Il titolo può sembrare una boutade, ma invece corrisponde sostanzialmente all’argomento che voglio trattare in questo editoriale, e cioè: Benedetto XVI, il papa che si è dimesso e ha lasciato il posto a papa Francesco, ha espresso quasi una definizione del genere letterario di cui ci occupiamo qui su Delos e su Fantascienza.com.

Andiamo per ordine. Molti conosceranno il professor Piergiorgio Odifreddi, matematico e divulgatore scientifico. Nel 2011 Odifreddi scrive un libro dal titolo Caro Papa, ti scrivo in cui confronta il Credo canonico dei fedeli, commentato da Ratzinger, allora papa Benedetto XVI, nella sua memorabile Introduzione al cristianesimo e il Credo apocrifo dei razionalisti, enunciato da Odifreddi in una lettera che si presenta a sua volta come una introduzione all’ateismo.

A quanto pare il matematico riuscì a far avere una copia al papa del suo libro e poi, in seguito, gli riferirono che Ratzinger stava leggendo il libro.

È notizia di questi giorni che Benedetto XVI ha risposto con una lettera inviata a Odifreddi alle argomentazioni che il matematico ha sollevato nel suo libro. La lettera è stata pubblicata dal quotidiano La Repubblica e qui arriva una sorpresa. Già perché papa Benedetto XVI parla di fantascienza e per capire in che modo riporto di seguito un brano della lettera:

“Più volte, Ella mi fa notare che la teologia sarebbe fantascienza. A tale riguardo, mi meraviglio che Lei, tuttavia, ritenga il mio libro degno di una discussione così dettagliata. Mi permetta di proporre in merito a tale questione quattro punti:

1. È corretto affermare che "scienza" nel senso più stretto della parola lo è solo la matematica, mentre ho imparato da Lei che anche qui occorrerebbe distinguere ancora tra l'aritmetica e la geometria. In tutte le materie specifiche la scientificità ha ogni volta la propria forma, secondo la particolarità del suo oggetto. L'essenziale è che applichi un metodo verificabile, escluda l'arbitrio e garantisca la razionalità nelle rispettive diverse modalità.

2. Ella dovrebbe per lo meno riconoscere che, nell'ambito storico e in quello del pensiero filosofico, la teologia ha prodotto risultati durevoli.

3. Una funzione importante della teologia è quella di mantenere la religione legata alla ragione e la ragione alla religione. Ambedue le funzioni sono di essenziale importanza per l'umanità. Nel mio dialogo con Habermas ho mostrato che esistono patologie della religione e - non meno pericolose - patologie della ragione. Entrambe hanno bisogno l'una dell'altra, e tenerle continuamente connesse è un importante compito della teologia.

4. La fantascienza esiste, d'altronde, nell'ambito di molte scienze. Ciò che Lei espone sulle teorie circa l'inizio e la fine del mondo in Heisenberg, Schrödinger ecc., lo designerei come fantascienza nel senso buono: sono visioni ed anticipazioni, per giungere ad una vera conoscenza, ma sono, appunto, soltanto immaginazioni con cui cerchiamo di avvicinarci alla realtà. Esiste, del resto, la fantascienza in grande stile proprio anche all'interno della teoria dell'evoluzione. Il gene egoista di Richard Dawkins è un esempio classico di fantascienza. Il grande Jacques Monod ha scritto delle frasi che egli stesso avrà inserito nella sua opera sicuramente solo come fantascienza. Cito: "La comparsa dei Vertebrati tetrapodi... trae proprio origine dal fatto che un pesce primitivo "scelse" di andare ad esplorare la terra, sulla quale era però incapace di spostarsi se non saltellando in modo maldestro e creando così, come conseguenza di una modificazione di comportamento, la pressione selettiva grazie alla quale si sarebbero sviluppati gli arti robusti dei tetrapodi. Tra i discendenti di questo audace esploratore, di questo Magellano dell'evoluzione, alcuni possono correre a una velocità superiore ai 70 chilometri orari..." (citato secondo l'edizione italiana Il caso e la necessità, Milano 2001, pagg. 117 e sgg.).”

È ovvio, leggendo il brano, che Ratzinger parla di fantascienza in modo strumentale, citando opere e autori che non hanno scritto fantascienza nel senso di romanzi e/o racconti, ma sono in realtà opere scientifiche e/o filosofiche. Prendiamo Jacques Monod e il suo libro più noto Il caso e la necessità. Saggio sulla filosofia naturale della biologia contemporanea. Non entriamo nel dettaglio del libro, basta però sapere che è considerato una sorta di seguito moderno de L’origine della specie di Charles Darwin, scritto alla luce delle odierne teorie biologiche e che in esso Monod – semplificando al massimo e me ne scuso – sostiene che la chiave per leggere la comparsa della vita sulla terra e dell’uomo in particolare sia dovuto all’errore, alla mutazione casuale, e mai nel senso di perfetta replicazione, degli organismi più elementari come i virus o i proto batteri.