perché il nostro Rudy ha tutto il diritto di essere considerato parte del Movimento, del quale lui stesso rivendica orgogliosamente di essere uno dei fondatori. Infatti il suo Software (Urania 1382) del 1982 è senza dubbio cyberpunk ante litteram, con i suoi protagonisti sballati, perdenti, fuori di testa. Nel 1982 il romanzo si aggiudicò la prima edizione del Philip K. Dick Memorial Award, e così anche il suo seguito, Wetware (Urania 1419) del 1988.

Mentre i suoi colleghi dichiarano che il Movimento è morto, Rucker stesso avverte: Freeware (1997) è cyberpunk, e non solo, è anche il miglior romanzo che lui abbia scritto finora.

Freeware prosegue la vicenda narrata in Software, che ha per protagonisti i bopper, i robot lunari ribellatisi alle tre leggi della robotica di Asimov (quelli che le continuano a seguire vengono spregiativamente chiamati asimov, e se non è cyberpunk questo...) e capaci di autoevolversi, e di Wetware, dove i bopper cercano di creare i meatbop, robot di carne. Negli ultimi capitoli di Wetware, un virus condanna all'estinzione tutti i bopper lunari, e al tempo stesso da vita ad una nuova forma di tecnologia, su cui si basano i nuovi robot (o, come giustamente suggerisce il sottotitolo italiano, la nuova carne) di Freeware, i moldie: "una forma di vita artificiale in plastica morbida con venature di muffe e alghe picchiettate di geni".

In ogni episodio di questo ciclo dei robot si passa su un gradino successivo della loro evoluzione, ma la fantasia di Rucker cresce di volta in volta in maniera talmente vertiginosa che è difficile immaginare dove ci porterà in Realware (1999), quarto (e per il momento, ultimo) episodio della serie.

La formula Sex, drugs & hi-tech che caratterizza gran parte della letterature cyber è qui spinta agli estremi. C'è sesso in gran quantità, e i personaggi (umani) che non fanno uso di droghe sono rarissimi -le droghe sono quasi tutte legali, ed assumerle è ormai come bere l'acqua minerale.

Non ci sono dubbi: Rudy Rucker è il più cyberpunk di tutti i cyberpunk. I suoi libri sono velocissimi, i fatti si succedono con un ritmo incredibile, quasi eccessivo: in confronto, Sterling è di una lentezza esasperante.

Rucker non colpisce soltanto per il suo estremismo. Nella prima parte, ambientata sulla Terra, Freeware è un romanzo solare: il cielo è sempre azzurro ed il sole splende alto nel cielo; niente megalopoli sovrappopolate, ultracongestionate ed inquinatissime, ma le spiagge della California e l'Oceano Pacifico. Inoltre l'intenzione di Rucker non è presentare tecnologie possibili o concetti scientifici: la sua fantasia sfrenata si basa sulle teorie matematiche più radicali. Il che, al tempo stesso, rappresenta uno dei limiti di Rucker, dato che sovente i concetti da lui trattati sono risultati a chi vi scrive completamente incomprensibili.

Freeware possiede una struttura atipica, come se Rucker avesse preso la sua storia, l'avesse segmentata e avesse mescolato tutti i pezzi. Ne esce un romanzo diviso in undici capitoli che, a detta dello stesso Rucker, potrebbero essere undici racconti. Inoltre, è un vero e proprio "cyberpunk corale", in quanto otto personaggi si spartiscono il punto di vista degli undici capitoli.

Il risultato, spiazzante all'inizio, è alla fine avvincente e divertente. E nemmeno privo d'una certa logica. Infatti, tutta l'opera ruota intorno al 30 ottobre 2053, giorno in cui è ambientato il primo capitolo, situazione di partenza del romanzo. Randy Karl Tucker (un nome che, a dire la verità, suona parecchio famigliare), giovane "palla di formaggio", termine dispregiativo che indica gli uomini che amano praticare sesso con i moldie, rapisce Monique, una moldie che lavora in un motel, conducendola poi sotto l'oceano...

I capitoli successivi spiegano la vicenda prima e dopo il 30 ottobre, attraverso gli occhi di personaggi differenti, fino al sorprendente finale in cui misteriosi alieni riescono ad infilare il loro pensiero, il cosiddetto freeware del titolo, all'interno di corpi moldie, per scopi tutt'altro che benevoli.

Chi ha già letto gli altri due episodi, difficilmente resterà deluso. Ritroverà personaggi già conosciuti, come Stahn Mooney, ormai senatore ultracinquantenne, o la personalità del mitico Cobb Anderson; per il resto tutti gli altri protagonisti sono in qualche modo imparentati coi personaggi dei romanzi precedenti, e nelle prime pagine, un comodo albero genealogico permette di orientarci.

In caso contrario, Freeware da solo resta un bel romanzo, ma davvero, varrebbe la pena trovare gli altri due... ed attendere il quarto. Chi vi scrive, però, continua a preferire il primo romanzo della serie, Software, forse per sua maggior semplicità. Le astruse dissertazioni sulla matematica e le altre dimensioni erano presenti in misura minore. Nonostante ciò, Freeware possiede la stessa freschezza del suo antenato, e in certi punti, risulta addirittura più esilarante. Andate a scoprire cosa sono la carne Wendy e il Perplexing Poultry, due delle invenzioni più spassose della fantascienza degli ultimi anni!

Notevole l'immagine di copertina di Franco Brambilla.