Avventura e spettacolo sembra la cifra stilistica con la quale viene presentato Star Trek into Darkness, girato in IMAX e in 35 mm anamorfico convertito in 3D. Le parole di Abrams vogliono spiegare il suo approccio: “Questo film supera il primo film in ogni suo aspetto: vedremo pianeti vulcanici,  inseguimenti spaziali ed incredibili effetti speciali, sullo sfondo di una storia più sfumata. L’equipaggio dell’Enterprise stavolta sarà coinvolto in una vicenda in cui emergono dilemmi morali e personali, e dovrà affrontare problemi relativi alla fiducia, alla lealtà e a ciò che accade ai propri principi quando si viene messi a dura prova.  Il nostro obiettivo era conservare la commedia, l’umanità e l’esuberanza dei personaggi nonostante si avventurino in un territorio più oscuro e complesso. Per il Capitano Kirk, ciò che inizia come una missione di vendetta, sarà un viaggio alla scoperta di se stesso, di cosa  vuole dire essere un capitano di valore. Per riuscire a far proseguire la storia, - continua il regista e produttore - questo film doveva essere più ambizioso dell’altro. L’azione e le dimensioni sono anni luce più avanti. Introdurre la tecnologia IMAX e il 3D trasporterà il pubblico ad un altro livello di intrattenimento. Ma allo stesso tempo, a prescindere dal formato, ciò che più ci interessava era riuscire a raccontare una storia ancora più eccitante ed emozionante”. Abrams ha affermato, inoltre, di avere avuto due principali referenti in merito all'adozione della tecnologia IMAX: Brad Bird, che ha girato con questa tecnologia IM3: Protocollo Fantasma (prodotto da Abrams) e Christopher Nolan che, con molta disponibilità, gli ha mostrato alcune scene di Il cavaliere oscuro – Il ritorno mentre era impegnato sul set.Secondo Abrams l'adozione di questa tecnologia ha imposto anche scelte artistiche. Il regista ha infatti affermato che molti dei set sono più verticali che orizzontali, e con IMAX le dimensioni sembrano aumentare.L'IMAX è stato usato per la giungla del pianeta vulcanico Nibiru all’inizio del film, per il pianeta dei Klingon Qo'noS (Kronos) e alla fine, nella scena dell’inseguimento sulle strade di San Francisco. La regola è stata che per le azioni all’esterno sia stato usato l'IMAX, mentre all’interno il 35 mm anamorfico.

Gli effetti speciali visivi sono stati curati, come nel primo film da Roger Guyett, il supervisore visivo della Industrial Light & Magic. Confermato anche il direttore della fotografia Dan Mindel. Se non vi piacciono i lens flare forse la notizia non vi piacerà.

Per la conversione in 3D, tecnologia mai usata da Abrams in suo film, è stata richiesta la consulenza dello stereografo Corey Turner, che ha collaborato a svariati film in 3D degli ultimi anni (Alice in Wonderland, John Carter tra i tanti). 

Ad aiutare Abrams nella scrittura del film sono stati confermati Robert Orci e Alex Kurtzman, insieme a Damon Lindelof. Bryan Burk, produttore e co-fondatore della Bad Robot, ha spiegato che l'idea iniziale del film si basava anche sull’osservazione che i membri dell’equipaggio di Star Trek si stessero trasformando in un inseparabile, seppur talvolta disordinato, gruppo di amici. Pertanto il copione di Into Darkness è iniziato domandandosi quale situazione di crisi potrebbe minacciare tale coesione. Se il primo

film ha racconta di come la squadra si è unita, scopo del secondo sarà narrare della crescita di questi personaggi e di come diventano adulti.

Tante infatti saranno le prove affrontate da tutti, a cominciare dal Capitano James T. Kirk che è diventato un comandante esperto che sfida le regole per ottenere ciò che pensa sia giusto. Tuttavia la sua sfrontatezza e la sua audace determinazione ad ignorare il protocollo, lo porranno  in conflitto con la Flotta Stellare, anche quando questa si confronta con un terribile pericolo. 

Chris Pine ha raccontato che per questa seconda avventura si sentiva ansioso ma carico di aspettative.  “Il primo giorno sul set sembrava il primo giorno in cui si torna a scuola dopo le vacanze”, racconta ridendo. “Ritrovare i propri colleghi, l’eccitazione dell’inizio delle riprese, desiderando di dare il meglio di sé. Ma quando mi sono nuovamente calato nel ritmo del personaggio, è stato tutto molto naturale”.  

Stavolta però Pine ha accelerato quei ritmi dato che Kirk vivrà un forte scossone nella sua carriera, e dovrà affrontare la perdita, il dubbio e grandi quesiti che riguarda ciò che gli sta più a cuore. Pine ha affermato di essere rimasto particolarmente colpito dal modo in cui il copione di Star Trek Into Darkness “esplora il complesso rapporto ‘yin e yang’, fra Kirk e Spock, che imparano a conoscersi meglio  e a fare i conti con le loro più lampanti diversità e la loro innegabile sintonia.”