In un articolo recentemente apparso sul quotidiano scozzere The Scotsman si è appreso che Iain M. Banks, il grande autore scomparso improvvisamente e prematuramente due anni fa, a soli 59 anni, aveva espresso il desiderio che il suo amico e collega scrittore Ken MacLeod portasse avanti il ciclo della Cultura dopo la sua morte.

Autore di solida fama internazionale anche grazie ai suoi romanzi non fantastici (firmati senza la "M." del secondo nome), Banks è noto nel mondo della science fiction soprattutto per il ciclo della Cultura, ambientato in un lontano futuro dominato da una società interstellare utopica e quasi anarchica, la Cultura. Del ciclo fanno parte una decina di romanzi, poco meno della metà editi in Italia.

La cosa, diciamo subito, purtroppo non avverrà.

Ken MacLeod
Ken MacLeod
MacLeod era riluttante ad accettare, ma Banks aveva insistito per convincerlo, chiarendogli subito che non avrebbe dovuto cercare di seguire lo stile o le idee di Banks, ma seguire solo il proprio modo di scrivere. "Iain aveva un'idea per il prossimo romanzo della Cultura, e mi disse che gli sarebbe piaciuto che lo prendessi in mano e sviluppassi a modo mio" racconta MacLeod.

“Purtroppo, Iain non ha lasciato nessun appunto sul quale io possa basarmi. Se fosse riuscito a sopravvivere fino alla fine dell'estate sperava di potermi lasciare abbastanza note per lavorarci, se avessi voluto". Purtroppo, Banks morì il 9 giugno, solo pochi mesi dopo la diagnosi del tumore.

"Se questo fosse avvenuto sarei stato molto dibattuto, perché posso immaginare a quali pressioni sarei stato sottoposto, sia in un senso che nell'altro, e in un certo senso sono sollevato che non sia accaduto."

Ken MacLeod fa parte di quello straordinario gruppo di scrittori scozzesi o residenti in Scozia che hanno vivacizzato la fantascienza britannica degli ultimi decenni. Tra le sue opere più famose La divisione Cassini (Fanucci), Il piano clandestino (Fanucci), La fortezza dei cosmonauti (Urania) e Human Front, quest'ultimo edito da Delos Books.