L'idea originale del primo manga come della prima serie animata verrà mantenuta ma aggiornata, come è accaduto nelle cinque precedenti versioni, anche se il personaggio principale rimarrà più in sottofondo che in primo piano, funzionerà quasi come una nota sempre presente anche nell'assenza, in grado di dare il filo conduttore a tutta l'opera con poche ma significative apparizioni. Ecco cosa ne pensa Aramaki. “Nella storia originale del Maestro, Harlock combatte da solo contro i suoi nemici, quella è la base. Oggi però tutto il mondo affronta problemi di vastissima scala. Pensiamo alla diminuzione delle nascite, alla stagnazione economia e alle differenze tra strati sociali. Sono questioni molto sentite anche in Giappone, che ovviamente non è affatto facile risolvere. A maggior ragione ci vuole un eroe in grado di riportare la speranza, proprio come Harlock”.

L'anno è sempre il 2977 e la Coalizione Gaia sta cercando di estendere il suo dominio nello spazio intergalattico. Mentre più di 500 miliardi di esseri umani sognano di poter rivedere il loro pianeta di origine la Coalizione lo tiene al di fuori della portata di coloro che lo hanno abbandonato tempo addietro a causa della scarsità delle sue risorse e del rovinoso inquinamento. La Terra è diventata un santuario sacro ed inviolabile difeso con il pugno di ferro da una flotta imbattibile guidata dal comandate Ezra. Harlock è stato il miglior capitano della flotta della Coalizione prima di ribellarsi e fuggire a bordo dell'Arcadia, un vascello di classe Death Shadow realizzato dal geniale Tochiro. Dopo aver tentato invano di distruggerlo in diverse occasioni Ezra riuscirà ad infiltrare a bordo dell'Arcadia suo fratello minore, Logan, col compito di carpire la fiducia del pirata spaziale e poi ucciderlo. Nel frattempo Harlock è sulle tracce dei cosiddetti “nodi del tempo”, anomalie spaziali in grado di riportare la Terra ad un'epoca in cui ancora era in grado di sostenere la vita umana e probabilmente di disfare tutto il male di cui si è macchiata la Coalizione. Sarà compito di Logan decidere cosa ci sia di vero dietro alla leggenda ed agire di conseguenza. Un nuovo inizio per Harlock legato però alla tradizione di Matsumoto che ci dona un'ultimo sguardo sui tanti significati legati per lui al pirata spaziale e più in generale alle sue storie di fantascienza.

“Il bello di manga e serie animate è che non hanno limiti né confini. Questa storia può piacere a chiunque nel mondo, soprattutto ora che siamo arrivati a un punto in cui non c’è più bisogno di ripartirlo a compartimenti stagni. Poi c’è la tecnologia: mio fratello una volta studiava meccanica ed ora è diventato un docente che si occupa di satelliti e sonde sottomarine; mio padre era un pilota che in guerra ha perso molti dei suoi uomini e diceva spesso quanto fosse inutile combattere. Nella mia vita ho avuto l’occasione di sentire le esperienze di tante persone che mi hanno ispirato. Anche in Europa, mio padre conosceva un colonnello che è stato suo compagno di volo e che in qualche modo ha contribuito ad arricchire il mio bagaglio. Quando ero piccolo ero affascinantissimo dagli aerei, che potevano farci volare intorno al mondo, e da subito ho desiderato a imparare a disegnarli in modo realistico. Oggi ovviamente esistono macchine estremamente più evolute di quelle che sognavo da piccolo, e questo perché la tecnologia ci fa avanzare sempre di più verso i nostri sogni. Tenendo presente questo voglio creare nuove storie, anche perché come autore non sono ancora a un decimo di tutti i sogni che ho nella mente”.

I sogni e l'amore per la tecnologia, un filo conduttore sempre ben presente ed in primo piano in tutta l'opera del maestro Matsumoto, sono di fondamentale importanza soprattutto in Harlock 3D sia per quanto riguarda la realizzazione stessa del lungometraggio, che per la prima volta lega ad un'opera del maestro la più avanzata animazione digitale ed il 3D, sia per quanto riguarda una importantissima corrente all'interno della storia legata ed incarnata dall'Arcadia, ormai diventata un personaggio indipendente a tutti gli effetti. Con un nuovo e rutilante aspetto, appositamente rimodernato per l'occasione, l'astronave di Harlock, guidata dal “fantasma” dell'amico Tochiro fermamente radicato nell'AI di bordo, non diventerà solo palcoscenico e mezzo per inseguire i sogni e le aspirazioni di libertà proprie di Harlock ma un cardine fondamentale ed un attore di primo piano in tutta la storia, parte integrante della sua struttura assieme ad una serie di altre presenze mutuate sia dal fumetto che dall'anime. Rivedremo infatti Yuki Kei, nel film semplicemente Kei, giovane donna indipendente e fulcro della forza d'assalto dell'Arcadia, ci sarà anche l'aliena Meeme o Mimay nel film, ultima superstite del pianeta Niflung (nell'anime era Yura) e custode dei segreti dell'energia oscura, non mancherà infine nemmeno Yattaran, diventato oggi Yulian, abilissimo e timido hacker quanto feroce comandante una volta indossato lo scafandro potenziato in dotazione ai pirati di Harlock. Avremo quindi comprimari accattivanti ed una storia epica e leggendaria realizzata con mezzi mai visti prima per un'opera di questo tipo, l'unico scoglio che dovranno affrontare e superare Aramaki e Matsumoto sarà quello di non perdere per strada l'atmosfera del primo Harlock. Se infatti i due autori hanno dimostrato di aver ben presente il messaggio incarnato dal pirata in tutte le sue molteplici e complesse sfaccettature, potrebbero però essere in difficoltà a ricreare quel romanticismo struggente e quell'atmosfera piratesca che il capitano ha sempre portato con sé in tutte le sue incarnazioni, quell'aspetto di rinnegato in lotta contro tutto e tutti per affermare i propri principi ma contornato da un'aura prettamente umana in grado di rendere ogni Capitan Harlock una figura veramente unica nel panorama sia del fumetto che del mondo dell'animazione.