Tra i pianeti del sistema solare il più rappresentativo è sempre stato Marte, anche – e soprattutto – nei primi anni della fantascienza. Asimov non si discosta dai canoni dell’epoca e immagina un Pianeta Rosso abitabile, nonostante i

Isaac Asimov
Isaac Asimov
tempi in cui Percival Lowell immaginava di vedere canali su Marte e H.G. Wells raccontava dell’invasione dei marziani sulla Terra siano già lontani. Ma se Asimov non si preoccupa della plausibilità scientifica, almeno nei primi momenti della sua carriera, non è per eccessiva ingenuità. Commentando il racconto La Minaccia di Callisto rivelò: «Le mie nozioni di astronomia erano più che degne di rispetto, ma mi lasciavo suggestionare eccessivamente dalle convenzioni diffuse tra la fantascienza dell’epoca». Addirittura nei racconti Mezzosangue Mezzosangue su Venere Asimov ipotizza che i marziani siano così simili agli umani da permettere la possibilità di incroci tra le due specie, dai quali nascerebbero i mezzosangue protagonisti delle due storie. I Mezzosangue marziani sono disprezzati dalla società terrestre, e per questo uno scienziato terrestre darà loro la possibilità di riunirsi e creare una città in cui vivere insieme. Un racconto che presenta, come si può immaginare, toni notevolmente tendenti al patetismo, in cui i Mezzosangue sono descritti come creature deboli e dalla fisionomia ridicola (la loro testa è coperta di finissimi capelli bianchi rizzati). Mezzosangue su Venere, seguito del primo racconto, narra invece dell’esodo dei Mezzosangue marziani dalla loro città terrestre a Venere, pianeta vivibile ma ancora non colonizzato dagli uomini. Qui i protagonisti si imbatteranno in un’altra specie aliena indigena. Sono i Fib, anfibi dotati di capacità telepatiche (leggendo la storia si scorge una somiglianza con i nostri delfini), che i Mezzosangue useranno per scacciare gli umani presenti su Venere. Se però in questi due racconti appaiono solo mezzosangue, un vero ‘prodotto marziano’ lo si incontra in Storia (1940). Qui si racconta sommariamente della fine della civiltà marziana, decaduta in seguito a vaie e catastrofiche guerre. Un reduce marziano presente sulla Terra viene suo malgrado coinvolto nel conflitto tra Terra e Venere, e grazie alle sue antiche conoscenze gli scienziati umani produrranno un’arma per battere il nemico. Il marziano tuttavia, con il suo atteggiamento prudente e distaccato, dimostra come Marte, pur se decaduto, abbia conquistato la vera maturità proprio in questa decadenza. Maturità che consiste nel disprezzare la guerra. Il fatto che il racconto sia stato scritto negli anni della Seconda guerra mondiale spiega abbastanza facilmente la sua morale di fondo. Marziani privi di nerbo ma ancora dotati di orgoglio personale sono anche i protagonisti di Il Senso Segreto (1939), in cui un ignaro terrestre scopre la ricca gamma di sensazioni marziane, a lui sconosciute; quando questo senso segreto gli sarà tolto, il protagonista scoprirà di essere come cieco. La civiltà marziana era tipicamente rappresentata in tutte le storie del periodo come una civiltà decaduta. Diversamente da Wells, che aveva fatto di questo concetto il punto di partenza del suo romanzo, ma anche diversamente da altri autori degli anni Trenta, Asimov toglie ai marziani la connotazione aggressiva ma lascia loro il senso di declino inesorabile, per accontentare quanto più possibile i gusti di Campbell.

In Homo Sol (1940) fa la sua prima apparizione la Federazione Galattica, che comparirà poi in altre due storie. In questo racconto la Federazione entra in contatto con la Terra, ora giudicata matura per entrare nella grande famiglia galattica (un tema che, come si noterà, anticipa il concetto di Prima Direttiva della serie Star Trek). Ma gli umani si rivelano ben diversi da tutte le altre specie: nonostante la loro breve vita, la loro tecnologia bellica è la più notevole di tutte. Inoltre, Asimov preme su un aspetto psicologico che rende l’umanità diversa: il fatto che i terrestri siano capaci di provare il panico su scala globale, diversamente da tutte le altre razze aliene che, pur provando sentimenti molto forti, non possono provare un senso di terrore diffuso a più di cinque persone la volta. Altre peculiarità emergeranno in questo e nei due successivi racconti della serie, Quantità Immaginarie (1940) e Le Matricole (1941). Asimov non si addentra nella descrizione delle numerose specie che compongono la Federazione Galattica, anche se nei racconti hanno tutte vari punti in comune dal punto di vista psico-sociologico e da quello dell’aspetto fisico, dal momento che sono tutte specie umanoidi. L’umanità viene quindi vista in questa ‘trilogia’ come una specie originale, se non sul piano fisico, certamente su quello sociale. L’influenza degli avvenimenti bellici di quegli anni è ancora una volta ben evidente.