Finalmente esce in libreria e nelle edicole un libro che è un vero e proprio vademecum per il serio lettore di Science Fiction: Le fantasie della scienza pubblicato dalla rivista Libri Nuovi raccoglie gli atti del convegno che si è tenuto a Torino nel giugno 2000. Tra gli autori Danilo Arona, Vittorio Catani, Luigi Cerruti, Anna Feruglio Dal Dan, Piero Galeotti, Melania Gatto, Luca Masali, Silvia Treves e Nicoletta Vallorari. Ogni atto affronta un tema specifico: Scienza e fantascienza, una questione di confini di Melania Gatto, Apparenza e realtà della comunicazione scientifica di Luigi Cerruti, Ucronia, il presente che non è di Luca Masali; La fantascienza in Italia tra scienza e cultura umanistica di Vittorio Catani, Fondamenti scientifici della fantascienza, di Piero Galeotti, Impatto sul pubblico dei generi contaminati, di Danilo Arona, Fantascienza impura: linguaggi e temi meticci nelll'immaginario di domani di Nicoletta Vallorani, Il mondo al di là delle colline. Fantascienza e diritti umani: convergenze possibili?, di Anna Feruglio Dal Dan. Per la prima volta, in modo organico, viene spiegato al pubblico cosa significa oggi scrivere e interpretare la fantascienza: ...apparentemente la fantascienza non è mai stata tanto lontana dall'immaginario scientifico. Ormai svincolata dal suo ruolo di messaggera dei mondi possibili è apertamente in crisi. Contaminata, disertata dal pubblico giovane, saccheggiata e serializzata da cartoons giapponesi e da produzioni televisive e videoclip è divenuta parte del rumore bianco della fiction mediatica. Il mondo alieno, l'invasione sono divenuti altrettanti luoghi comuni, veicoli di uno stupore annoiato perfettamente adatto a ospitare consigli per gli acquisti. Parte della sua crisi, tuttavia, nasce probabilmente dalla crisi della scienza. La scienza non sa più comunicare. Probabilmente nemmeno desidera farlo. La scienza è divenuta un fatto privato. La febbre da futuro è divenuta ansia da futuro. La tecnologia ha inghiottito il pensiero speculativo, i progetti sono stati privatizzati. Nessuno affiderebbe più la felicità del proprio futuro al 'progresso scientifico'. Il termine stesso, 'progresso scientifico' ha perso qualsiasi valenza universale per diventare parte della retorica della globalizzazione.

La fantascienza sta attraversando un momento di crisi, anche se a dirla tutta è da sempre che la crisi pesa come una spada di Damocle sulla testa degli autori di SF e degli addetti ai lavori; la SF oggi è una commistione di stili, soprattutto le nuove leve si provano in contaminazioni non sempre riuscite. Gli atti raccolti nelle Fantasie della Scienza affrontano questo spinoso problema sotto ogni possibile prospettiva: la fantascienza è incapace di essere fantascienza? Perché? Sembra quasi impossibile, ma oggi scrivere SF significa quasi descrivere il presente piuttosto che ipotizzare il futuro: la scienza ha ormai una divulgazione tanto massiccia che è impossibile starle dietro. Le pubblicazioni scientifiche si ammonticchiano, notizie frammentarie vengono distribuite attraverso i canali di informazione: oggi, tutti, o quasi, si possono dire scienziati in provetta. I mass media hanno dato alla scienza un posto in prima pagina: tutti si improvvisano scienziati, tutti sono onniscienti e anche gli scrittori di SF moderni, spesse volte, si impelagano in spinose questioni di scienza abborracciando vaghe speculazioni, che sortiscono come solo effetto quello di detrarre onestà e alla scienza e alla fantascienza. La fantascienza può ancora essere veicolo di poesia e scienza? O piuttosto deve scegliere se trattar solo poesia o scienza? Per esempio è meglio la fantascienza classica, quella dei marziani verdi o quella A. C. Clarke o J. Ballard? O quella profetica di P. K. Dick? Ma è ancora possibile essere profeti del futuro in un mondo ipertecnologico...? Interrogativi che attualmente non trovano risposte certe: molti ritengono che la SF migliore sia quella degli omini verdi, tuttavia molti credono che la rivoluzione della SF è possibile solo se si guarda ad autori innovativi come Bruce Sterling e William Gibson. E poi, esiste un linguaggio scientifico nella letteratura fantascientifica che non sia passibile di cattive interpretazioni? Il linguaggio del romanzo di fantascienza è profondamente cambiato, non è più quello di quando si raccontava solo o quasi di marziani verdi...

Questa raccolta di atti tenta di rispondere a questi e a tanti altri quesiti: un libro di poche pagine, che ha il nobile pregio di affrontare alla radice i problemi che la SF moderna si trova ad affrontare giorno dopo giorno per non rischiare di morire nella memoria di pochi amanti del genere.

Le Fantasie della Scienza è uno strumento di agile consultazione, indispensabile per comprendere l'evoluzione della Fantascienza e tentare di individuare quale strada dovrà imboccare per continuare ad esistere ed essere apprezzata. Il problema principale è quello di cinquanta anni fa; chi legge SF è guardato con sospetto: la fantascienza, purtroppo, ancor oggi non è tenuta in debita considerazione dagli intellettuali tranne da qualche rara intelligente pecora nera, un nome per tutti, Umberto Eco. (Il libro è edito dalla Associazione Culturale Nautilus Torino come supplemento al n. 19 di LN - Libri Nuovi ed è realizzato con il contributo della Fondazione CRT di Torino).