Per gli svedesi Machinegames è come realizzare il sogno di quando erano ragazzini. Perché l'editore americano Bethesda ha affidato loro la missione di rilanciare, a più di vent'anni dall'originale Wolfenstein 3D, un vero mito dei videogame, considerato il papà del genere oggi maggiormente in voga tanto su computer quanto su console, gli sparatutto in soggettiva. E, tra non molto, il 20 maggio, gli appassionati torneranno a vestire i panni dello sterminatore di nazisti per antonomasia: William "B.J." Blazkowicz. In Wolfenstein: The New Order, il nuovo titolo della serie, a metà tra un sequel e un reboot, il secondo conflitto mondiale si è concluso da un pezzo, ma gli esiti non sono quelli che conosciamo. Così scopriamo insieme allo stesso Blazkowicz, che si risveglia vittima di amnesia in un ospedale dopo un blackout di parecchi anni, un futuro molto diverso dove non esistono i Beatles. Ma non è l'unica anomalia.

D'altronde gli anni Sessanta in cui si svolge Wolfenstein: The New Order, che vede l'intero pianeta sotto il giogo del Terzo Reich, partono da una delle domande tipiche della fantascienza: Cosa sarebbe accaduto se i nazisti avessero vinto la guerra? Oltre a trasportare in un classico delle ucronie, Machinegames prova a spiegare come ci sono riusciti, descrivendone la soverchiante supremazia tecnologica alimentata però da orribili esperimenti. Armi avveniristiche, robot, soldati cyborg... Potete avere un assaggio del loro look retrofuturistico in una galleria di immagini allestita appositamente e che trovate qui sotto. Numerosi bozzetti che mostrano quale studio via sia dietro il gioco, tra i più attesi del 2014. 

Sebbene si tratti del debutto ufficiale sulle scene di Machinegames, il team di Uppsala è formato da veterani che hanno lavorato su videogame di culto come The Chrnonicles of Riddick e The Darkness. Non stupisce quindi più di tanto la scelta di concentrare l'esperienza di Wolfenstein:The New Order sul single player. L'idea è infatti costruire, conservando da un lato il più intatto possibile anche lo spirito caciarone dei vecchi tempi, una narrazione multimediale in grado di coinvolgere, affrontando in maniera attuale temi non facili, come il totalitarismo. Una ricetta che gli sviluppatori affermano di aver apprezzato, da un'altra prospettiva, al cinema con Bastardi senza gloria e Django Unchained di Quentin Tarantino. Uno dei libri preferiti dallo sceneggiatore del gioco è invece Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut.

Vi lasciamo all'ultimo trailer, che evidenzia i differenti approcci che si possono tenere nel videogame, che sbarcherà in Italia la prossima settimana in versione Pc e console, Playstation e Xbox, di vecchia e nuova generazione.