Nell’articolo La Forza lucasiana e l’estremo oriente taoista, Francesco Vacca cita la tesi della professoressa Anne Collins Smith, docente di filosofia e studi classici presso la Susquehanna University in Pennsylavania, USA. Quando, in Una nuova speranza, Luke si affida alla Forza per distruggere la Morte Nera, Lucas cita chiaramente l’insegnamento del taoismo di affidarsi «alla Forza/Tao che scorre dentro di sé». Uno dei più grandi maestri del taoismo, Huai Nan-tzu (morto nel 122 a.C.), disse: «Colui che segue l’ordine naturale fluisce nella corrente del Tao». La somiglianza con l’insegnamento Jedi «senti la Forza scorrere in te» è più che evidente. Sulla scorta delle tante tesi sopra riferite, seguire l’ordine naturale delle cose vorrebbe dire far sì che la nostra mente si fonda con l’universo di cui è parte, lasciando che la realtà fluisca e noi con essa. Gli insegnamenti del taoismo e della meccanica quantistica sono davvero molto vicini, e la filosofia Jedi messa a punto da Lucas basa la sua “forza” proprio sull’universale validità delle sue asserzioni. Dobbiamo allora affidarci al culto della Forza o alla “meditazione trascendentale” del maestro Maharishi Yogi? Ciò vorrebbe dire compiere lo stesso errore di “Scientology” di tutte quelle pseudo-religioni che argomentano la loro validità su basi scientifiche. Non bisogna mai scindere la realtà dalla fantasia; questo non vuol dire che alcune delle tesi anche molto bizzarre sopra esposte siano tutta fantasia. Possono anche considerarsi vere, «da un certo punto di vista». Ma le religione sono dogmatiche e non accettano più di un solo punto di vista. La filosofia Jedi non potrebbe perciò mai essere una religione, tutt’al più un insegnamento basato sulla solidarietà universale in virtù di quella massima di Gesù Cristo, troppo spesso ignorata dallo stesso cristianesimo, “ama il prossimo tuo come te stesso”.