Lucca Comics & Games 2015 parte subito, il primo giorno, con un incontro importante con due mostri sacri della cinematografia: Mamoru Oshii  è il regista di capolavori dell’animazione e del cinema come Ghost In The Shell e Lamù Beautiful Dreamer; Mitsuhisa Ishikawa è fondatore di Production I.G, produttore di Ghost In The Shell e Batman: Gotham Knight.

Un emozionato Marco Pellitteri  ci presenta Oshii come  un'eminenza grigia dell'immaginario giapponese. Grazie ai suoi lavori tale immaginario verrà percepito e fruito in  Italia in quanto la sua partecipazione a molte serie  sin dagli anni '80 è  stata  fondamentale per costruire  l'estetica nipponica dei cartoni animati poi apprezzati e amati  dagli  italiani. Oshii è fondamentale per il suo lavoro  sui temi del dissenso sociale soprattutto in società rigide come quella del Sol Levante abituate, invece, a cambiamenti molto lenti.  

La conferenza entra subito nel vivo. Si comincia col parlare dell'ultimo progetto, ovvero Garm Wars – L'ultimo Druido

Il film, in uscita a Gennaio 2016,  vedrà interpreti Lance Henriksen, Kevin Durand, Melanie St-Pierre e Summer Howell e sarà distribuito dalla Notorius Pictures.  Il progetto concepito oltre 18 anni fa fu accantonato sino a che nel 2012 venne creato un nuovo team con le produzioni giapponesi della I.G. Production e Bandai Namco Games.

Temi sempre cari a Oshii si ritrovano in Garm Wars. In un futuro lontano il pianeta Annwn è tormentato da una guerra infinita. Alcuni soldati-cloni, chiamati Garm,  appartenenti a tre diverse tribù i Kumtak, i Briga e i Columba si combattono da tempo immemore con ogni mezzo tecnologico sia via aria che via terra. Uno di questi Garm, cloni, di nome Khara riesce a fuggire dalla battaglia e si ritrova in fuga insieme a un gruppo di improbabili compagni d'avventura. Tentando di scoprire la loro vera origine e il motivo reale della loro esistenza questi si troveranno davanti a una spietata verità e alla consapevolezza che la loro guerra è appena cominciata.  

Il progetto originale era stato pensato con James Cameron come produttore, un cast giapponese  e riprese in Irlanda; invece è stato  usato  un cast inglese in Canada. Oshii risponde che prima  non c'erano le condizioni adatte per fare il film,  lo sviluppo della computer grafica non era sufficiente allora, ma c'era il denaro, le produzioni potevano contare su ampi budget; adesso che la tecnologia è di buon livello e si possono realizzare ottimi film la bolla economica in cui viveva il Giappone è esplosa e si è dovuto rivedere ogni aspetto scegliendo il Canada in quanto più economico. Il momento per far uscire questo film è favorevole adesso, continua Ishikawa, cavalcando l'onda del successo di L'attacco dei giganti.

Il problema dei fondi è lo stesso, prosegue Oshii rispondendo a un'altra domanda, per cui al momento è difficile che il paese del Sol Levante possa generare un altro come lui o come Miyazaki. Oshii si stupisce piacevolmente del fatto che è apprezzato e conosciuto in Occidente, anche al di fuori della cerchia di appassionati dell'animazione,  ed è consapevole che l'industria giapponese non possa permettersi, al momento, film di animazione come lui li concepisce: troppo costosi per un ritorno economico limitato. Cosa che comunque gli impone, risponde sempre Oshii, di lavorare soprattutto su film con attori in carne e ossa.  

L'argomento economico è predominante. Per  Ishikawa  è un fatto positivo che il live action di Ghost in the Shell abbia un copione americano e una produzione holliwoodiana. Ishikawa ritiene che il loro sistema sia collaudato e che l'influenza di Hollywood sia forte e positiva garantendo il successo della pellicola. Il fatto che il loro budget sia alto e che preveda Scarlett Johansson come protagonista  è una cosa che vede positivamente. Per contro ritiene che l'Attacco dei giganti girato con attori giapponesi, nonostante i personaggi del manga fossero di varie etnie, non è stata per lui una buona scelta. Se un film di animazione può permettersi un design ibrido che non riporti caratteri troppo specifici  il girare un film con attori solo orientali crea un una sensazione strana e  fastidiosa.  Oshii aggiunge che potrebbe girare un Attacco dei giganti con un budget minore rispetto a quello americano, ma produrrebbe un film più scadente e dal ritorno economico irrisorio. In Giappone non ci sono abbastanza fondi per certe produzioni.

Parlando del tipo di fantascienza che ama descrivere partendo dalle pellicole degli anni '80 sino a arrivare alle produzioni attuali  Oshii ammette che, pur descrivendo ambienti molto tecnologici e ambientando le storie in un probabile futuro ciò che realmente vuole esporre è la situazione della società attuale partendo da elementi del passato sino a proiettarli in ambienti futuribili. La fantascienza per lui è solo il mezzo con cui delineare certi disagi e certe situazioni della società contemporanea.  

Per esempio in Patlabor 2 del 1993 era stato inserito lo spinoso argomento sull'articolo 9 della Costituzione Giapponese sull'invio delle truppe nipponiche all'estero per missioni di pace. È attuale il dibattito sulla modifica di tale articolo, mentre Oshii già ne aveva trattato ben vent'anni prima. Il regista è molto critico sulla costituzione del suo paese visto che è stata scritta da McArthur e che nessun  governante, a guerra finita, si è mai battuto per cambiarla.  

Personalmente chiedo al regista se sia interessato a girare una sua interpretazione del romanzo 1984 di Orwell e mi risponde che è un romanzo che ha letto oltre venticinque anni fa, ma che ha amato molto e che ha usato come modello per il film Avalon.

Per quanto riguarda il metodo di lavoro col tempo Oshii ha cambiato molte cose. Quando ha iniziato a lavorare aveva trent'anni,  era  giovane e litigava tutto il tempo, l'emittente era arrabbiata  perché diceva che il prodotto era troppo violento, troppo sexy, troppo “tutto”; ma lui non sottostava a nessuna imposizione e faceva  ciò che voleva; lo staff era giovane, tutti avevano circa   venti anni e tutto era divertente e  piacevole,  tutti collaboravano e c'erano continue influenze e ispirazioni, fra lo staff nascevano storie d'amore e tutto era vivo e in continua evoluzione. 

Dalla produzione di Lamù e  Patlabor sono passati oltre trent'anni, Oshii sente il peso del tempo, è più pacato e il lavoro, paradossalmente, è più difficile. I giovani che si presentano adesso nel team non sono dello stesso stampo di quelli di prima: non si innamorano, non fumano, non bevono e non litigano: l'atmosfera è molto diversa e non c'è più quella specie di magia che influenzava tutti. 

L'incontro potrebbe durare ancora ore vista la quantità di domande che tutti vorrebbero fare, ma il tempo è tiranno. Salutiamo mentre un sorridente Oshii pone le sue impronte su una formella di cemento: un'altra mattonella per la Walk  of Fame che verrà presto creata sulle mura della splendida città di Lucca.