Nel 2009 Arkham Asylum si apriva con Batman che scortava Joker nel famigerato manicomio criminale, dando avvio a quella serie di eventi che sarebbero culminati nella tragica resa dei conti di Arkham City (2011). A spiegare meglio come tutto è cominciato ci pensa adesso il prequel Batman: Arkham Origins che, in attesa di capire se e come la saga continuerà in formato next gen, chiude sulle attuali console (e Pc) la prima trilogia videoludica del Cavaliere oscuro. Avvolti nel notturno di una fredda Gotham City che si prepara a festeggiare il Natale, va in scena la nascita del giustiziere dietro la cui maschera si celano i tormenti dell'uomo Bruce Wayne, ma si assiste anche al clamoroso debutto del suo più acerrimo antagonista.

Un incontro, quello al centro di Arkham Origins, che legherà per sempre i destini di Batman e Joker, in una metropoli nella quale la lotta al crimine ingaggiata dal miliardario che si veste da pipistrello sembra attirare un nugolo di delinquenti via via più fuori di testa. Il gioco segna cioè il passaggio da quella malavita, rappresentata dai vari Falcone, che anche nella corrottissima Gotham City persegue comunque scopi facilmente intuibili e contro cui si rivolge inizialmente la crociata del Cavaliere oscuro, all'eccentrica ciurma di pazzoidi, tra i quali spicca la follia di Joker e figura gente come l'Enigmista, che offriranno molto filo da torcere, rimanendo spesso un mistero persino per Batman. In fondo il taglio di Arkham Origins non è poi dissimile da una detective story, enfatizzato in questo capitolo – opera della soft.co. canadese Warner Bros. Montreal, che ha raccolto in maniera rigorosa il testimone dagli inglesi Rocksteady, autori dei precedenti episodi – da inserti in stile Csi dove si analizzano le scene dei crimini.

E nonostante l'accento sia ancora più di prima sull'azione, che segue la formula ormai collaudata e di successo degli altri Arkham, l'asso nella manica di Origins è proprio la storia, probabilmente la migliore delle tre, grazie anche all'attenzione posta sull'evoluzione dei personaggi e verso l'instaurazione di quei rapporti e l'introduzione di quei temi tanto cari alla mitologia del Cavaliere oscuro; sullo sfondo una Gotham che impara a conoscere pian piano il suo paladino, mentre lo stesso Batman è costretto ad affrontare vecchi fantasmi mai sopiti insieme a nuove sfide e al sorgere di nuovi dubbi. La base sono fumetti di culto come Batman: Anno uno, L'uomo che ride o The Killing Joke, le cui pagine riecheggiano in modo più o meno esplicito nel videogame che, pur mettendo parecchia carne al fuoco e non lesinando sul ricco cast di volti noti, riesce a mantenere un'invidiabile coerenza narrativa, consolidando così, a partire dal racconto, uno degli universi multimediali più acclamati degli ultimi anni.