Si torna a parlare di Ubik, romanzo del 1969 considerato uno dei più importanti e significativi di un certo Philip K. Dick, uno che di libri importanti ne ha scritti un po'. E soprattutto si torna a parlare della sua trasposizione cinematografica, di cui si parla a intervalli regolari fin dalla metà degli anni Settanta, quando lo stesso Dick preparò una sceneggiatura commissionatagli dal produttore Jean-Pierre Gorin, finita poi nel dimenticatoio. Da allora si sono succeduti vari tentativi e progetti, l'ultimo dei quali portato avanti dal francese Michel Gondry, messosi in luce alla fine degli anni Novanta con video musicali per artisti come Bjork e Massive Attack, e passato poi al cinema (Eternal Sunshine of a Spotless Mind, Green Hornet). Sembrava che il suo potesse essere un tentativo destinato finalmente ad andare in porto.

Ma forse non sarà così, ed è stato lo stesso Gondry ad ammetterlo. Durante il giro di presentazione del suo documentario Is The Man Who Is Tall Happy?, animazione ispirata alla vita e al pensiero del filosofo Noam Chomsky, Gondry ha risposto alla domanda su Ubik postagli dal sito francese jeuxactu.com, risposta poi ripresa dai siti internazionali: "Il libro è geniale, è un grande pezzo di letteratura. Avendo provato ad adattarlo con diversi sceneggiatori, sono giunto alla conclusione che non me la sento di farlo. Ci sono molti momenti drammatici e verrebbe fuori un ottimo film. Ma ho appena ricevuto uno script che mi ha un po' raffreddato... dunque, ecco qui. Era un grande sogno, ma non sempre nella vita si riesce a realizzare ciò che si vuole."

Ubik è ambientato in un futuro in cui la guerra commerciale tra corporation si svolge a colpi di telepati. Il protagonista Joe Chip lavora in un'agenzia di neutralizzazione dei telepati fondata da Glen Runciter, la cui moglie, deceduta, è mantenuta in uno stato di non-morte che permette a Runciter di comunicare con lei. Quando Runciter, Chip e altri agenti subiscono un attentato, sembra che l'unico a morire sia Runciter. Ma ben presto i superstiti cominciano a morire in modo raccapricciante mentre la cittadina di Des Moines, dove si trovano, subisce degradazioni sempre più vistose. Finché la stessa struttura della realtà finisce per disgregarsi e Chip comprende che l'avventura che pensava di vivere è qualcosa di molto più misterioso e complicato.

Gondry aveva preso in mano il progetto circa tre anni fa, affidandosi a Jeff Vintar (Io, Robot) per una prima sceneggiatura. E si vociferava anche di Jim Carrey nel ruolo di Joe Chip. La notizia dell'abbandono ha scatenato comprensibili reazioni in rete; tanto che Gondry, raggiunto dal sito denofgeek.com, si è parzialmente corretto:"Non sono ancora sicuro [...] È un libro che ti porta in posti dove non ti aspetti di andare. Ma è veramente difficile da adattare, così sono un po' spaventato all'idea." Per quanto Ubik sia effettivamente un libro difficile, non sembra tra i peggiori adattamenti possibili: basti pensare al lavoro fatto dai Wachowski e da David Mitchell per la trasposizione del complesso e sofisticato Cloud Atlas, o alla versione cinematografica di La mostra delle atrocità di James G. Ballard, uno dei libri più sperimentali dell'intero Novecento. Di certo c'è che per ora Gondry si dedicherà ad altri progetti, e che Ubik è destinato a restare in uno stato di non-morte (o non-vita), proprio come i suoi personaggi.