John W. Campbell (1910-1971) è stato senza dubbio uno dei personaggi chiave della fantascienza americana, sia come scrittore sia per la sua attività di direttore della rivista Astounding Science Fiction (diventata poi Analog) dal 1937 al 1971. Come scrittore, è ricordato per i suoi romanzi di space opera, scritti con lo pseudonimo di  Don A. Stuart, tra cui ricordiamo almeno  la trilogia di Aarn Munro il gioviano e il ciclo delle Isole nello spazio. Ma Campbell è noto anche per alcuni brillanti, il più noto dei quali è  La "cosa" da un altro mondo (Who Goes There?, 1938), meritoriamente riproposto dalla Delos Digital in ebook con il titolo La Cosa.

Da questo racconto lungo sono stati tratti ben tre film, di cui i primi due memorabili: La cosa da un altro mondo di Christian Nyby (1951), La cosa di John Carpenter (1982) e La cosa di  Matthijs van Heijningen Jr. (2011).

Si tratta di una trama ricca di suspense e terrore puro, ben costruita e con situazioni e dialoghi che lasciano il lettore con il fiato sospeso. La traduzione letterale del titolo originale, pur essendo meno efficace del titolo italiano, rende bene l’angoscia che vivono i protagonisti della storia: Chi va là?

Siamo all’Antartico, polo magnetico terrestre. Indagando su un'anomalia magnetica una spedizione scientifica scopre il relitto di un veicolo precipitato sulla Terra venti milioni di anni prima. Nei pressi del veicolo, congelata da eoni, viene reperito il corpo di un essere alieno dall'aspetto mostruoso. Gli scienziati sono incerti su come procedere, ma sono convinti che nessuna forma di vita superiore potrebbe sopravvivere dopo essere rimasto nel ghiaccio così a lungo. Una regola che però, scopriranno, sembra valere solo per le forma di vita terrestri. 

La "Cosa" rivive quando viene  scongelata, e grazie alla telepatia e la capacità di prendere altre forme sostituisce i membri del gruppo di scienziati così come i loro cani senza essere facilmente individuati dai compagni. La paura e la paranoia si diffondono nell'avamposto e quelli che sono umani cercano di spazzare via gli alieni prima che quest’ultimi siano in grado di fuggire.

Il racconto si apre con un breve resoconto del ritrovamento della Cosa e della nave spaziale. Sfortunatamente, gli scienziati fanno un passo avventato e con dell’esplosivo fanno saltare l’astronave. L’essere di una ltro mondo, seppur congelato, dunque è tutto ciò che rimane di quella che appare a tutti la più straordinaria scoperta del mondo. Qui, però, cominciano i problemi, perché gli scienziati si dividono fondamentalmente in due gruppi. Da un lato c’è chi ritiene la creatura morta e ritiene che si possa scongelare senza alcun rischio per l’accampamento; dall’altro lato c’è chi invece ritiene che ci possa essere un rischio che la Cosa possa ritornare in vita attraverso lo scongelamento e quindi è per la scelta di tenere ancora intrappolato nel ghiaccio l’essere alieno. Vince la prima fazione, con tutto ciò che ne consegue.

Pur essendo una storia corale, il lettore non faticherà a immedesimarsi in McReady, il metereologo della spedizione che ha alle spalle anche studi medici, non solo perché è colui che all’inizio racconta il ritrovamento dell’alieno e dell’astronave, ma anche perché nel corso della storia sembra quello che riesce a mantenere il giusto distacco da quell’evento così straordinario. Ecco come si arriva alla decisione di scongelare la creatura, adducendo che un essere così grande e quasi sicuramente intelligente non può sopravvivere ad un congelamento:

— Ehi, per l’amor del cielo! Vuoi dire che quella dannata cosa tornerà in vita? — strillò Connant. — Prenditi pure quell’essere maledetto! Adesso ci penso io! Lo ridurrò in così tanti pezzettini che…— NO! No, razza di stupido! — Blair balzò davanti a Connant per proteggere il suo prezioso esemplare. — No. Solo le forme di vita inferiori. Lasciami finire, per l’amor di Dio. Non si possono scongelare e rianimare le forme di vita superiori. Aspetta un attimo, adesso… aspetta, ho detto! Un pesce può rianimarsi dopo il congelamento perché è una forma di vita talmente primitiva che le singole cellule del suo corpo possono rivivere, e questo è già sufficiente a ricominciare il processo vitale. Qualsiasi forma di vita superiore scongelata in questo modo rimane morta. Anche se le singole cellule rivivono, muoiono immediatamente perché devono esistere una organizzazione e uno sforzo cooperativo per sostenere la vita. Questa cooperazione non può essere ristabilita. Esiste una sorta di vita potenziale in qualsiasi animale illeso e sottoposto a un rapido congelamento. Ma gli animali superiori non possono, in nessuna circostanza, riassumere una vita attiva. Gli animali superiori sono troppo complessi, troppo delicati. Questa è una creatura intelligente, tanto avanti nel suo processo evolutivo quanto lo siamo noi nel nostro. Forse più avanti di noi. Ed è morta come lo sarebbe un uomo congelato.