Aliette de Bodard
Aliette de Bodard

Ve lo devo dire sin da subito, la mia visione di Stranimondi, il Festival del libro fantastico che si è svolto a Milano lo scorso 10 e 11 ottobre, non è obiettiva, dato che ci sono rimasto invischiato più o meno un anno fa, in occasione di Lucca Comics & Games 2014.

Che c'entra Lucca Comics direte?

Non mi ricordo quando o dove, se allo stand o in viaggio, ma penso che sia stato durante quei giorni che il mio amico Andrea Vaccaro mi parlò della sua idea, di quella scintilla che sarebbe divampata in Stranimondi.

Non aveva un nome, era solo l'idea di mettersi in discussione con una convention libraria, con incontri e mostra mercato. Andrea cercava, come poi è avvenuto, di mettermi in mezzo, come compagno di viaggio di quest'altra avventura.

Da soli non ce l'avrebbe fatta nessuno. Un romanzo o un racconto, o un articolo, li scrivi da solo, una manifestazione no.

Questo dissi, con parole che non ricordo ad Andrea. Che la sua idea era più che interessante, ma che servivano rinforzi.

Dopo qualche mese non dico di essermi dimenticato della cosa, ma che era messa in un background del cervello nel quale sono più o meno i tanti progetti che una mente entusiasta partorisce o ai quali aderisce. Pronta a essere tirata fuori. E quando Andrea l'ha tirata fuori come il Cappellaio Matto, ho risposto all'appello. Non da solo per fortuna.

È stato quindi nella scorsa primavera, quasi a ridosso dell'estate, con incontri con possibili partner, possibile manovalanza e supporto alla manifestazione, che la “cosa” ha cominciato a prendere forma, a cominciare dal nome che è arrivato come sempre per caso, ma che quando è stato trovato è sembrato il più naturale possibile.

Bruce Sterling
Bruce Sterling

Non vorrei sembrare uno che si loda e s'imbroda. Ma non vi nascondo che a maggio 2015 tutto quello che sarebbe diventato Stranimondi non c'era. E se pensate che da maggio ai primi di ottobre ci sia un sacco di tempo, dovreste provare a stampare qualcosa ad agosto per comprendere.

Vi ometto il resto del backstage, fatto di riunioni con Hangout, di mail e documenti condivisi, di qualche nottata e tanta incertezza.

Nonostante il buon esito del crowdfunding, alla fine l'incertezza da giorno della prima c'è. È innegabile.

La mia Stranimondi è quindi stata un misto di passione da puro fan, che non mancherà mai in ogni caso, e di persona interessata a che tutto andasse per il meglio.

Come se un attore sul palcoscenico dovesse preoccuparsi, oltre che di recitare, anche di verificare che il palco fosse in ordine.

Non sono quindi un cronista obiettivo.

Nel seguire Stranimondi ho tentato di diventare Maddox l'Uomo Multiplo, cercando di sdoppiarmi, triplicarmi, polverizzarmi e parcellizzarmi. Ma i limiti della mancanza di ubiquità e del principio entropico non li ho superati. Posso dire di non aver visto un evento completo che fosse uno. Di essere entrato nelle sale per gli inizi di alcuni eventi, nel mezzo di altri, e di non averne potuto seguire altri ancora, considerata la contemporaneità.

Ho visto cominciare l’incontro di Franco Forte, il primo in assoluto della manifestazione. Franco ha spiegato perché gli italiani che scrivono meritano una chanche nell'incontro Gli italiani non lo fanno peggio. Durante l'incontro, con la solita schiettezza che lo contraddistingue, Franco ci ha messo davanti alla realtà delle tre antologie di autori italiani pubblicati la scorsa estate da Segretissimo, Urania e Giallo Mondadori.

La mia Stranimondi è stata quindi un’alternanza di visioni di eventi, di presentazioni come quella della casa editrice Ink Beans, condotta da Annarita Guarnieri, notissima traduttrice ed editor.

Dovendomi poi dividere tra supporto allo stand Delos e agli eventi, mi sono concentrato sui Kaffeeklatsch. Il primo a cui ho partecipato era una trappola.

Tale è infatti stato l’incontro con la ricercatrice Giulia Iannuzzi, che da ospite dell’evento si è rivelate intervistatrice dei partecipanti: l’oggetto della conversazione è stato la loro appartenenza al Fandom.

Non mi sono perso ovviamente gli ospiti, eccetto Laird Barron per concomitanza con uno dei Kaffecosi. Aliette de Bodard, con un bel discorso sul romanzo fantasy come allegoria della storia, nel quale ha citato l’autore canadese Guy Gavriel Kay e parlato del suo ultimo lavoro: The House of Shattered Wings.

La stessa Aliette ha tenuto un Kaffeeklatsch all’insegna della modestia e della simpatia.

La presentazione di Zona 42 con tutti i traduttori attualmente in forza alla casa editrice non l’ho persa. Così come quella di uno dei pochi romanzi totalmente fantasy La Stagione del Ritorno di Angela di Bartolo edito da Runa Editrice.

Mi dispiace aver visto poco della conferenza che con il pretesto di parlare della Guida al cinema Horror ha visto Walter Catalano, Michele Tetro e Gian Filippo Pizzo discutere delle visioni anche divergenti sul concetto stesso di genere horror.

Anche la tacca Bruce Sterling l’ho messa. Tra incontro su Clark Ashton Smith tenuto insieme a Giuseppe Lippi, la sua presentazione dei racconti di Bruno Argento e il Kaffeeklatsch ho proprio fatto il pieno.

Del pomeriggio di domenica ricordo poi con simpatia il Kaffeeklatsch con Leonardo Patrignani, un tranquillo racconto di come sia arrivato dal romanzo alla pubblicazione e alla traduzione all’estero.

Tanto dimenticherò, per fortuna di resoconti in rete ce ne sono. Il pericolo, ma anche la bellezza di una manifestazione così varia è che di racconti ce ne saranno tanti, e tutti diversi. Confesso che non sono andato a Stranimondi con la testa del cronista, del giornalista. Pertanto anche da questo resoconto mancherà parecchio.

Ma quello che non voglio fare mancare è che, il tempo di mezzo, tra un evento e l’altro, tra un giro tra gli stand e l’altro ha visto incontri non meno importanti, anzi quelli che in realtà ritengo uno dei motivi fondamentali per proporre queste manifestazioni: quelli con gli amici che non vedi da tempo, con i quali vorresti chiacchierare per ore di quello che vi appassiona, e quando lo fai non riesci a fermare il loro e il tuo entusiasmo. Bevute, caffè, convivialità fatta di pranzi e cene.

Da questo punto di vista, al di là delle cifre ufficiali, che parlano di 400 e passa iscritti registrati e oltre 700 presenze stimate in due giorni, tante per una manifestazione che per due giorni propone solo presentazioni di libri di genere fantastico e solo quello, questa è stata la soddisfazione più grande. Quella di aver passato dei bei momenti in ottima compagnia.

Quella soddisfazione che fa sperare che incontri del genere se ne possano tenere con regolarità. Ci stiamo pensando.