Per la terza volta dopo Novilunio e Scacco al tempo lo scrittore statunitense Fritz Leiber torna sulle pagine di Urania CollezioneLe argentee teste d'uovo è un romanzo satirico che prende di mira il mondo dell'editoria, teso al profitto e ormai dimentico dell'arte

In futuro tutte le opere letterarie verranno scritte da una serie di calcolatori elettronici programmati per seguire lo stile dei grandi autori del passato. Questi mulini-a-parole macinano concetti base forniti dagli "scrittori", una masnada fanfarona e pittoresca, anch'essa impersonante i grandi del passato, ma solo per il cognome (avere un Homer Hemingway un quarto di secolo prima dei Simpson è una coincidenza davvero fortunata).

La rivolta degli scrittori mette fine all'era dei mulini-a-parole, cancellati in un'orgia di violenza collettiva. D'ora in poi le opere letterarie torneranno appannaggio degli umani. Certo, per scrivere anche poche paginette leggibili ci vorrebbe qualche idea, e soprattutto bisognerebbe saper scrivere, ma forse qualcuno ha un asso nella manica...

L'autore

Nato a Chicago nel 1910 e morto a San Francisco nel 1992, Fritz Leiber ha lasciato un segno indelebile nella sf, nella fantasy e nell'horror americani. Ha vinto il Premio Hugo con Il grande tempo (1958) ed è famoso per la serie fantasy che ha come protagonista il lontano mondo di Nehwon (il ciclo di Lankhmar o delle Spade, 1939-1988). Tra i suoi capolavori: L'alba delle tenebre (1943), Scacco al tempo (1953), Il verde millennio (1953), Le argentee teste d'uovo (1961), Novilunio (1964) e Il fantasma del Texas (1968). Da ricordare anche le antologie Cronache dallo spazio: il meglio di Fritz Leiber (1990) e Occhi d'ombra (1991).

La quarta di copertina

In un futuro ormai prossimo, gli scrittori si limiteranno a firmare le opere composte elettronicamente dai mulini-a-parole (e a recitare in pubblico i ruoli imposti dalle biografie sulle alette di copertina). Solo i colleghi robot sapranno scrivere sul serio, ma com'è ovvio, per un pubblico di robot. Questo fino al giorno in cui gli scrittori inferociti distruggeranno i mulini-a-parole, salvo poi dover affrontare una grave crisi di creatività. In tanto caos mediatico, l’Editrice Razzi è l’unica a restare imperturbabile: forse perché custodisce il grande segreto del secolo precedente, il Divorzio Psicosomatico di Daniel Zukertort. E infatti, in una nursery segreta vivono ancora le trenta argentee Teste d’Uovo la cui esistenza potrebbe sconvolgere sia il mondo della finzione che quello della realtà.

Fritz Leiber, Le argentee teste d'uovo (The Silver Eggheads, 1963), traduzione di Roberta Rambelli, Mondadori, collana Urania Collezione 137, pagg. 250, euro 5,90