Dopo un lunghissimo silenzio torna Gianni Montanari con Ismaele – La storia dei vivi. La storia dei morti (2013). Romanzo che viene pubblicato dalla Elara con il numero sette della collana Speciali.

Nella fantascienza italiana Montanari è stato una figura importante per la sua attività di editor, saggista e traduttore, per la sua lunga gestione di Galassia, dapprima in compagnia di Vittorio Curtoni, poi da solo, per la sua brillante e innovativa direzione di Urania, per la collaborazione con grandi editori come Longanesi, Rizzoli, e vari altri, e i saggi sulla fantascienza inglese e americana, insieme alla profonda conoscenza di questa letteratura e alle simpatie per le correnti più innovative e anticonformiste, la qual cosa non ha mai escluso rispetto e apprezzamento della tradizione.

Ismaele è l'io narrante dei vivi, rampollo di una strana famiglia che ha origine in una villa circondata da un'ampia tenuta, ma che vive fuori, nel mondo, si sposa, ama, viaggia, lavora, senza mai rompere i rapporti con la sua essenza... che è un'incredibile realtà, nella quale chi è morto fa parte di un grande piano per far vincere la vita nell'eterna battaglia che dilania il mondo dalle sue origini, dove l'infinito e il permanente coesistono con una modernità vacua, nella quale vivere è copulare, viaggiare, intrigare, lavorare, arricchire, senza veri motivi e senza vere prospettive.

Diviso in due sezioni, quella dei vivi e quella dei morti, graficamente rimanda alla collana degli Ace Double, omaggio dell'autore alla geniale innovazione introdotta da Donald Wollheim nell'editoria americana, questo quarto romanzo di Montanari continua l'esplorazione rigorosa del tradimento che era presente nei precedenti tre.

Una particolarità: l'introduzione (doppia, così come lo è il libro) alla prima sezione è stata scritta da Riccardo Valla, nel mese di dicembre, ed è quasi certamente l'ultimo scritto del grande saggista e critico torinese. È ovvio che questa pubblicazione sia dedicata alla memoria di un grande amico della fantascienza del quale si avverte sempre più la mancanza.

Un brano dall'introduzione di Valla

Parlare di Gianni Montanari è un po' come parlare della fantascienza italiana: un po' da solo, un po' con Curtoni, è sempre stato presente, almeno finché la fantascienza (opinione mia, che sono senile e opinionated) non si è chiusa su se stessa. Curioso come nella fantascienza italiana funzionino le coppie: De Turris e Fusco, Fruttero e Lucentini, Curtoni e Montanari... e anch'io ero in coppia con Prinzhofer, anzi, ero in coppia con Prinzhofer ma prima, nella discussione dei titoli, ero in coppia con Staffilano.

Della coppia Curtoni-Montanari ho sempre avuto l'impressione che Curtoni fosse la parte emotiva e Montanari la parte razionale, per cui tendo a vedere gli scritti di Curtoni come una sorta di presa diretta con il suo inconscio, mentre in quelli di Montanari vedo più all'opera il Super-Io che struttura queste immagini (niente panico: presto la smetto con Freud, ma once a Ballardian...e anche Montanari si professa tale). Oddio, l'una cosa completa l'altra, almeno secondo i classicisti, perché se Curtoni è il processo creativo primario, che corre sempre il rischio di rimanere fermo all'enunciato, Montanari è la parte che esamina, sceglie e struttura, col rischio che se una emozione non gli piace non la mette e il lettore se la perde. Insomma, Curtoni è un futurista, Montanari un crociano. Posizioni degnissime.

L'autore

Nato a Piacenza nel 1949, Gianni Montanari ha pubblicato il suo primo racconto nel 1968 ed è entrato direttamente nel campo professionale della fantascienza l'anno seguente insieme a Vittorio Curtoni, assumendo la cura di Galassia e dello Science Fiction Book Club. Accanto alle numerose traduzioni (le versioni integrali dei primi Ellery Queen e Nero Wolfe, e Michael Connelly) e all'insegnamento della lingua inglese negli istituti superiori, Montanari ha proseguito la sua carriera di curatore con i Fanta-pocket Longanesi, la Bur Fantascienza e la Biblioteca di Fantasy e Horror Mondadori. Autore di un saggio critico sulla fantascienza inglese, Ieri, il Futuro (1977), della guida La fantascienza (1978) e curatore della Enciclopedia della Fantascienza (1986) per Mondadori, editore per il quale, nell'arco 1985-90, Montanari ha curato Urania e l'intero settore fantascienza dopo la gestione Fruttero & Lucentini. Ha pubblicato inoltre tre romanzi: Nel nome dell'uomo (1971), La sepoltura (1973) e Daimon (1978)

La quarta di copertina

Ritorna la firma di Gianni Montanari, autore di classici come Daimon e La sepoltura, saggista e specialista di alto profilo, con un nuovo libro, uno dei più bizzarri, provocatori, affascinanti Speciali di una collana che ospita le opere fuori dagli schemi, e ci offre qualcosa di molto nuovo e molto diverso dalla narrativa cui siamo abituati.

La storia di una famiglia dove la regola è la morte e la vita è come un sogno, il muoversi di personaggi scolpiti come lapidi, in una sorta di danza macabra attraverso i tempi e le visioni del tempo, il tema della morte, ossessivo e struggente, lo scavare lucido e profondo nella natura stessa dell'uomo, fanno di questo romanzo di Montanari, preceduto da una splendida introduzione di Riccardo Valla, l'ultima opera scritta dal grande critico piemontese, un piccolo gioiello. Originale anche nella struttura grafica, lento e visionario, ci propone dopo anni di silenzio il talento e la lirica prosa di uno dei grandi protagonisti della fantascienza italiana.

Gianni Montanari, Ismaele – La storia dei vivi, la storia dei morti (2013)

Elara, collana Speciali 7, euro 9,90